🏴 Evgenij Prigozhin, l’ultima epopea (?)

La mattina dopo lo schianto nella regione di Tver di uno dei jet privati riconducibili al leader della Wagner Evgenij Prigozhin, i dubbi su questo incidente non si sono ancora dissipati. Come ai tempi delle battaglie per Bakhmut/Artyomovsk o della sua marcia su Mosca, anche ora gli sviluppi legati al destino del vertice della Wagner sono impregnati di mistero, lasciando i più stretti alleati, così come gli acerrimi nemici, in attesa di qualche fatto più concreto. Le notizie che circolano sono numerose e contrastanti: una nuova epopea. Davvero si tratta dell’ultima?

Nella lista delle persone registrate a bordo del jet privato Embraer 135 (EMB-135BJ) figuravano Prigozhin, oltre a Dmitry Utkin, nome di battaglia “Wagner”, eroe della Federazione Russa, nonché fondatore della omonima compagnia militare privata. A bordo del velivolo, stando ai documenti, viaggiavano dieci persone, eppure sul luogo dello schianto sono stati rinvenuti otto corpi senza vita, parzialmente carbonizzati, che verranno sottoposti alle analisi del DNA per stabilire le identità. Molte persone che conoscevano Prigozhin hanno ricordato che egli era solito assumere precauzioni registrandosi su un volo per poi imbarcarsi a bordo di un altro aereo: ieri sera sono decollati due voli riconducibili alla compagnia di Prigozhin, uno dei quali è precipitato. Pochi minuti dopo l’incidente in rete sono apparsi video in cui si afferma che l’aereo sia stato abbattuto dalla contraerea. Qualcuno dice che ci sia stata avvertita un’esplosione a bordo. In ogni caso è chiaro che non si tratti di un guasto improvviso.

L’incidente avviene due mesi esatti dopo la marcia da Rostov sul Don verso Mosca.

Le relazioni tra la Wagner ed i vertici del Ministero della Difesa russo erano pessime a causa di divergenze sull’approccio al conflitto in Ucraina. Eppure dopo la mediazione di Lukashenko la compagnia di Utkin e Prigozhin era rinata in Bielorussia, proseguendo parallelamente le sue attività in Africa, dove la Wagner ha riscosso le simpatie dei leader e degli abitanti di diversi paesi, diventando un simbolo nella lotta per l’emancipazione.

Dopo i fatti di Rostov e quel tentativo di marcia su Mosca, molti hanno accusato Prigozhin di essere un traditore. Allo stesso tempo in Russia c’è anche chi avrebbe voluto vederlo arrivare fino al palazzo del ministero della Difesa. Nonostante le maniere radicali nel perseguire le proprie idee, Prigozhin non aveva mai nascosto i suoi principi ed obiettivi, rigettando le accuse di tradimento. Tradimento di chi? Della Patria o dei comandi militari? Nonostante l’avesse fatta grossa, si può dire molto su Prigozhin, ma certamente non si può affermare che non fosse un patriota, decorato con la più prestigiosa onorificenza del paese “Eroe della Russia”.

La Wagner ha lasciato un segno importante nel conflitto in Ucraina; cosi come all’interno della stessa Russia. In più occasioni ha dimostrato un’efficienza superiore alle strutture regolari dell’esercito, frutto dell’esperienza ottenuta in numerose guerre. Le tattiche e gli approcci innovativi al conflitto della Wagner sicuramente serviranno da spunto per aggiornare i manuali di guerra.

Spesso i vertici della Wagner dicevano e facevano quello che non avrebbero potuto permettersi di dire o fare gli ufficiali dell’esercito regolare, alimentando gli attriti con i vertici del ministero della Difesa e parallelamente guadagnando la fiducia di molti semplici soldati ed ufficiali.

Prigozhin non si faceva problemi quando bisognava puntare l’attenzione su diversi problemi che avrebbero potuto creare difficoltà sul fronte. La causa di questi problemi aveva sempre un nome ed un cognome, così come venivano puntualmente effettuate proposte per risolvere queste situazioni. Basti pensare alla situazione con il deficit di munizioni, situazione che ha portato ad un alto numero di perdite tra i soldati. Oppure i campanelli d’allarme suonati da Prigozhin subito dopo la presa di Bakhmut, quando aveva previsto la controffensiva ucraina sui fianchi della città.