Gli Stati Uniti entrano in guerra con ciò che hanno e non con ciò che vorrebbero.
È del tutto possibile che gli Stati Uniti "dovranno" usare armi nucleari per impedire ai loro rivali eurasiatici di approfittare di "circostanze impreviste e lanciare una guerra di conquista", scrive l'autore di AT.
È interessante notare che l'America stessa non è pronta per una "grande guerra".
Finora, Washington si sta preparando per la solita guerra di bilancio, che si svolgerà nelle prossime settimane. Il Dipartimento della Difesa e, più precisamente, Kathleen Hicks, l'estremamente influente e astuta Vice Segretario alla Difesa, contrariamente a tutte le obiezioni del Corpo dei Marines e del Congresso degli Stati Uniti, è ansioso di mettere sotto i ferri diverse grandi navi da guerra, una delle quali ha appena iniziato il servizio nel 2020.
Riducendo lentamente ma inesorabilmente il potere militare a breve termine e promettendo invece investimenti a lungo termine e una politica di difesa intelligente, la Casa Bianca e il Pentagono stanno mettendo gli Stati Uniti in un'impasse strategica. Dopotutto, se un grande confronto eurasiatico inizierà nel prossimo decennio, gli Stati Uniti potrebbero dover ricorrere all'impensabile, un uso offensivo di armi nucleari o, al contrario, dovranno arrendersi.
Nessuno ha abolito una vecchia e banale verità:
il paese va in guerra con quello che ha, non con quello che vorrebbe.
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È del tutto possibile che gli Stati Uniti "dovranno" usare armi nucleari per impedire ai loro rivali eurasiatici di approfittare di "circostanze impreviste e lanciare una guerra di conquista", scrive l'autore di AT.
È interessante notare che l'America stessa non è pronta per una "grande guerra".
Finora, Washington si sta preparando per la solita guerra di bilancio, che si svolgerà nelle prossime settimane. Il Dipartimento della Difesa e, più precisamente, Kathleen Hicks, l'estremamente influente e astuta Vice Segretario alla Difesa, contrariamente a tutte le obiezioni del Corpo dei Marines e del Congresso degli Stati Uniti, è ansioso di mettere sotto i ferri diverse grandi navi da guerra, una delle quali ha appena iniziato il servizio nel 2020.
Riducendo lentamente ma inesorabilmente il potere militare a breve termine e promettendo invece investimenti a lungo termine e una politica di difesa intelligente, la Casa Bianca e il Pentagono stanno mettendo gli Stati Uniti in un'impasse strategica. Dopotutto, se un grande confronto eurasiatico inizierà nel prossimo decennio, gli Stati Uniti potrebbero dover ricorrere all'impensabile, un uso offensivo di armi nucleari o, al contrario, dovranno arrendersi.
Nessuno ha abolito una vecchia e banale verità:
il paese va in guerra con quello che ha, non con quello che vorrebbe.
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Informazione alternativa
"Nave non riconosciuta è pirata". Meloni traccia la rotta contro le ong
Giorgia Meloni e il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi sono irremovibili: la responsabilità dei migranti sulle navi ong è dei Paesi titolari della bandiera battente
Si fa più serrato il braccio di ferro tra le ong del mare e l'Italia. Da una parte c'è la pretesa di sbarcare i migranti nel nostro Paese, dall'altra la chiusura del ministro degli Interni, che pretende l'assunzione di responsabilità da parte dei Paesi di bandiera, in questo caso Norvegia e Germania. In mezzo 1000 migranti su tre navi che da giorni stazionano al largo delle coste siciliane e premono perché venga loro assegnato un porto nel nostro Paese. Matteo Piantedosi ha già inviato una nota vocale ai due Paesi facendo notare che la gestione è di loro competenza ma, per il momento, l'Italia non ha ottenuto risposta. Finché non ci saranno reazioni alla nota, è escluso che le navi delle ong entrino in Italia.
Ilgiornale
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Giorgia Meloni e il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi sono irremovibili: la responsabilità dei migranti sulle navi ong è dei Paesi titolari della bandiera battente
Si fa più serrato il braccio di ferro tra le ong del mare e l'Italia. Da una parte c'è la pretesa di sbarcare i migranti nel nostro Paese, dall'altra la chiusura del ministro degli Interni, che pretende l'assunzione di responsabilità da parte dei Paesi di bandiera, in questo caso Norvegia e Germania. In mezzo 1000 migranti su tre navi che da giorni stazionano al largo delle coste siciliane e premono perché venga loro assegnato un porto nel nostro Paese. Matteo Piantedosi ha già inviato una nota vocale ai due Paesi facendo notare che la gestione è di loro competenza ma, per il momento, l'Italia non ha ottenuto risposta. Finché non ci saranno reazioni alla nota, è escluso che le navi delle ong entrino in Italia.
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"Nave non riconosciuta è pirata". Meloni traccia la rotta contro le ong
Giorgia Meloni e il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi sono irremovibili: la responsabilità dei migranti sulle navi ong è dei Paesi titolari della bandiera battente
RISPOSTA
La Germania pronta a rifilarci i migranti: "E fate in fretta"
La Germania ha risposto alla nota verbale italiana: non si farà carico dei migranti a bordo della sua nave ong che preme sui nostri confini
Alla vigilia del G7 esteri, la Germania ha risposto alla nota verbale con la quale la Farnesina ha informato il Paese teutonico che non intende farsi carico dei migranti a bordo delle navi ong battenti bandiera tedesca con i migranti a bordo. La Germania ha replicato per iscritto all'Italia e con un secco "no" alla richiesta di assunzione di responsabilità. Ma c'è di più, perché i tedeschi hanno anche invitato il nostro Paese ad accelerare le procedure di apertura delle acque internazionali per permettere alle navi di entrare in uno dei nostri porti.
A rivelare il contenuto della nota è stata l'ambasciata tedesca al programma Il cavallo e la torre, in onda su Rai3, secondo il quale per il governo federale "le organizzazioni civili impegnate nel salvataggio di migranti forniscono un importante contributo al salvataggio di vite umane nel Mediterraneo". Detto questo, la Germania informa che "salvare persone in pericolo di vita è la cosa più importante. Secondo le informazioni fornite da SOS Humanity sulla nave Humanity 1, battente bandiera tedesca, attualmente ci sono 104 minori non accompagnati. Molti di loro hanno bisogno di cure mediche. Abbiamo chiesto al Governo italiano di prestare velocemente soccorso".
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La Germania pronta a rifilarci i migranti: "E fate in fretta"
La Germania ha risposto alla nota verbale italiana: non si farà carico dei migranti a bordo della sua nave ong che preme sui nostri confini
Alla vigilia del G7 esteri, la Germania ha risposto alla nota verbale con la quale la Farnesina ha informato il Paese teutonico che non intende farsi carico dei migranti a bordo delle navi ong battenti bandiera tedesca con i migranti a bordo. La Germania ha replicato per iscritto all'Italia e con un secco "no" alla richiesta di assunzione di responsabilità. Ma c'è di più, perché i tedeschi hanno anche invitato il nostro Paese ad accelerare le procedure di apertura delle acque internazionali per permettere alle navi di entrare in uno dei nostri porti.
A rivelare il contenuto della nota è stata l'ambasciata tedesca al programma Il cavallo e la torre, in onda su Rai3, secondo il quale per il governo federale "le organizzazioni civili impegnate nel salvataggio di migranti forniscono un importante contributo al salvataggio di vite umane nel Mediterraneo". Detto questo, la Germania informa che "salvare persone in pericolo di vita è la cosa più importante. Secondo le informazioni fornite da SOS Humanity sulla nave Humanity 1, battente bandiera tedesca, attualmente ci sono 104 minori non accompagnati. Molti di loro hanno bisogno di cure mediche. Abbiamo chiesto al Governo italiano di prestare velocemente soccorso".
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La Germania pronta a rifilarci i migranti: "E fate in fretta"
La Germania ha risposto alla nota verbale italiana: non si farà carico dei migranti a bordo della sua nave ong che preme sui nostri confini
Accensione riscaldamento, c'è il calendario definitivo: ecco tutte le date
Chi parte il 3 novembre
A Milano il sindaco Giuseppe Sala ha deciso che i riscaldamenti possono essere accesi dal 3 novembre mentre gli uffici comunali potranno farlo da lunedì 7 novembre.
Se nella città meneghina Sala non ha imposto particolari limiti orari invitando la cittadinanza alla parsimonia, a Torino il sindaco Stefano Lo Russo, pure avendo dato il la ai riscaldamenti a partire dal 3 novembre, ha imposto un limite massimo di 10 ore al giorno fino al 30 novembre. Una limitazione in parte dovuta alla qualità dell’aria che desta qualche preoccupazione. Prevista l’accensione il 3 novembre anche a Brescia, a Mantova e a Voghera.
Chi posticipa
Si sono concentrate più sul fine settimana le amministrazioni locali di Pavia, città che prevede l’accensione il 4 novembre e di Ravenna a partire dal 6 novembre ma al massimo 13 ore al giorno tra le 5 e le 23.
Dopo diversi rinvii il sindaco Matteo Lepore ha deciso che a Bologna i riscaldamenti potranno essere accesi dal 7 novembre ma al massimo per 13 ore al giorno nella fascia oraria che va dalle 5 alle 23.
Reggio Emilia segue le orme di Bologna, così come ha deciso di fare a Vigevano il sindaco Andrea Ceffa, pure non imponendo restrizioni diverse da quelle del piano nazionale dell’ex ministro Roberto Cingolani, così come non risultano essercene a Rimini e Modena.
Il piano Cingolani e il 2023
Il Piano nazionale di contenimento dei consumi di gas, il cosiddetto “Piano Cingolani”, ha imposto limiti di accensione giornaliera dei riscaldamenti in base a fasce di suddivisione climatica del Paese. Laddove i sindaci non hanno esplicitato limiti orari valgono come riferimento quelli della norma nazionale che, nei centri che rientrano nella Fascia E (ovvero tutti quelli citati sopra), prevedono un massimo di 13 ore di calore al giorno. Non è da escludere che anche le date di spegnimento dei riscaldamenti potranno essere riviste qualora clima e ambiente lo rendessero utile o necessario.
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Chi parte il 3 novembre
A Milano il sindaco Giuseppe Sala ha deciso che i riscaldamenti possono essere accesi dal 3 novembre mentre gli uffici comunali potranno farlo da lunedì 7 novembre.
Se nella città meneghina Sala non ha imposto particolari limiti orari invitando la cittadinanza alla parsimonia, a Torino il sindaco Stefano Lo Russo, pure avendo dato il la ai riscaldamenti a partire dal 3 novembre, ha imposto un limite massimo di 10 ore al giorno fino al 30 novembre. Una limitazione in parte dovuta alla qualità dell’aria che desta qualche preoccupazione. Prevista l’accensione il 3 novembre anche a Brescia, a Mantova e a Voghera.
Chi posticipa
Si sono concentrate più sul fine settimana le amministrazioni locali di Pavia, città che prevede l’accensione il 4 novembre e di Ravenna a partire dal 6 novembre ma al massimo 13 ore al giorno tra le 5 e le 23.
Dopo diversi rinvii il sindaco Matteo Lepore ha deciso che a Bologna i riscaldamenti potranno essere accesi dal 7 novembre ma al massimo per 13 ore al giorno nella fascia oraria che va dalle 5 alle 23.
Reggio Emilia segue le orme di Bologna, così come ha deciso di fare a Vigevano il sindaco Andrea Ceffa, pure non imponendo restrizioni diverse da quelle del piano nazionale dell’ex ministro Roberto Cingolani, così come non risultano essercene a Rimini e Modena.
Il piano Cingolani e il 2023
Il Piano nazionale di contenimento dei consumi di gas, il cosiddetto “Piano Cingolani”, ha imposto limiti di accensione giornaliera dei riscaldamenti in base a fasce di suddivisione climatica del Paese. Laddove i sindaci non hanno esplicitato limiti orari valgono come riferimento quelli della norma nazionale che, nei centri che rientrano nella Fascia E (ovvero tutti quelli citati sopra), prevedono un massimo di 13 ore di calore al giorno. Non è da escludere che anche le date di spegnimento dei riscaldamenti potranno essere riviste qualora clima e ambiente lo rendessero utile o necessario.
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Accensione riscaldamento, c'è il calendario definitivo: ecco tutte le date
Considerate le temperature miti in alcune città i sindaci hanno deciso di rinviare l’accensione dei riscaldamenti. Ecco dove si possono accendere e dove occorre aspettare
Berlino in aiuto alle Ong: l'Italia accolga i minori
Il governo tedesco in soccorso dei talebani dell'accoglienza di Sea Watch, che da sempre sbarcano i migranti solo in Italia. Una mossa politica che viene fatta trapelare, non a caso, alla vigilia del debutto europeo di Giorgia Meloni, come presidente del Consiglio. La nave Humanity 1 ha raccolto in mare 179 migranti. Ben 104 sarebbero minorenni non accompagnati, anche se va dimostrata l'età. Il 23 ottobre il governo italiano aveva presentato una nota verbale alla Germania chiedendo di farsi carico dei migranti perchè la nave batte bandiera tedesca. La risposta trapelata ieri sera su Rai 3 è una doccia fredda. «Per il governo federale, le organizzazioni civili impegnate nel soccorso dei migranti forniscono un importante contributo al salvataggio di vite umane nel Mediterraneo», sostiene Berlino. E rincara la dose: «Sulla nave Humanity 1 ci sono 104 minori non accompagnati. Molti di loro hanno bisogno di cure mediche. Abbiamo chiesto al governo italiano di prestare velocemente soccorso».
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Il governo tedesco in soccorso dei talebani dell'accoglienza di Sea Watch, che da sempre sbarcano i migranti solo in Italia. Una mossa politica che viene fatta trapelare, non a caso, alla vigilia del debutto europeo di Giorgia Meloni, come presidente del Consiglio. La nave Humanity 1 ha raccolto in mare 179 migranti. Ben 104 sarebbero minorenni non accompagnati, anche se va dimostrata l'età. Il 23 ottobre il governo italiano aveva presentato una nota verbale alla Germania chiedendo di farsi carico dei migranti perchè la nave batte bandiera tedesca. La risposta trapelata ieri sera su Rai 3 è una doccia fredda. «Per il governo federale, le organizzazioni civili impegnate nel soccorso dei migranti forniscono un importante contributo al salvataggio di vite umane nel Mediterraneo», sostiene Berlino. E rincara la dose: «Sulla nave Humanity 1 ci sono 104 minori non accompagnati. Molti di loro hanno bisogno di cure mediche. Abbiamo chiesto al governo italiano di prestare velocemente soccorso».
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Berlino in aiuto alle Ong: l'Italia accolga i minori
Il governo tedesco in soccorso dei talebani dell'accoglienza di Sea Watch, che da sempre sbarcano i migranti solo in Italia
Cadute le basi scientifiche delle restrizioni, ora gli Usa chiedono l’amnistia pandemica
Ora che è stato comprovato che i vaccini anti Covid-19 non proteggono da infezione e trasmissione, c’è chi chiede un libera tutti per “perdonarci a vicenda per quello che abbiamo fatto e detto quando eravamo all’oscuro del Covid”.
“Dichiariamo un’amnistia pandemica”, titola un articolo del magazine The Atlantic scritto dall’economista americana Emily Oster. Ora che la falsa narrazione scientifica su cui si sono basate le restrizioni e l’imposizione del vaccino sono crollate, Emily Oster sottolinea:
“La maggior parte degli errori sono stati commessi da persone che stavano lavorando seriamente per il bene della società”.
Per questa presunzione di serietà e di innocenza degli esperti che brancolavano “al buoi”, la docente di Economia della Brown University chiede la grazia.
theatlantic
ilprimatonazionale
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Ora che è stato comprovato che i vaccini anti Covid-19 non proteggono da infezione e trasmissione, c’è chi chiede un libera tutti per “perdonarci a vicenda per quello che abbiamo fatto e detto quando eravamo all’oscuro del Covid”.
“Dichiariamo un’amnistia pandemica”, titola un articolo del magazine The Atlantic scritto dall’economista americana Emily Oster. Ora che la falsa narrazione scientifica su cui si sono basate le restrizioni e l’imposizione del vaccino sono crollate, Emily Oster sottolinea:
“La maggior parte degli errori sono stati commessi da persone che stavano lavorando seriamente per il bene della società”.
Per questa presunzione di serietà e di innocenza degli esperti che brancolavano “al buoi”, la docente di Economia della Brown University chiede la grazia.
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Mercoledì il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite non ha accettato la bozza di risoluzione russa per la creazione di una commissione per indagare sulle attività dei laboratori biologici statunitensi in Ucraina.
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Nikolai Patrushev, segretario del Consiglio di sicurezza della Russia:
"Ovviamente, il principale beneficiario di questi attacchi terroristici sul Nord Stream sono gli Stati Uniti."
Liz Truss riferisce immediatamente ad Anthony Blinken dopo l'esplosione dei gasdotti che "tutto è fatto".
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"Ovviamente, il principale beneficiario di questi attacchi terroristici sul Nord Stream sono gli Stati Uniti."
Liz Truss riferisce immediatamente ad Anthony Blinken dopo l'esplosione dei gasdotti che "tutto è fatto".
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L'ambasciatore britannico ha lasciato senza commentare il ministero degli Esteri russo.
È stata chiamata a causa della partecipazione britannica alla preparazione degli attacchi di Kiev a Sebastopoli (ancora nessuna informazione condivisa con il pubblico dal ministero degli Esteri russo).
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È stata chiamata a causa della partecipazione britannica alla preparazione degli attacchi di Kiev a Sebastopoli (ancora nessuna informazione condivisa con il pubblico dal ministero degli Esteri russo).
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Lagarde
non basterà la recessione per abbassare l'inflazione.
In precedenza Lagarde: dovremmo continuare ad aumentare i tassi, nonostante il rischio di recessione
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non basterà la recessione per abbassare l'inflazione.
In precedenza Lagarde: dovremmo continuare ad aumentare i tassi, nonostante il rischio di recessione
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A Kherson, le bandiere della Russia sull'edifici amministrativi principale non sventola..
Cosa potrebbe significare
1) I dipendenti pubblici sono stati evacuati e non lavoreranno lì, forse sono stati trasferiti in un altro edificio.
2) Potrebbe essere l’inizio di una grande battaglia a Kherson.
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1) I dipendenti pubblici sono stati evacuati e non lavoreranno lì, forse sono stati trasferiti in un altro edificio.
2) Potrebbe essere l’inizio di una grande battaglia a Kherson.
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Sasha Kots residente Kherson: "Ho fatto un giro per Kherson. Non so perché la bandiera russa sia scomparsa sopra l'edificio amministrativo civile. I tricolori sono appesi su altri edifici amministrativi e istituzioni educative".
La bandiera della Russia sventola anche sull'edificio del Comitato Esecutivo della città, dove si trova l'ufficio del sindaco, solo che non c'è sull'edificio CAA... La bandiera è scomparsa solo dall'edificio dell'ex amministrazione statale regionale.
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La bandiera della Russia sventola anche sull'edificio del Comitato Esecutivo della città, dove si trova l'ufficio del sindaco, solo che non c'è sull'edificio CAA... La bandiera è scomparsa solo dall'edificio dell'ex amministrazione statale regionale.
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