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Personal Branding in pratica lesson two: parti da ciò che fai, i problemi che risolvi e i benefici che procuri

❤️ In questa nota troverai un inciso su cosa significa fare Branding: è una precisazione che mi sta molto cara e di cui ringrazio Gloria Cocchi, professionista del branding e persona speciale (di quelle che ti invito a seguire e conoscere). In sostanza il branding è necessariamente gestione della relazione.

❗️ Ne consegue che sarà fondamentale definire le persone a cui parli e tenere sempre a mente che tutto il lavoro di progettazione è rivolto a loro e che senza di loro, il tuo brand non esiste. Spiego meglio nella nota.

📌 Entriamo poi nel primo dei fattori che fanno parte del tuo personal brand: il tuo lavoro o l'attività sulla quale vuoi costruire il tuo brand.

✍️ Non è solo un job title, chiariamoci:
- è: la somma di quello che sai e sai fare
- è: i problemi che risolvi
- è: i benefici che procuri
- è: come lo fai

🎯 Ed è la credibilità che puoi "vantare".
Personal Branding in pratica lesson three: come ti vesti, le tue foto profilo e lo sfondo che usi nelle video call parlano di te

👀 Se di immagine parliamo, dall'immagine dobbiamo partire: l'abito fa il monaco o le apparenze ingannano?

❗️Probabilmente entrambe ma l'abito è importante perché è un elemento importante della tua identità visuale che non è appannaggio di chi ha un sito e un logo, ne hai una anche tu!

👗 Quindi: abbigliamento, accessori, corpo, foto sui social, sfondo nelle video call questi sono i canali comunicativi visuali di cui parlo in questa nota e su cui ti invito a fare attenzione.

👣 Io ho iniziato a quarant'anni un percorso di consapevolezza e di attenzione, in passato ho sempre faticato a decidere come vestirmi, oggi mi diverto e ancora imparo perché come decido di apparire fuori è molto legato a come sto dentro.

Tu hai mai guardato il tuo guardaroba per vedere, ad esempio, quali sono i colori e i capi che lo caratterizzano?
Personal Branding in pratica lesson four: I tuoi valori e la tua personalità

Sempre più dentro al tema del Personal Branding, ovvero sempre più dentro a te come persona per cercare e condividere ciò che ti caratterizza e che ti differenzia.

E oggi parliamo di valori e personalità: due fattori in uno che non bastano 15 lunedì a esaurirli e io ci provo Ion uno solo.

Valori: ciò per cui non sei disponibile a fare compromessi + ciò che arricchisce la tua vita

Personalità: qui il gioco si fa duro, la personalità è un insieme di elementi e attitudini. Nella nota voca ti guido attraverso due semplici esercizi alla messa a fuoco dei tratti salienti della tua personalità o della personalità di cui vuoi dipingere il tuo brand (che, affinché il brand risulti autentico, deve appartenerti, chiaro!)

E poi ti lancio un sasso e ritraggo la mano… perché del sasso parleremo la prossima settimana
Personal Branding in pratica lesson five: Sfrutta le tue asimmetrie

🪡 Della serie: se non sei grosso, almeno sii affilato (non mi ricordo chi l'ha detta ma mi piace da morire)
Ci sono due grandi errori che fa la maggior parte delle persone quando progetta il proprio brand:

1) pensare che l'elemento di unicità (e differenziazione) sia uno (altrimenti non si parlerebbe di unicità, giusto? Sbagliato!)

2) concentrare la comunicazione di sé solo su fattori, caratteristiche ed elementi socialmente e professionalmente desiderabili e positivi, insomma correre sui binari dell'eccellenza... senza accorgersi che lo fanno praticamente tutti (hai voglia a distinguerti)

🙊 Sfrutta le tue asimmetrie è l'invito a includere nel tuo brand i limiti, le criticità, ciò che hai sempre tenuto ai margini perché lì potrebbe celarsi un grande valore. Chiaro, dipende sempre che uso ne fai delle tue asimmetrie... ma questo passaggio delicato te lo spiego nella nota
Personal Branding in pratica lesson six: Che effetto produce il tuo atteggiamento sulle persone?

🦁 A caratterizzare il tuo brand c'è anche il tuo atteggiamento o meglio: l'energia che emani e che trasferisci a chi incontri.

🦋 Ci sono persone che vengono riconosciute come solari, ottimiste e brillanti e altre persone determinate, grintose e tenaci, altre ancora empatiche, calme e accoglienti.

Tu che effetto fai?

🐋 Nella nota vocale ti suggerisco un esercizio pratico per esplorare anche quest'ultimo aspetto prima di addentrarci nella comunicazione e nella relazione.
Personal Branding in pratica - lesson seven: la tua comunicazione

❤️ E dopo tanto ravanare sull'identità e le tue peculiarità, eccoci giunti a parlare di comunicazione

🎯 Perché fare personal branding significa comunicare e in questo modo creare il tuo brand nella testa e nel cuore delle persone



🦋 La comunicazione è quindi un mezzo ma è anche l’ultimo fattore che caratterizza il tuo brand perché diventa uno degli elementi che lo qualificano: è quindi sia forma e strumento, sia contenuto



Come si fa?
Si capisce dove sono le persone a cui vuoi parlare
Si scegliere dove comunicare e quali canali presidiare
Si scelgono delle tematiche e dei doni di condividere

Che scopo avrà la comunicazione?
Renderti noto o nota
Accreditarti
Sviluppare fiducia
Avvicinare



E di cosa parlare?

Una parola su tutte: rilevanza, sii utile a chi ti legge o ascolta

🤟 Tutti i dettagli e qualche comunicazione di servizio all'interno della nota
Personal Branding in pratica - ultima lesson

😈 Eccoci infine al tono di voce, ovvero ciò che colora e può, talvolta, rendere memorabile la tua comunicazione ma anche definire il tuo brand.

📣 Il tono di voce è la somma delle scelte stiliste che metti campo per comunicare ciò che vuoi dire e può variare a seconda della situazione. Ma puoi definire un tono di voce identitario del tuo brand scegliendo a monte come vuoi essere percepito o percepita.

Caldo o freddo?
Distaccato o vicino?
Informale o ironico?
Empatico o dirompente?

🙋🏻‍♀️ Ed è dato (o confermato) non solo dalle parole ma anche dalla tua immagine.

🥸 Infine il tono di voce può essere usato per affrontare temi delicati affinché vengano accolti meglio o appresi più facilmente.

Nella nota vocale spiego tutto con tanto di esempi.
🐋 Buona estate
Personal Branding in pratica - ultima lesson (con nota allegata)

😈 Eccoci infine al tono di voce, ovvero ciò che colora e può, talvolta, rendere memorabile la tua comunicazione ma anche definire il tuo brand.

📣 Il tono di voce è la somma delle scelte stiliste che metti campo per comunicare ciò che vuoi dire e può variare a seconda della situazione. Ma puoi definire un tono di voce identitario del tuo brand scegliendo a monte come vuoi essere percepito o percepita.

Caldo o freddo?
Distaccato o vicino?
Informale o ironico?
Empatico o dirompente?

🙋🏻‍♀️ Ed è dato (o confermato) non solo dalle parole ma anche dalla tua immagine.

🥸 Infine il tono di voce può essere usato per affrontare temi delicati affinché vengano accolti meglio o appresi più facilmente.

Nella nota vocale spiego tutto con tanto di esempi.
🐋 Buona estate e grazie per le vostre segnalazioni
Personal Branding - il finale e il nuovo inizio: la Unique Value Proposition e di cosa parleremo da oggi in poi

👀A luglio abbiamo chiuso un piccolo percorso sul Personal Branding senza parlare di Unique Value Proposition che, quando si tratta di branding, non può mancare.

🩰Riapro le danze e il microfono ripartendo da qui e raccontandoti la mia UVP per questa nuova stagione del canale Telegram 2022/23

🎯Nella nota ti racconto i due driver che mi guideranno nella creazione di contenuti a partire da lunedì e in che modo spero di portare valore a chi mi ascolta.

😱Ti anticipo che qualcosa sta evolvendo anche nel mio percorso e mi aspetto che quanto condividerò potrà non piacere sempre a chiunque, ma va bene così, amici uguale.

Ci risentiamo lunedì, felice di riprendere
Le parole creano fatti e non è scontato sceglierle, ma è importante farlo

📣 Cosa c'è di più scontato di dire che le parole sono importanti? citazione a parte.
E cosa c'è di meno scontato del saper scegliere le parole?

💪 E poi, in fondo contano i fatti, giusto?
E la realtà viruale è... sì insomma, non è reale.

🤟 Infine, finché le intenzioni sono buone va bene tutto.

✍️ In questa nota vocale ti propongo una riflessione sull'importanza (e la difficoltà) di saper scegliere le parole, anche quelle scritte.

📚 Per farlo uso tre brani da tre libri diversi e una newsletter, quindi puntata ricca di spunti di approfondimento.

😇 E sì, c'è una CTA finale che ti ripropongo qui, così mi ascolti solo se ne hai voglia ma se non lo fai non ti perdi il succo:
ogni volta che decidi di usare una parola o una certa espressione, chiediti perché proprio quella parola o quella espressione? È un automatismo o è una scelta? E poi chiediti quale intenzione stai portando avanti attraverso quelle parole.
La comunicazione è prima percezione e poi comprensione cognitiva

❤️ Generare una percezione è qualcosa che facciamo sempre e comunque: quando comunichiamo in presenza, quando scriviamo, quando usiamo solo la voce.

👀 Succede perché arriviamo prima ai sensi è solo poi al cervello.

✍️ Profilo linkedin e CV hanno degli elementi particolari che stimolano la percezione dei nostri interlocutori.

🔦 Vale la pena di riconoscerli e usarli con consapevolezza e intenzione
La differenza tra messaggi e contenuti quando si scrive (ad es. su LinkedIn)

Vengono citati meno, ma ci sono due brani delle Lezioni Americane di Calvino che meritano una grande attenzione: una è legato alla rapidità e l’altro all’esattezza, e te le leggo in questa nota il cui scopo è ragionare in merito a come ti approcci alla condivisione di contenuti.

Una ci insegna a non usare per forza tutti i 3000 caratteri del post e l’altra a ponderare linguaggio ma anche le immagini che usiamo (Calvino ci vedeva lungo, non c’è che dire).

E se è vero che non tutti i contenuti sono storytelling, allo stesso modo non tutto ciò che viene scritto è un contenuto.

Chiudo questa nota spifferandoti la differenza tra diffondere messaggi e condividere contenuti.
Comunicare(si) con consapevolezza non è uno scherzo ma non deve nemmeno diventare un cruccio

✍️ Nella nota di oggi condivido qualche spunto uscito dalla diretta di ieri sera su Twitch e dedicata alla comunicazione di sé sul mondo del lavoro.

👀 Ho estrapolato alcuni punti interessanti che riguardano:
gli ATS
il personal branding
il CV
LinkedIn
Consapevolezza personale

🤟 Non ci sono ricette in questa nota, se vuoi ricette devi chiedermi quella dei cantucci (che come li faccio io, nessuno!) ma alcune considerazioni che spero ti aiutino a passare dal cosa al come e al perché. Unico modo per rendersi credibili ed efficaci nel lungo periodo.
Le responsabilità di chi comunica: a cosa fare attenzione

🤟Comunicare è un gesto di responsabilità.
Per la relazione in primis e per tutta una serie di altre ragioni poi.

✍️ Quando ci lamentiamo della fuffa che vediamo in giro più che giudicare dovremmo chiederci in che modo noi ci assumiamo la responsabilità di ciò che comunichiamo, che è solo in minima parte legato alla veridicità di quanto diciamo (è elemento importantissimo ma non basta).

🖐 Ho individuato 5 responsabilità, probabilmente non sono le uniche ma le ho elencate nella nota vocale e, per amore di concretezza.

✌️Ho suggerito anche due azioni utili da intraprendere per comunicare con responsabilità e per sviluppare maggiore responsabilità quando si comunica.
Cosa rende consistente e credibile il tuo profilo LinkedIn?

👆La coerenza tra quello che dici di te e ciò che fai.
✌️ La coerenza tra ciò che sai di te e ciò che dici di essere.

🧐 Semplice e difficile, o meglio complesso perché ti sto dicendo che per avere un buon profilo non ti basta avere un profilo compilato bene ma devi lavorare a monte e a valle del profilo stesso.

😒 E che il profilo da solo vale poco, giusto la chiamata di un o una recruiter se tutto corrisponde… che non è poco, ci mancherebbe, ma è il 5% del potenziale che ti offre LinkedIn.

😎 E quindi vediamo come e cosa puoi fare per lavorare al tuo profilo con intenzione e consapevolezza, a monte e a valle.
Fare networking è diverso dal costruire relazioni consapevoli
 
🤟 Il newtorking è ciò su cui invito chiunque a lavorare e a praticare, il networking è alla base della possibilità di migliorare la propria qualità di vita che, lo ricordo, è influenzato dalla rete di persone che si frequenta.
 
👀 Ma attenzione, perché fare networking non significa costruire relazioni consapevoli
 
☝️La relazione consapevole non si impara e non si insegna, si innesca e si sperimenta, si apprende nell’esperienza e nella pratica.
 
✍️ In questa nota trovi alcuni spunti di riflessione sul tema della relazione consapevole che arrivano da due gg di corso a Pomaia sulla Relazione Consapevole nelle Organizzazioni e alcuni consigli pratici da portare nella tua vita di tutti i giorni
[Scrivere su LinkedIn: piano editoriale sì o piano editoriale no? ma soprattutto come si fa un piano editoriale?]

✍️ Su LinkedIn non è tanto cosa scrivere ma come impostare un processo che ci renda efficaci e che renda la presenza su LinkedIn piacevole oltre che utile.

🎬 Il piano editoriale (e relativo calendario) può essere uno strumento e va scelto e usato nella misura in cui supporta il nostro lavoro di creazione di contenuti, altrimenti diventa alla meglio un esercizio di stile e alla peggio una palla al piede o qualcosa di abbandonato dopo due settimane.

🏵️ In questa nota ti spiego come impostare il tuo piano editoriale, non uno qualunque che non vedrà mai l’alba della seconda settimana.

🎼 Se vuoi scrivere con continuità questa nota può servirti.
PERCHÈ PARLARE (E PARLARNE) È UTILE AL TUO CAMBIAMENTO PROFESSIONALE

🌈 Ti porto la mia esperienza personale: ogni cambiamento professionale che ho vissuto è stato frutto anche di tanta conversazione ed esplicitazione.

☀️ Ne ho sempre parlato tantissimo: prima a me e poi ad altre persone.

🔥 Parlare del cambiamento che vuoi realizzare è il primo passo per renderlo reale e realizzabile, iniziare a raccontarlo, prima a te e poi ad altri, ti aiuta a osservarlo e a vederne eventuali punti ciechi, a sentire come ti risuona e come risuona con l’esterno.

⚡️ Nella nota troverai due step che a me servono sempre tanto e che agisco periodicamente per affrontare ogni cambiamento con consapevolezza, energia ed efficacia.

🪐 Il primo ha a che fare con la comunicazione con sé e il secondo prevede il dialogo con gli altri.
Investire in questi due passaggi fa risparmiare un sacco di tempo, spesso anche di soldi e di delusioni.
[E se I social network sparissero, internet collassasse e il CV morisse: comunicare a cosa ci servirebbe?]

I social potrebbero chiudere, l'internet tutto potrebbe crollare, il CV potrebbe morire, il colloquio di lavoro potresti dover farlo con un BOT
Oppure semplicemente potresti usare Chat GTP e compagnia cantante per scrivere i tuoi contenuti.
A quel punto saper comunicare a cosa servirebbe?
O meglio: servirebbe?

Sì, servirebbe eccome. Perché se succedesse tutto questo ciò che non smetterà mai di avere un valore è la relazione (da costruire, da curare, da coltivare)
Veicolata sempre dalla comunicazione.

Puoi fare a meno di un sacco di cose (anzi, forse staresti pure meglio senza qualche notifica) ma non puoi fare a meno di questa importante competenza: saper comunicare (e scrivere) in modo efficace, nel lavoro, per lavoro e per trovare lavoro

Ne parlo in questa nota dove ti aggiorno un po’ anche su di me e parlo di vulnerabilità, di un libro e di un appuntamento live su Personal Branding e Mindfulness
[Le 4 qualità della scrittura efficace su LinkedIn]

Scrivere su LinkedIn è differente dallo scrivere su Instagram, su Facebook o sul proprio blog.
Certo, valgono i pilastri della scrittura efficace, ma non solo: l’attenzione al contesto è indispensabile

In questa nota ti racconto le 4 qualità della scrittura efficace quando scriviamo su LinkedIn: le descrivo una a una con i tecnicismi necessari a praticare questa scrittura già da oggi