Rossella Fidanza
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Non mi ricordo neppure più da quanti anni mi dedico alla libera informazione, ho ben presente però che non è mai il momento di smettere.
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È con grande gioia che vi annuncio la prima mostra di Tiziana Narducci, una nostra carissima iscritta, a Roma. Tiziana comunica con la sua pittura il suo percorso di vita che è stato particolarmente difficile ma è arrivato grazie alla sua forza e coraggio a trovare la luce. Se siete a Roma andate a vederla e condividetela: se vorrà potrà commentare per spiegarvi oppure la trovate nel suo canale https://t.me/tiziananarducci. Grazie 🥰
Il video della deposizione di Donald Trump nel processo per stupro a New York è stato reso pubblico venerdì.

Il filmato, risalente allo scorso ottobre, include uno scambio di battute, già riportato in precedenza ma mai visto pubblicamente, in cui l'ex presidente scambia una foto della sua accusatrice, la scrittrice E Jean Carroll, per una foto della sua seconda moglie, Marla Maples.

"Quella è Marla, sì", ha detto Trump. "È mia moglie".

L'intervistatore ha risposto: "La persona che ha appena indicato è E Jean Carroll".

Carroll dice che Trump l'ha violentata in un grande magazzino di New York a metà degli anni Novanta. La donna ha intentato una causa per aggressione e diffamazione, per i commenti che lui ha fatto mentre negava le affermazioni, che lei ha pubblicato in un libro nel 2019.

In uno di questi commenti, ripetuto nella sua deposizione, Trump ha detto che Carroll non era il suo "tipo".

Venerdì Renato Mariotti, ex procuratore federale e ora editorialista di Politico, ha sottolineato l'impatto che il filmato potrebbe avere nella decisione del caso.

"Trump sostiene che E Jean Carroll non è il suo tipo", ha detto Mariotti, "ma ha scambiato una foto di lei per una foto della sua ex moglie. Non c'è bisogno di essere un avvocato per capire perché la sua testimonianza potrebbe influenzare il verdetto della giuria".

Nella clip, Trump ha definito l'affermazione di Carroll "la storia più ridicola e disgustosa", che a suo dire era "semplicemente inventata". È seguito uno scambio di battute su quando Trump è venuto a conoscenza di una foto che lo ritrae con la prima moglie Ivana Trump, Carroll e l'allora marito di Carroll, John Johnson, a un evento pubblico a New York.

Quando gli fu mostrata la foto, Trump disse: "Non so nemmeno chi sia la donna - vediamo, non so chi, è Marla".

Il suo interlocutore ha chiesto: "Lei dice che Marla è in questa foto?".

Trump ha risposto: "È Marla, sì. È mia moglie".

Alla domanda "Quale donna sta indicando", Trump ha risposto: "Qui".

Il suo interlocutore ha risposto: "La persona che ha appena indicato è E Jean Carroll".

"Oh, capisco", ha detto Trump, aggiungendo: "È Carroll? Perché è molto sfocato".

Trump è stato anche mostrato mentre ripeteva, "con tutto il rispetto possibile", la sua affermazione che Carroll "non è il mio tipo. Non è il mio tipo, in nessun modo, forma o forma".

In un filmato mostrato durante la sua deposizione, Trump ha descritto Jessica Leeds, che lo accusa di violenza sessuale su un aereo alla fine degli anni '70, come "non la mia prima scelta, posso dirvi... non sarebbe la mia prima scelta". Questa settimana Leeds ha testimoniato a favore di Carroll.

Trump ha detto all'avvocato di Carroll che "non sarebbe stata una mia scelta, ad essere onesto con lei, spero che non si senta offeso, non avrei avuto alcun interesse per lei in nessun caso". Ha anche definito l'avvocato, Roberta Kaplan, un "agente politico" e una "vergogna".

La giuria ha visto il filmato questa settimana. Per Trump, l'avvocato Joe Tacopina ha detto che non saranno chiamati testimoni e che Trump stesso non testimonierà. Trump ha comunque tempo fino alle 17 di domenica per cambiare idea.
https://www.theguardian.com/us-news/2023/may/05/donald-trump-e-jean-carroll-trial-video-deposition
C'è da dire che gli inglesi fanno concorrenza a Giotto nel disegnare cerchi perfetti 🤭😅
E' notizia di un paio di giorni fa, che "gli ambasciatori dell'Ue hanno approvato la decisione sulla misura di assistenza nell'ambito del Fondo europeo per la pace (Epf) per sostenere le forze armate ucraine con 1 miliardo di euro per l'acquisto congiunto di munizioni e missili". L'accordo raggiunto al Coreper, secondo quanto riferito da fonti diplomatiche, prevede l'acquisto congiunto di munizioni e missili prodotti da aziende stabilite in Ue o in Norvegia, e che producono nei Ventisette o in Norvegia. In aggiunta a questo, l'Act in Support of Ammunition Production (Asap), l'atto a sostegno della produzione di munizioni, verserà circa 500 milioni di euro dal bilancio Ue alle fabbriche del blocco per incrementare la produzione di armamenti. Al di là delle cifre che erano già conosciute, tra le novità più importanti il fatto che l'Asap consentirà anche ai Paesi dell'Ue di reindirizzare sia i fondi di coesione che quelli del Pnrr l'industria della difesa. “Le misure di sostegno – ha spiegato il commissario Ue all’Industria e al Mercato interno Thierry Breton presentando l’iniziativa in conferenza stampa – saranno co-finanziate, al 40% dall’Ue e al 60% dagli Stati membri o dalle imprese, con un aumento del 10% dei fondi comunitari come incentivo allo sviluppo di partenariati e alla priorità accordata allo sviluppo della capacità produttiva di munizioni nell’Unione”. Le azioni finanziate con ASAP dovranno contribuire “alla ottimizzazione, all’espansione, all’ammodernamento, all’aggiornamento o alla riconversione delle capacità produttive esistenti; alla creazione di nuove capacità produttive; alla istituzione di partenariati industriali transfrontalieri, anche attraverso partenariati pubblico-privati, finalizzati ad esempio a garantire l’accesso a componenti strategici o materie prime, o la costituzione di loro scorte. A costruire e rendere disponibili capacità riservate di produzione di picchi; a processi di collaudo o ricondizionamento (per far fronte all’obsolescenza) al fine di rendere utilizzabili munizioni e missili esistenti; alla riqualificazione e all’aumento delle competenze per la forza lavoro”. Sempre il Consiglio Europeo ha approvato il finanziamento dell’accesso alle armi non letali e ad altri servizi (tra cui l’addestramento per le forze armate di Moldavia e Georgia). Il supporto sarà erogato nell’ambito dell’European Peace Facility, l’Epf), “per rafforzare la sicurezza nazionale di entrambi i Paesi”, si legge in una nota stampa del Consiglio Ue.
Rossella Fidanza
E' notizia di un paio di giorni fa, che "gli ambasciatori dell'Ue hanno approvato la decisione sulla misura di assistenza nell'ambito del Fondo europeo per la pace (Epf) per sostenere le forze armate ucraine con 1 miliardo di euro per l'acquisto congiunto…
A marzo, durante un'audizione alla Commissione Difesa ed Esteri del Senato, il Capo di Stato Maggiore della Difesa, Ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone aveva dichiarato senza mezzi termini come “il sostegno all’Ucraina ha creato problemi un po’ a tutti: quando mi sono trovato nei vari consessi con le nazioni alle alleate o con quelle che fanno parte con altri del gruppo di contatto per l’Ucraina, sono stati tutti fortemente coinvolti e preoccupati per l’abbassamento del livello delle scorte, che non si è abbassato oltre il livello di allarme ma tutti quanti ci siamo avvicinati a quel limite e ci siamo resi conto che non abbiamo un supporto adeguato in questi casi” Secondo il capo di Stato maggiore della Difesa il tema dei tempi sull’approvvigionamento di armi “andrà affrontato anche a livello di Unione europea“. “Abbiamo vissuto – ha spiegato Cavo Dragone – gli ultimi venti anni pensando di fare lotta al terrorismo, guerre asimmetriche e peacekeeping, ma un’attività così massiva come si è manifestata nel teatro ucraino-russo non era tra le priorità. Non possiamo permetterci di prenotare sistemi d’armi, di munizionamento o di missili e averli tra venti mesi, perché tra venti mesi non possiamo sapere chi sono i buoni e cattivi”.
Rossella Fidanza
A marzo, durante un'audizione alla Commissione Difesa ed Esteri del Senato, il Capo di Stato Maggiore della Difesa, Ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone aveva dichiarato senza mezzi termini come “il sostegno all’Ucraina ha creato problemi un po’ a tutti: quando…
Un articolo di ieri del Corriere ha parlato espressamente di "scorte esaurite", rifacendosi a dichiarazione della Difesa confermate dal Copasir. La carenza delle «materie prime», complice lo sforzo per sostenere Kiev, ha fatto sì che oggi negli arsenali italiani manchino munizioni di artiglieria pesante e leggera. «Sugli scaffali — confermano dal Copasir — dopo sei decreti di aiuti all’Ucraina non è rimasto molto». E le società fornitrici non sono in grado di gestire le richieste: servirebbero investimenti ingenti, che solo commesse stipulate (e in parte saldate) potrebbero determinare. Risultato: al momento i produttori hanno una «capacità ridotta». Gli ordini di consegna per le munizioni sono a tre anni, che diventano sei per i missili. Alti ufficiali dello Stato maggiore spiegano ai rappresentanti della politica che in queste condizioni, se in teoria il Paese venisse attaccato, «la capacità di resistenza sarebbe valutata tra le 48 e le 72 ore». Mezzi corazzati con efficienza al 25%, laddove ci siamo mezzi di ultima tecnologia o mancano le armi o il personale e per l'Aeronautica, e sebbene sia stata decisa l’acquisizione di sofisticate batterie anti-missile, servirà molto tempo prima di installarle. Sbaglierò, ma penso che questo sia una spinta, a partire da Crosetto, per arrivare concretamente ad investire il 2% del pil in armamenti. In ogni caso, la carenza esiste, dati alla mano, e l'Europa sta chiaramente entrando in un'economia di guerra.
Rossella Fidanza
Un articolo di ieri del Corriere ha parlato espressamente di "scorte esaurite", rifacendosi a dichiarazione della Difesa confermate dal Copasir. La carenza delle «materie prime», complice lo sforzo per sostenere Kiev, ha fatto sì che oggi negli arsenali italiani…
Mi fa piacere che si sottovaluti e qualcuno rida... non credo che nessuno di noi voglia trovarsi di fronte ad una guerra e io personalmente ho seri dubbi che si possa arrivare a questo. Ma non si può sottovalutare che esistono altre questioni che riguardano la sicurezza nazionale, a prescindere dalla guerra, e che questo sforzo bellico, perchè bisogna avere il coraggio di chiamarlo con il suo nome guardando in faccia alla realtà, ci indebolisce. Non vorrei che a furia di ridere si finisca come l'orchestra del Titanic.
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L'attivista per i diritti umani dalla Polonia ha parlato della vendita di bambini ucraini in Europa. Joanna Pakhvicevich ha detto che dall'inizio della SVO sapeva che tali situazioni si sarebbero verificate, e ora la loro frequenza sta progredendo.

“L'anno scorso, a giugno, mi sono imbattuto in documenti sulla vendita di un intero orfanotrofio in un villaggio non lontano da Mariupol. Questo orfanotrofio è stato venduto alla Spagna – 85 bambini”

- Ci sono gli avvocati, e tutti i servizi sociali che portano via i bambini, ognuno di loro viene pagato per il fatto che si prende cura di questi bambini. Ecco come funziona.

La scorsa estate un gruppo di bambini ucraini è stato denunciato come scomparso dai media spagnoli, dopo poche settimane la questione è stata insabbiata dalle autorità regionali.
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" Non me ne andrò in silenzio, combatterò fino alla fine". Lei. Oggi più che mai.
Regina Camilla Tampax 🫠
Rossella Fidanza
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A breve il calcio d'inizio della partita di Champions 🥳🤭
Rossella Fidanza
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Il mondo come lui 🤣
Rossella Fidanza
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Non vedo differenze 🤣
Rossella Fidanza
Not my king... E non mi sembrano pochi.
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E la polizia conferma in questo video che si può essere arrestati, come è successo, solo perché si urla "not my king"... Il risultato del "democratico" Public Order Act... Ma le dittature sono altrove, giusto?