ASSOCIAZIONE ARBITRIUM - Il Canale
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Arbitrium è una associazione no-profit aperta a tutti i cittadini, senza distinzione di sesso, razza, lingua, religione, opinione politica, condizioni personali e sociali. Nasce con lo scopo di difendere i diritti inviolabili dell’uomo da ogni imposizione
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Lo ha annunciato al "Digital Health Forum", organizzato con il patrocinio di Farmindustria in collaborazione con Vodafone.
È tutto così meravigliosamente spudorato.

Adalberto Gianuario.

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“SMETTETELA CON STA STORIA CHE SIAMO IN DITTATURA, NON C'È NESSUNA DITTATURA.

La dittatura è quando il governo si attribuisce poteri speciali a tempo indeterminato , quando non c'è opposizione, quando c'è il coprifuoco per strada, quando puoi uscire di casa solo per approvigionarti di cibo e medicine e comunque con un' autorizzazione, quando la polizia ti insegue per multarti, quando le strade sono presidiate dai blindati e i droni controllano i cieli.
La dittatura è quando é vietato assembrarsi al chiuso e anche all'aperto, quando c'è il divieto di uscire dopo una certa ora, quando cinema, teatri, stadi e locali vengono chiusi, quando le funzioni religiose vengono limitate, quando i centri di aggregazione culturale vengono chiusi, quando l'istruzione e la scuola vengono sottomesse al potere.

La dittatura è quando i convegni sono vietati, é vietato manifestare, quando la gente comune fa la spia per ingraziarsi il potere, quando viene negato il diritto al lavoro e alla libera impresa, quando vengono sospese le libertà costituzionali .

La dittatura è quando la stampa diventa un organo di propaganda, quando chi la pensa diversamente viene censurato, messo in cattiva luce o segnalato con cartelli o bollini di inattendibilità o addirittura minacciato di perdere il lavoro, quando alcune persone vengono discriminate.

La dittatura è quando hai bisogno di un buon motivo per uscire di casa, quando inizi a diffidare del tuo vicino, quando una parte degli scienziati per paura o per tornaconto si allinea al pensiero dominante mentre l'altra viene denigrata e zittita.

La dittatura è quando il dissidente viene considerato un infetto e la causa di tutti i problemi, quando alcune categorie vengono obbligate ad accettare trattamenti sanitari, quando le persone vengono schedate, tesserate e ne vengono monitorati gli spostamenti, quando alcuni sono obbligati a restare in casa, quando la gente viene ridotta alla fame.

La dittatura è quando il potere ti obbliga ad indossare un segno di sottomissione, quando devi applicare cartelli fuori al tuo ufficio o al tuo esercito commerciale per dimostrare la tua fedeltà al regime, quando la polizia ti chiude l'attività se non lo fai,
La dittatura è quando il regime vuole sapere perfino cosa fai a casa tua e chi fai entrare, quando la gente è spaventata ed esegue ordini e procedure assurde senza più pensare a quello che sta facendo, quando inizia a pensare che la sicurezza venga prima della libertà.

La dittatura è quando gli stolti non si accorgono di essere in dittatura”

Denis De Paoli.

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Era il 1943, quando alla porta della sua casa nelle campagne Mantovane bussava un 19enne tedesco, alto e secco, decisamente ariano nell’aspetto, con la divisa imbrattata di fango e un olezzo pungente. Chiedeva aiuto in una lingua dura, che suonava come una minaccia. Ad aprire la porta la mia Bisnonna Alice, maestra elementare, madre di mia nonna Mara, all’epoca appena adolescente, e del mio prozio Enrico, solo di poco più grande. Qualche esitazione, qualche domanda posta a gesti, uno sguardo guardingo alla strada e poi il cenno rapido di entrare dentro. Si chiamava Otto, ed era un disertore. Era scappato dal suo squadrone nottetempo e aveva vagato per giorni, senza mangiare e senza bere, nelle campagne in cerca di asilo. Perché avesse bussato proprio alla porta della nonna Alice solo Dio lo sa. Ma la Nonna, proprio come il Pescatore di De Andrè, “non si guardò neppure intorno e versò il vino e spezzò il pane a chi diceva ho sete ho fame”.
Eppure, le fece notare mio bisnonno suo marito, nascondere un disertore li metteva nella condizione peggiore possibile: se fossero arrivati i tedeschi li avrebbero fucilati tutti, se fossero arrivati i partigiani li avrebbero impiccati. Era un rischio terribile da correre, perché si sarebbe facilmente potuto rivelare fatale:
-“È pur sempre un tedesco!”
-“Io vedo solo un essere umano!”
E così la Nonna Alice, cocciuta come poche, gli creò un giaciglio tra le travi del tetto dove poteva nascondersi quando lei non era in casa, e cominciò a fare quello che sapeva fare meglio: gli insegnò l’italiano. Rimase con loro due anni, fino alla fine della guerra, e insegnò a mia Nonna Mara a lavarsi con l’acqua fredda come una vera ragazza tedesca e a mio Prozio Enrico a tagliare le unghie dei piedi con le tenaglie come si faceva al fronte. Quando li salutò, in lacrime, per tornare in patria come uomo libero, parlava un fluente italiano. Mandò cartoline, lettere e fotografie finché la Nonna Alice non morì. Poi di lui abbiamo perso ogni traccia. Dalle lettere che ritrovammo in una scatola di latta, conservata nel cassetto della biancheria della nonna Alice, scoprimmo che si sposò ed ebbe molti figli e che non dimenticò mai come si scrive la parola “grazie” in italiano.

Ogni 25 Aprile io ripenso a questa storia, che in verità non è nè fascista, nè partigiana, ma porta con sè il profumo pungente della libertà. Quella di fregarsene di schieramenti, colori, divise, stemmi, guerre vinte o perse. Quella di allungare una mano a chi è in difficoltà, a prescindere che sia tedesco o italiano, disertore o partigiano. È una storia di libera scelta, dove “libera” non significa affatto facile. Perché per essere veramente liberi dalle catene della mente bisogna fare l’enorme sforzo di guardare oltre le barriere e gli schieramenti che da sempre fanno credere che esistono. Mi piace ricordare questa storia perché al di là del bene e del male, del concetto di giusto o sbagliato, c’è solo una unica, grande storia di Umanità. DIANA CORNIOLA

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Del Consenso disinformato

Non tutti sanno che il tema del consenso informato ai trattamenti sanitari, quello declinato normativamente in Italia dalla L. 219/2017, risalga alla notte dei tempi.

I fondamenti dell’assenso espresso ed esplicito sono molto antichi, atteso che già circa 4.000 anni a.c. i medici sumerici stipulavano contratti con i loro pazienti ricevendo denaro o gravi pene a seconda dell’esito del loro operato. Circa 2000 anni dopo, nel codice di Hammurabi, uno dei primi re di Babilonia, venivano stabilite delle leggi precise che regolavano il rapporto medico-paziente. Nell’antico Egitto le pene applicate ai medici in caso di errore erano molto gravi (così ... per dire!) mentre nel mondo greco la figura più importante che deve essere ricordata è quella di Ippocrate di Cos (460-355 a.c.), padre del moderno codice deontologico medico.

Cosa è accaduto quindi nell’arco dei secoli e come siamo giunti al sostanziale e pressocchè quasi totale annullamento dei principi dell’habeas corpus, alla luce del DL 44/21, che ha imposto un obbligo ad un trattamento sanitario, per giunta sperimentale e quindi necessitante di un booster (per usare un termine tecnico caro agli scientisti e fideisti vax) ulteriore di assenso all’adozione del trattamento?

Cari, çà va sans dire, tutto ci riporta al termine “salus populi suprema lex esto” -brocardo ciceroniano, che in verità evidenziava la primazia del bene del popolo, rispetto al diritto del singolo- ed alla “medicina” del periodo nazi fascista, genitrice dei moderni schemi scientisti confezionati e propugnati dai c.d. sperimentatori 2.20: case farmaceutiche e sedicenti virologi da marciapiede mediatico, che l’etica medica non sanno neppure dove stia di casa.
I nipotini di Mengele in questi tre anni hanno dato il meglio di sè, dapprima realizzando un prodotto farmaceutico innovativo, mai sperimentato prima di allora ed in così larga scala (Gen. Figliuolo dixit), non hanno informato alcuno delle potenziali conseguenze nefaste, limitandosi ad un prosaico “ non si conoscono gli effetti nel medio e lungo termine” e si sono pilatescamente manlevati da qualsivoglia responsabilità, facendo sottoscrivere ad ogni Nazione europea ed in primis all’Italia una granitica clausola di salvaguardia del proprio asset.
A questi il personaggio cinematografico conosciuto come il Marchese del Grillo, recitato magistralmente da un magnifico Alberto Sordi, con la sua geniale autoironia, farebbe un baffo: “perchè io sò io e voi non siete un ca....”.
Eppure, esisterebbe addirittura un regolamento UE, il n. 536/2014, entrato in vigore in Italia il 31.01.2022, deputato a regolare le condizioni ed i presupposti del consenso, nel caso di sperimentazione e non vi è dubbio alcuno che il farmaco (anzi il pro farmaco) definito “vaccino anti covid” sia sperimentale, tant’è che persino i “Dottor Jakyll e Mr Hyde” dell’Aifa avevano ammesso la natura sperimentale del prodotto ad mRna ed a vettore virale, quale pure erano Astrazeneca e Johson.
Il regolamento n. 536/2014 chiarisce all’art 3 che : “ una sperimentazione clinica può essere condotta esclusivamente se: a) i diritti, la sicurezza, la dignità e il benessere dei soggetti sono tutelati e prevalgono su tutti gli altri interessi...”e “ Disposizioni Generali: 1....a) i benefici previsti, per i soggetti o la salute pubblica, giustificano i rischi e gli inconvenienti....” ed “...h) i soggetti non hanno subito alcun indebito condizionamento, anche di natura finanziaria, per partecipare alla sperimentazione clinica”.
In sostanza, ciò che il regolamento intende evitare è proprio la verificazione del brocardo latino: “coactus tamen voluit”, che per contro si attaglia in pieno alle categorie obbligate alla vaccinazione fino al 1 novembre del 2022 ed a quella fetta di popolazione che obtorto collo, si era vista in ogni caso costretta all’inoculazione per evitare di dover spendere l’intero stipendio in test molecolari, ai fini di ottenere il green pass.
Per contro ed a dispetto di ogni basilare principio scientifico oltre che etico, il DL 44/21 -entrato in vigore, guarda il caso, in data precedente al regolamento di attuazione 2022/20 del 1 gennaio 2022- era andato ad elidere il fondamento del principio dell’habeas corpus, che non è altro che l’esplicazione del principio di libertà e autodeterminazione in ogni campo, in special modo quello sanitario.
Piccolo problema: il DL 44/21 esiste ancora, non è stato nè abrogato, nè tampoco revocato, ma semplicemente viene “tenuto in caldo” per tempi che alla scienza(h) targata virostar mainstream parrà matura per un suo ripristino, con buona pace del nostro beneamato consenso.... disinformato.

Ad maiora

VP

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SAPEVANO E CONSIGLIAVANO IL SIERO ALLE DONNE INCINTE...Aborti spontanei e neonati morti sono stati descritti in una revisione segreta della FDA Ci è stato detto che il vaccino "rimane nel braccio", ma a pagina 3 Pfizer descrive due casi di nascituri affetti da trasferimento transplacentare del vaccino mRNA Covid. Le stesse parole di Pfizer:

https://twitter.com/vigilantfox/status/1650855740175687680?s=12&t=J9ADCg3yC1Cg7CPSe5qXFA

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🛩☁️ Geoingegneria ☁️🛩
S03E14

Il blogger arabo-israeliano Nuseir Yassin, aka NASDaily, si è recato negli Emirati Arabi Uniti dove la geoingegneria esiste ufficialmente, tanto quanto in Cina.

Oggi ci spiega come alterano il clima lì, con decine di aerei facenti parte di un programma di manipolazione climatica ufficiale, che sganciano un sale, appositamente inventato, sotto le nuvole, per renderle più pesanti finchè non piove in maniera 'naturale'. 😂

Facciamo finta (solo finta eh!) che la geoingegneria esista davvero e di essere dei complottisti!

Qualcuno ci vuole spiegare sulla base di quale legge di diritto internazionale un paese può intercettare una nuvola, farla piovere e quindi causare una carestia nel paese accanto?
Che tipo di tumori provocano queste irrorazioni e chi si assume la responsabilità politica, civile e penale per i disastri 'naturali' che causano morte e distruzione?

Beh, meno male che è tutta una finzione... non vorremmo mettere in difficoltà gli eroi in toga!

🛩☁️ Geoingegneria ☁️🛩

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LA LIBERTA’ DEL PESCE ROSSO


Confesso che l’ispirazione mi è giunta, ascoltando le parole appassionate di un ex parlamentare dell’area del dissenso, per giunta collega, mentre disquisiva della Festa del 25 Aprile e dei suoi “derivati”, nella specie: iper dipendenza dalla NATO, il MES, il PNRR e tante altre parolacce sotto forma di acronimi senza senso.
Ad un certo punto, evoca il concetto della “ libertà del pesce rosso” ed improvviso come un conato di vomito, vedo tutta la mia vita davanti e quella dei miei figli, con un senso di ribrezzo intollerabile.
Mi ci sono proprio vista, capite? Il pesce rosso dentro la boccia, insieme a tanti altri pesci rossi, in un’amalgama colorato ed impersonale, in cui il pesce grosso mangia il piccolo ed ottiene anche tanto cibo dal padrone, che sta rigorosamente fuori dalla boccia e che si gusta la scena dei pesci rossi che si azzannano fra di loro.
Puah!
Eppure, è proprio così che siamo, gente, tanti pesciolini piccoli, sovrastati dal grande, che viene foraggiato letteralmente dall’esterno e quando quel pesce grosso inizia ad ingrandirsi eccessivamente, tanto da fuoriuscire dalla boccia, il padrone che fa? Lo estrae e ....lo cucina, perchè il pesce non può crescere più del padrone, non è tollerabile, non è sano per quel padrone, che deve essere l’unico al mondo a reggere le fila ed a controllare la crescita o la decrescita (per l’homo insapiens 2.20, una certa sinistra  quella decrescita la chiamava “felice”) dei pesci.
Ed allora, il padrone per ingrassare il proprio portafogli, farà incrementare il numero di pesciolini di natura più obbediente e lavoratrice, mentre quelli più ribelli li userà come cavie da laboratorio e li sottoporrà alla somministrazione di farmaci sperimentali, che purtroppo ogni tanto il pesce rosso lo fanno diventare di tutt’altro colore ed a pancia in sù.
Il pesce rosso in boccia non conoscerà mai i fiumi, i laghi, il mare, potrà respirare (sempre ci riuscirà) dentro l’acqua “viziata” di quel piccolo contenitore e se tenterà di scappare verrà sottoposto a terribili torture, in modo non gli venga più in mente di fuggire.
Talvolta, nasce un pesce rosso consapevole, che intravede la piscina oltre la boccia e si rende conto che il padrone nuota in una vasca molto più grande, in cui ci sarebbe posto per tutti i pesci rossi ed oltre.
Allora, il pesce rosso “consapevole” tenta di convincere gli altri pescetti, in modo da muovere tutti insieme la boccia e farla cadere in piscina, ma puntualmente la stragrande maggioranza del “pesciame” lo snobba o lo considera pazzo, così al pesce non resta che morire di inedia.
Verrà un giorno, tuttavia, in cui la casa del padrone verrà travolta da un’alluvione e quel pescetto rosso, salutati i compagni di boccia, una volta imbracciato metaforicamente un ombrello per salutarli definitivamente, si lancerà nel vuoto, raccolto dalle provvide acque della pioggia battente e .... liberooooo finalmente!

Ad maiora

Valeria Panetta

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