Nam Myoho Renge Kyo
213 subscribers
18 photos
15 links
Nam Myōhō Renge Kyō

Nichiren Daishonin
(Zeshō-bō Renchō)

Canale dedicato al Buddismo di Nichiren Daishonin. Vengono pubblicati estratti dal Sutra del Loto, dai Gosho e dalla Raccolta degli insegnamenti orali (Ongi kuden).

zennichi.maro@yahoo.com
Download Telegram
«Onorato dal mondo, dopo l’estinzione del Tathagata, come potranno gli esseri viventi sviluppare la mente del bodhisattva, praticare il sutra ampio e imparziale del grande veicolo e impiegare pensieri corretti per riflettere sul regno dell’unica verità? Come potranno essere sicuri di ottenere la mente della suprema illuminazione? Come potranno, senza eliminare le illusioni o separarsi dai cinque desideri, purificare i loro sensi e spazzare via le loro offese? Come potranno, con i candidi occhi di ogni giorno ricevuti alla nascita dai loro padri e dalle loro madri e, senza eliminare i cinque desideri, riuscire a vedere cosa c’è oltre gli ostacoli?». Il Budda rispose ad Ananda: «Ascolta con attenzione, ascolta con attenzione e rifletti bene. Nel passato io, il Tathagata, sul monte Gridhrakuta e in altri luoghi, ho già spiegato ampiamente la via dell’unica verità. Ora, in questo luogo, per gli esseri viventi delle epoche a venire che desidereranno praticare la suprema Legge del grande veicolo e studiare e coltivare la pratica di Virtù Universale, io esporrò il metodo che dovrebbero seguire. Che tu abbia già incontrato Virtù Universale oppure no, ora ti spiegherò i passi da percorrere per ridurre il numero delle tue offese».
Dal “Sutra per la pratica della meditazione sul bodhisattva Virtù Universale”

«Per i devoti del Sutra del Loto l'avidità è avidità e resta così com'è, la collera è collera e resta così com'è, la stupidità è stupidità e resta così com'è. E tuttavia essi stano portando avanti la pratica della Legge del bodhisattva Virtù Universale. Si dovrebbe comprendere questo chiaramente».
Dalla “Raccolta degli insegnamenti orali (Ongi kuden) di Nichiren Daishonin” (cap. 30. Il Sutra di Virtù Universale)

«Affinché possiate espiare la colpa delle vostre passate offese al corretto insegnamento ora venite ostacolati dai vostri genitori, che nutrono opinioni errate e dovete vivere nell’epoca di un sovrano che perseguita il devoto del Sutra del Loto. Le parole del sutra sono assolutamente chiare. Non dovete mai dubitare di aver offeso il corretto insegnamento nel passato. Se ne dubitate, non riuscirete ad affrontare le avversità minori di questa vita e potreste cedere all’opposizione di vostro padre e abbandonare il Sutra del Loto anche contro la vostra volontà. Ricordate che, se ciò dovesse accadere, non solo voi cadreste nell’inferno di incessante sofferenza, ma anche i vostri amati genitori cadrebbero nel grande inferno Avichi causando a voi tutti un dolore indescrivibile. La cosa importante è una grande determinazione di raggiungere la via».
Dal Gosho “Lettera ai fratelli” (RSND, vol. I)

«Che gioia è per me espiare nell’arco di un’esistenza tutte le offese alla Legge commesse fin dall’infinito passato! Che fortuna servire il Budda Shakyamuni, il signore degli insegnamenti, che io non ho mai visto! Prego prima di ogni altra cosa di poter guidare verso la verità il sovrano e gli altri che mi hanno perseguitato. Dirò al Budda di tutti i discepoli che mi hanno aiutato e, prima della mia morte, trasmetterò i grandi benefici, frutto della mia pratica, ai miei genitori che mi hanno dato la vita. Ora, come in un sogno, capisco il cuore del capitolo “Torre preziosa”, che dice: «Anche se afferraste il monte Sumeru e lo scagliaste oltre innumerevoli terre del Budda, anche questo non sarebbe difficile […]. Ma se dopo l’estinzione del Budda, in un’era malvagia, predicherete questo sutra, ciò sarà davvero difficile!».
Dal Gosho “Sulla profezia del Budda” (RSND, vol. I)
«Questo sutra è difficile da sostenere; se qualcuno potrà sostenerlo anche solo per breve tempo, certo io ne gioirò e così faranno tutti gli altri Budda. Chi è in grado di fare questo si guadagna la stima dei Budda. Questo si intende per valore, questo si intende per diligenza. Questo si chiama osservare i precetti e praticare la dhuta. In tal modo egli conseguirà l'insuperata via del Budda. E se nelle generazioni future qualcuno leggera e sosterrà questo sutra, costui sarà un vero figlio del Budda, che abiterà in una terra immacolata e buona».
Da “Il Sutra del Loto” (cap. XI. L’apparizione della torre preziosa)

«Chi sostiene questo Sutra del Loto dovrebbe sostenerlo sapendo che incontrerà difficoltà. E il conseguimento della Buddità a cui si riferiscono le parole «in tal modo egli conseguirà l'insuperata via del Budda» (questo) è ora ciò che conseguono Nichiren e i suoi seguaci quando recitano Nam-myoho-renge-kyo».
Dalla “Raccolta degli insegnamenti orali (Ongi kuden) di Nichiren Daishonin” (cap. 11. L’apparizione della Torre preziosa)

«Quando qualcuno ha udito l’insegnamento del sutra secondo il quale bene e male non sono due cose distinte, e giusto e sbagliato sono una cosa sola, allora ottiene l’illuminazione interiore e consegue la Buddità. Perciò questo si chiama conseguimento della Buddità nella propria forma presente. E poiché una persona ottiene l’illuminazione in una singola esistenza, si chiama perfetta illuminazione in un’unica esistenza. Anche se certe persone possono non essere consapevoli del principio in questione, se recitano il daimoku, proveranno la gioia che può essere condivisa solo fra Budda. Questo intende il sutra quando dice: «Certo io ne gioirò e così faranno tutti gli altri Budda». Anche se si possiede una medicina fatta di centinaia, migliaia di ingredienti, se non la si beve, non si potrà mai curare la propria malattia. Anche se vi sono ricchezze nel proprio deposito, se non si sa come aprirlo, si può patire la fame; anche se si ha la medicina in seno alla veste, se non si sa come berla, si può morire. E questo è vero anche dei benefici del Sutra del Loto, che sono come quelli del gioiello che esaudisce i desideri descritto nel capitolo “Cinquecento discepoli”. Se, insieme alla contemplazione della mente, si recita il sutra, allora naturalmente si acquisiranno questi benefici».
Dal Gosho “La dottrina dei tremila regni in un singolo istante di vita” (RSND; vol. II)
«I figli dell'Onorato dal Mondo, udendo che il Budda sarebbe entrato nel nirvana, furono colti da dolore e angoscia, sorpresi che il Budda dovesse estinguersi così presto. Il nobile saggio, re della Legge, rincuorò e confortò la folla sterminata dicendo: «Quando sarò entrato nei nirvana non dovrete avere nessuna preoccupazione o timore! Il bodhisattva Scrigno di Virtù ha già pienamente compreso nel suo cuore la vera entità senza illusioni. Sarà lui il prossimo a divenire Budda: si chiamerà Corpo Puro e anch'egli salverà innumerevoli moltitudini».
Da “Il Sutra del Loto” (cap. I. Introduzione)

«Questo brano afferma che, quando si comprende per la prima volta che la propria mente è sempre stata illuminata, questo è il conseguimento della Buddità. Vale a dire, quando si comprende per la prima volta attraverso il Daimoku [di essere l'entità di] Nam-myoho-renge-kyo».
Dalla "Raccolta degli insegnamenti orali (Ongi kuden) di Nichiren Daishonin" (cap. 1. Introduzione)

«Il Gran Maestro del Monte Hiei [Dengyo] si recò in Cina e gli fu trasmesso il significato profondo di questa frase: “unica” di «unica mente» indica l’unica pura via, “mente” indica tutti i fenomeni. Per questo il Gran Maestro T’ien-t’ai spiega così il carattere cinese che significa mente: «Una luna e tre stelle; la mente dell’effetto della Buddità è pura e limpida». Io, Nichiren, affermo che “unica” sta per myo, o mistico, “mente” sta per ho, o legge, “desiderano” sta per ren, o loto, “vedere” sta per ge, o fiore e “Budda” sta per kyo, o sutra. Nella propagazione di questi cinque caratteri i praticanti dovrebbero «non esitare anche se ciò dovesse costargli la vita». «Con un’unica mente desiderano vedere il Budda» può essere letto così: osservare il Budda con un’unica mente, concentrare la propria mente sul vedere il Budda e quando si guarda la propria mente, percepire che essa è il Budda».
Dal Gosho “Lettera a Gijo-bo” (RSND, vol. I)
«In questo mondo corrotto dalle cinque impurità, coloro che se ne compiacciono e si attaccano soltanto ai desideri, esseri viventi simili a costoro alla fine non cercheranno mai la via del Budda. Quando persone malvagie nelle epoche a venire udranno il Budda esporre l'unico veicolo, ne saranno confuse, non vi crederanno nè lo accetteranno, rifiuteranno la Legge e cadranno nei cattivi sentieri. Ma quando ci saranno esseri modesti e puri che hanno deciso di ricercare la via dei Budda, allora per il bene di costoro si dovrà ampiamente lodare la via dell'unico veicolo. Sappi, Shariputra, che questa è la Legge dei Budda».
Da "Il Sutra del Loto" (cap. II. Espedienti)

«Nelle epoche a venire» si riferisce all'Ultimo giorno della Legge. «Persone malvagie» si riferisce a Honen, Kobo, Jikaku, Chisho e quelli come loro. «Il Budda» si riferisce a Nichiren e ai suoi seguaci. «L'unico veicolo» si riferisce a Myoho-renge-kyo. Poiché queste persone non hanno fede in esso, è certo che cadranno nei tre cattivi sentieri».
Dalla "Raccolta degli insegnamenti orali (Ongi kuden) di Nichiren Daishonin" (cap. 2. Espedienti)

«Eshin, in I fondamenti dell’insegnamento dell’unico veicolo afferma: «Tutti in Giappone hanno la stessa capacità di conseguire la Buddità attraverso il perfetto insegnamento e, sia in provincia sia a corte, vicino o lontano, prendendo fede nell’unico veicolo, preti e laici, umili e nobili, tutti possono aspirare alla Buddità. Ma, vi sono alcuni maestri che non credono o non lo accettano, e si chiedono se sia un insegnamento provvisorio o un vero insegnamento. Tuttavia, se essi ritengono che sia un insegnamento provvisorio, sono meritevoli di biasimo». Il Sutra di Vimalakirti dice: «Egli [il bodhisattva] comprende tutte le faccende demoniache, ma, nella sua pratica non le segue. Saggio nel suo abile uso degli espedienti, egli è capace di usarli a suo piacimento per salvare gli altri. Ma, se qualcuno ritiene che gli espedienti siano il vero insegnamento, è da compatire».
Dal Gosho "Il significato dei sacri insegnamenti della vita del Budda" (RSND, vol. II)

«Il capitolo Hosshi del quarto volume del Sutra del Loto afferma: «Se qualcuno, nella sua ricerca della Via del Budda, per un intero kalpa congiungesse la mani e, in mia presenza, mi lodasse con innumerevoli versi, per effetto di queste lodi al Budda otterrà incommensurabili benefici. Ma chi loda colui che protegge questo sutra accumulerà fortune ancora più grandi».
Dal Gosho “Lettera a Ko-no Ama Gozen” (SND, vol. 6)
«Shariputra, immagina che in una città di una qualche nazione sia vissuto un uomo molto ricco. Egli era già in età avanzata e le sue ricchezze andavano al di là di ogni immaginazione. Possedeva molte terre, palazzi e servitori. La sua dimora era grande ma in pessimo stato e aveva un solo accesso. In essa viveva un enorme numero di persone, cento, duecento, forse addirittura cinquecento. I saloni e le stanze erano vecchi e cadenti, i muri crepati, i pilastri marci alla base, le travature deformate e incurvate».
Da “Il Sutra del Loto” (cap. III. Parabola e similitudine)

«La casa è il regno di nascita e morte, e il cancello è il sentiero fondamentale attraverso il quale si guadagna l'uscita dalla casa. Qui rappresenta la dottrina fondamentale degli espedienti. Il veicolo è la dottrina del grande veicolo, e il cancello è l'espressione fondamentale dell'insegnamento perfetto».
Dalla “Raccolta degli insegnamenti orali (Ongi kuden) di Nichiren Daishonin” (cap. 3. Similitudine e parabola)

«[...] alla domanda di dove si trovino esattamente l’inferno e il Budda, un sutra afferma che l’inferno si trova sotto terra e un altro dice che il Budda risiede a occidente. Ma, a un attento esame, risulta che entrambi esistono nel nostro corpo alto cinque piedi; questo dev’essere vero perché l’inferno è nel cuore di chi interiormente disprezza suo padre e trascura sua madre. È come il seme del loto che contiene al tempo stesso il fiore e il frutto. Anche il Budda dimora nei nostri cuori, così come dentro la pietra focaia esiste il fuoco e dentro le gemme esiste il valore. Noi persone comuni non possiamo vedere le nostre ciglia che sono vicine né i cieli che sono lontani. Ugualmente non capiamo che il Budda esiste nel nostro cuore».
Dal Gosho “Gosho di Capodanno” (RSND, vol. I)
«Monaci, se il Tathagata percepisce che è giunto il tempo di entrare nel nirvana e che i membri dell'assemblea sono puri e limpidi, saldi nella fede e capaci di comprensione, padroni della Legge del vuoto e profondamente assorti nella pratica della meditazione, allora egli convocherà l'assemblea di bodhisattva e di ascoltatori della voce e predicherà questo sutra per loro. Nel mondo non ci sono due veicoli per mezzo dei quali si possa conseguire l'estinzione. Vi è soltanto l'unico veicolo del Budda per conseguire l'estinzione, uno soltanto».
Da “Il Sutra del Loto” (cap. VII. La parabola della città fantasma)

«Questa fede e questa comprensione non sono limitate alla fede e alla comprensione dei quattro grandi discepoli ascoltatori della voce di media capacità. Sono la fede e la comprensione della Legge meravigliosa, e perciò sono la fede e la comprensione di tutti i dieci mondi e i tremila regni. Sono la fede e la comprensione di renge, il loto, e perciò sono la fede e la comprensione di tutti i dieci mondi e i tremila regni che sono limpide e pure. L'entità o l'oggetto di questa fede e di questa comprensione è Nam-myoho-renge-kyo».
Dalla “Raccolta degli insegnamenti orali (Ongi kuden) di Nichiren Daishonin” (cap. 4. Fede e comprensione)

«I benefici che si ottengono anche da un singolo istante di fede e comprensione nel Sutra del Loto sorpassano quelli della pratica delle cinque paramita, e il beneficio dalla cinquantesima persona che gioisce nell’udire il Sutra del Loto è maggiore di quello che si acquisisce in ottant’anni di offerte. La dottrina dell’ottenimento immediato dell’illuminazione offusca di gran lunga quelle delle altre scritture, e le affermazioni sulla rivelazione dell’illuminazione originale del Budda e della incommensurabile durata della sua vita non si trovano in nessun altro insegnamento. Per questo motivo, la figlia di otto anni del re drago fu capace di uscire dal vasto mare e dimostrò in un istante il potere di questo sutra, e Pratiche Superiori, un bodhisattva dell’insegnamento originale, emerse dalla grande terra dimostrando la durata inconcepibilmente lunga della vita del Budda. Questo è il re dei sutra, che sfugge a ogni descrizione con le parole, la Legge meravigliosa al di là del potere di comprensione della mente».
Dal Gosho “Domande e risposte riguardo all’abbracciare il Sutra del Loto” (RSND, vol. I)
«A quel tempo il padre torna a casa e scopre che i figli hanno bevuto il veleno. Alcuni sono completamente fuori di sé, mentre altri non lo sono. Vedendo il padre che è tornato da lontano, tutti i figli si rallegrano, si inginocchiano e lo implorano: «Quanto siamo felici che tu sia tornato sano e salvo. Siamo stati stupidi e per errore abbiamo bevuto del veleno, Ti preghiamo di curarci e di farci vivere ancora!». Il padre, vedendo i figli così sofferenti, segue varie ricette: raccoglie buone erbe medicinali, tutte perfette nel colore, nell'aroma e di sapore gradevole, le macina, le setaccia e le miscela insieme. Ne dà una dose ai figli dicendo loro: «Questa è una medicina molto efficace, perfetta nel colore, nell'aroma e di sapore gradevole. Prendetela e sarete presto guariti dai vostri dolori e liberi da qualsiasi malattia». I figli che non hanno perso il senno capiscono che si tratta di una buona medicina, sopraffina per colore e aroma, la prendono e guariscono subito dai loro mali. Coloro che invece non sono più in sé sono egualmente felici di vedere il padre che è tornato e lo implorano di curarli, ma quando viene data loro la medicina, rifiutano di prenderla. Perché? Perché il veleno è penetrato profondamente ed essi hanno perduto il senno. Così, benché la medicina sia di colore e aroma eccellenti, essi non credono che sia buona. Tra sé e sé il padre pensa: «Poveri figli miei! A causa del veleno che hanno ingerito le loro menti sono completamente annebbiate. Sono felici di vedermi e mi chiedono di curarli, tuttavia rifiutano di prendere questa ottima medicina. Occorre che escogiti qualche espediente per indurli a berla».
Da “Il Sutra del Loto” (cap. XVI. Durata della vita del Tathagata)
«La fede nel cuore del Sutra del Loto corrisponde ai semi. E quando si entra nell'Illuminazione del vero aspetto di tutti i fenomeni, allora si ottiene il frutto della Buddità. La "medicina" rappresenta la mente degli esseri viventi nei nove mondi. La mente che è devota agli insegnamenti provvisori è paragonabile a una pianta velenosa. Ma quando si incontra il Sutra del Loto, allora nella terra della mente dei desideri terreni che è afflitta dai tre veleni di avidità, collera e stupidità vengono piantati i semi del completo godimento dei tre corpi di un Budda, e risvegliarsi a questo fatto è ciò che si intende con "medicina". Ora Nichiren e i suoi seguaci applicano questa medicina della Legge meravigliosa alle piante dei desideri terreni. Questo è in realtà un modo per dire in forma di parabola che i desideri terreni sono Illuminazione e che le sofferenze di nascita e morte sono nirvana».
Dalla “Raccolta degli insegnamenti orali (Ongi kuden) di Nichiren Daishonin” (cap. 5. La parabola delle erbe medicinali)

«T’ien-t’ai afferma che il conseguimento della Buddità da parte delle persone dei due veicoli è la prova che tutti gli esseri viventi, senza eccezione alcuna, possono divenire Budda. Si può pensare che sia difficile per un asura attraversare il grande mare? O che per un bambino sia facile buttare a terra un uomo grande e grosso? Anche i sutra esposti prima del Sutra del Loto affermano che coloro che possiedono i semi della natura di Budda possono conseguire la Buddità, ma nessuno afferma che potranno farlo coloro i cui semi sono irrimediabilmente bruciati. Solamente la buona medicina del Sutra del Loto può guarire senza difficoltà questa grave afflizione. Ora, se desideri conseguire la Buddità, devi solo ammainare i vessilli dell’arroganza, mettere da parte il bastone della rabbia e dedicarti esclusivamente all’unico veicolo del Sutra del Loto. Fama mondana e profitto sono orpelli della presente esistenza; arroganza e pregiudizio sono catene nella futura esistenza».
Dal Gosho “Domande e risposte riguardo all’abbracciare il Sutra del Loto” (RSND, vol. I)
«Questo annuncio ai monaci: se con l'occhio del Budda osservo Kashyapa qui di fronte a me, vedo che in un'esistenza futura, dopo che saranno trascorsi kalpa innumerevoli, egli conseguirà la Buddità. Nelle vite future egli farà offerte e adirà al cospetto di tremila miliardi di Budda, Onorati dal Mondo. Ricercando la saggezza del Budda egli svolgerà con cura tutte le pratiche di brahma e farà offerte agli eccelsi, ai più degni d'onore tra gli esseri con due gambe. Dopo aver fatto questo, dopo aver coltivato insuperabili forme di saggezza, nella sua incarnazione finale diverrà Budda».
Da “Il Sutra del Loto” (cap. VI. Predizioni)

«Mahakashyapa eccelleva per la sua dedizione alla dhuta, le pratiche ascetiche. La parola dhuta significa scrollarsi di dosso o scartare. Ora che siamo entrati nell'Ultimo giorno della Legge, Nichiren e i suoi seguaci scartano tutte le altre pratiche religiose e si dedicano unicamente a Nam-myoho-renge-kyo. Questo è ciò a cui si riferisce il brano [del capitolo L'apparizione della torre preziosa] che recita: «Questo sutra è difficile da sostenere; se qualcuno potrà sostenerlo anche solo per breve tempo, certo io ne gioirò e così faranno tutti gli altri Budda. Chi è in grado di fare questo si guadagna la stima dei Budda. Questo si intende per valore, questo si intende per diligenza. Questo si chiama osservare i precetti e praticare la dhuta».
Dalla “Raccolta degli insegnamenti orali (Ongi kuden) di Nichiren Daishonin” (cap. 6. Concessione della profezia)

«[...] quando il Sutra del Loto espose la dottrina del mutuo possesso dei Dieci mondi, gli ascoltatori della voce compresero che, pur dedicandosi all’autodisciplina e alla salvezza personale, essi possedevano anche il mondo di bodhisattva. Compresero che, senza svolgere le sei paramita e le diecimila pratiche, senza trascorrere miriadi di koti di kalpa a farlo, gli ascoltatori della voce sono in possesso di tutte le incommensurabili e illimitate pratiche religiose svolte con grande sforzo dai vari bodhisattva e che perciò, inaspettatamente, gli ascoltatori della voce erano degni di essere chiamati bodhisattva. Anche i guardiani dell’inferno che tormentano gli altri, e le persone comuni con la loro avarizia e avidità possono essere chiamati bodhisattva. Anche i Budda sono compresi nel mondo di bodhisattva perché dimorano nello stadio della pratica religiosa [anche dopo aver ottenuto l’illuminazione]. Perciò, sebbene essi si trovino nello stadio della perfetta illuminazione, sembrano essere allo stadio precedente, quello dell’illuminazione quasi perfetta. Così nel capitolo del Sutra del Loto “La parabola delle erbe medicinali” il Budda si rivolge agli ascoltatori della voce dicendo: «Voi state praticando la via del bodhisattva». Inoltre, anche se non svolgiamo le sei paramita, siamo uguali ai bodhisattva che hanno svolto alla perfezione tutte le sei paramita. Di conseguenza il Sutra degli Innumerevoli significati afferma: «Anche se essi non hanno ancora potuto praticare le sei paramita, le sei paramita appariranno loro davanti in modo naturale». Noi, che non osserviamo nemmeno uno dei precetti, dobbiamo essere considerati persone che sostengono i precetti, come si vede nel seguente passo del Sutra del Loto che dice: «Questo si intende per valore, questo si intende per diligenza. Questo si chiama osservare i precetti e praticare la dhuta».
Dal Gosho “Il significato dei sacri insegnamenti della vita del Budda” (RSND, vol. II)
«I kalpa trascorsi da quando quel Budda si è estinto sarebbero comunque superiori al numero delle particelle di polvere, incommensurabili, illimitati, centinaia, migliaia, decine di migliaia, milioni di asamkhya kalpa. Ma, poiché io mi avvalgo del potere del Tathagata per vedere e conoscere, quando osservo quel tempo remoto mi appare come se fosse oggi».
Da “Il Sutra del Loto” (cap. VII. La parabola della città fantasma)

«Questo brano sta parlando dell'unico istante di vita originale, che è anche il regno del Dharma, e sta dicendo che, al di fuori di quell'unico istante di vita originale o del regno del Dharma, i sei sentieri e i quattro mondi nobili non esistono. Sta parlando di Nam-myoho-renge-kyo, l'unico istante di vita che permea le tre esistenze di passato, presente e futuro. La parola "oggi" indica l'oggi dell'Ultimo giorno della Legge».
Dalla "Raccolta degli insegnamenti orali (Ongi kuden) di Nichiren Daishonin" (cap. 7. La parabola della città fantasma)

«Se vuoi liberarti dalle sofferenze di nascita e morte che sopporti dall'eternità e raggiungere senza alcun dubbio la suprema illuminazione in questa esistenza, devi risvegliarti alla mistica verità che è sempre esistita nella vita degli esseri umani. Questa verità è Myoho-renge-kyo. Di conseguenza recitare Myoho-renge-kyo ti permetterà di afferrare la mistica verità dentro di te. Myoho-renge-kyo è il re dei sutra, senza errori sia nella lettera che nella teoria. Le sue parole sono la realtà della vita, e la realtà della vita è la Legge mistica (myoho). È chiamata Legge mistica perché spiega la relazione di mutua compenetrazione tra la vita e tutti i fenomeni. È questa la ragione per cui questo Sutra è la saggezza di tutti i Budda. La relazione di mutua compenetrazione tra la vita e tutti i fenomeni significa che la vita in ogni istante abbraccia sia il corpo e lo spirito, sia l'io e l'ambiente di tutti gli esseri senzienti in ognuno dei dieci mondi e dei tremila mondi, come pure gli esseri insenzienti: le piante, il cielo e la terra, fino alle più piccole particelle di polvere. La vita in ogni istante permea l'universo ed è rivelata in tutti i fenomeni. Chi si risveglia a questa verità materializza egli stesso questa relazione (di mutua compenetrazione tra la vita e tutti i fenomeni). Tuttavia, anche se reciti e credi in Myoho-renge-kyo, se pensi che la Legge sia al di fuori di te, stai abbracciando non la Legge mistica ma qualche insegnamento imperfetto. "Insegnamenti imperfetti" significa quelli al di fuori di questo sutra, che sono tutti provvisori e transitori. Nessun insegnamento provvisorio conduce direttamente all'illuminazione, e senza la diretta via all'illuminazione non puoi raggiungere la Buddità, anche se pratichi vita dopo vita per innumerevoli eoni. Raggiungere la Buddità in questa esistenza sarebbe dunque impossibile. Quindi, quando invochi la Legge mistica e reciti il Sutra del Loto, devi raccogliere la profonda fede che Myoho-renge-kyo è la tua vita stessa».
Dal Gosho “Il raggiungimento della Buddità in questa esistenza” (SND, vol. 4)
«Per tutta la lunga notte l'Onorato dal Mondo nella sua compassione ci ha costantemente istruito, inducendoci a coltivare l'aspirazione suprema. Ma poiché siamo privi di saggezza siamo inconsapevoli di ciò, ignari. Avendo ottenuto una piccola parte del nirvana, ci sentiamo soddisfatti e non cerchiamo altro. Ma ora il Budda ci risveglia e ci dice: «Questa non è autentica estinzione. Quando avrete raggiunto la saggezza suprema del Budda, quella sarà la vera estinzione!». Ora abbiamo udito dal Budda queste predizioni, le descrizioni degli ornamenti e come ognuno a sua volta concederà la predizione al suo successore e siamo colmi di gioia nel corpo e nella mente».
Da “Il Sutra del Loto” (cap. VIII. Predizione dell'illuminazione a cinquecento discepoli)

«In questa gioia è contenuta la gioia di tutti i Budda delle tre esistenze di passato, presente e futuro. Ora, quando Nichiren e i suoi seguaci recitano Nam-myoho-renge-kyo, il Budda Shakyamuni prova gioia, come egli indica [nell'undicesimo capitolo, L'apparizione della Torre preziosa] con le parole: «Certo io ne gioirò». Questa gioia è condivisa allo stesso modo dai regni del bene e del male. Dovreste riflettere attentamente su questo».
Dalla "Raccolta degli insegnamenti orali (Ongi kuden) di Nichiren Daishonin" (cap. 8. Predizione dell'Illuminazione a cinquecento discepoli).

«Sebbene io e i miei discepoli possiamo incontrare varie difficoltà, se non nutriamo dubbi nei nostri cuori, conseguiremo naturalmente la Buddità. Non dubitate semplicemente perché il cielo non vi protegge. Non scoraggiatevi perché non godete di un’esistenza facile e tranquilla in questa vita. Questo è quello che ho insegnato ai miei discepoli mattina e sera, ma tuttavia hanno cominciato a nutrire dubbi e ad abbandonare la loro fede. Gli stupidi sono soliti dimenticare le loro promesse quando viene il momento cruciale. Alcuni provano pietà per le mogli e i figli e si addolorano al pensiero di separarsi da loro in questa vita. In innumerevoli nascite attraverso molti lunghi kalpa hanno avuto mogli e figli e si sono sempre separati da loro. Ma lo hanno fatto contro la loro volontà e non per desiderio di seguire la via del Budda. Dato che si dovranno dividere in ogni caso, dovrebbero conservare la loro fede nel Sutra del Loto e prendere la strada per il Picco dell’Aquila, in modo da portarvi anche le mogli e i figli».
Dal Gosho “L’apertura degli occhi”, seconda parte (RSND, vol. II)
«A quel tempo l'Onorato dal Mondo osservò i duemila novizi e discepoli anziani dalla mente paziente e gentile, serenamente immacolati e puri, che devotamente rivolgevano lo sguardo verso il Rudda. Il Budda disse ad Ananda: «Vedi questi duemila novizi e discepoli anziani?». «Sì, li vedo». «Ananda, queste persone faranno offerte a Budda e a Tathagata in numero pari alle particelle di polvere di cinquanta mondi, onorandoli e riverendoli, proteggendo e sostenendo i loro forzieri del Dharma. Nella loro esistenza finale riusciranno tutti insieme a divenire Budda nelle terre delle dieci direzioni».
Da “Il Sutra del Loto” (cap. IX. Predizioni conferite ai novizi e ai discepoli anziani)

«[...] tutti gli esseri viventi dei dieci mondi e dei tremila regni sono inclusi tra questi cinquecento discepoli. E dato che sono discepoli di renge, il loto, significa anche che essi sono limpidi e puri».
Dalla “Raccolta degli insegnamenti orali (Ongi kuden) di Nichiren Daishonin” (cap. 9. Predizioni conferite ai novizi e ai discepoli anziani)

«Il sole e la luna sono limpidi specchi che riflettono tutto ciò che accade nei quattro quadranti del cielo, e perciò gli dèi celesti sicuramente mi conoscono e mi capiscono! Il sole e la luna sono limpidi specchi che riflettono tutto ciò che accade nei mondi delle dieci direzioni, e perciò i Budda sicuramente mi conoscono e mi capiscono! Non c’è il minimo dubbio [sul fatto che mi proteggeranno]. È solo che parte del mio karma delle vite passate deve ancora essere espiato. Ma, quando fui condannato all’esilio, il Budda Shakyamuni, il signore degli insegnamenti, non mi avvolse forse con la sua veste? E l’anno scorso, la notte del dodicesimo giorno del nono mese, non sono forse riuscito a fuggire quando stavo per perdere la vita? Questo significa il passo: «Se la mente è forte, di certo anche la protezione degli déi sarà salda». Non devi mai dubitarne, nemmeno per un istante. In nessuna circostanza devi lasciare spazio al dubbio!».
Dal Gosho “Errori della Vera parola e di altre scuole” (RSND, vol. II)
«Se desideri liberarti dall'indolenza e dalla pigrizia, devi ascoltare questo sutra. É difficile avere l'occasione di udire questo sutra e ugualmente difficile è credervi e accettarlo. Se una persona assetata ha bisogno di acqua, può scavare una buca su un altopiano, ma finché continua a vedere che il terreno è secco capisce che l'acqua è ancora lontana. Ma pian piano vede il terreno farsi umido e fangoso e allora comprende che certamente l'acqua è vicina. Re della Medicina, sappi che anche le persone sono proprio così: se non ascoltano il Sutra del Loto, saranno sempre lontane dalla saggezza del Budda. Ma se ascoltano questo profondo sutra che definisce la Legge per gli ascoltatori della voce, se ascoltano questo re dei sutra e, dopo averlo ascoltato, meditano attentamente, sappi che tali persone sono vicine alla saggezza del Budda».
Da “Il Sutra del Loto” (cap. X. Il maestro della Legge)

«Le parole "indolenza" e "pigrizia" si riferiscono agli insegnamenti dei sutra che furono esposti come espedienti durante i più di quarant'anni [successivi all'Illuminazione del Budda]. Essi sono tutti sutra di "indolenza" e "pigrizia". "Questo sutra" indica il Daimoku. Ora Nichiren e i suoi seguaci, che recitano il Daimoku, o Nam-myoho-renge-kyo, sono diligenti nei loro sforzi. È per questo che il sutra dice: «Devi ascoltare questo sutra». In particolare, esso dice: «Devi ascoltare questo sutra da Nichiren»
Dalla “Raccolta degli insegnamenti orali (Ongi kuden) di Nichiren Daishonin” (cap. 10. Il Maestro della Legge)

«Una bella spada si ottiene battendo il ferro incandescente. I santi e i saggi sono messi alla prova dagli insulti. Il mio attuale esilio non è dovuto ad alcun crimine mondano; è per permettermi di espiare in questa esistenza le mie gravi offese passate ed essere libero dai tre cattivi sentieri nell’esistenza futura. Il Sutra del Parinirvana afferma: «Nelle epoche future, ci saranno uomini che si faranno monaci, indosseranno la tonaca e fingeranno di studiare i miei insegnamenti; ma, essendo pigri e negligenti, insulteranno i sutra corretti ed equi. Sappiate che costoro sono i seguaci delle attuali dottrine non buddiste». Chi legge queste parole dovrebbe riflettere a fondo sulla propria pratica; il Budda dice che i preti nostri contemporanei, che indossano la tonaca ma sono pigri e negligenti, sono stati discepoli dei sei maestri non buddisti dei suoi giorni».
Dal Gosho “Lettera da Sado” (RSND, vol. I)
«[...] la figlia del re drago apparve improvvisamente dinanzi al Budda, chinò il capo in segno di rispetto e si ritirò da parte recitando questi versi di lode: «Egli percepisce i segni della colpa e della fortuna e illumina ovunque le dieci direzioni. Il suo ineffabile corpo del Dharma, puro e meraviglioso, è dotato dei trentadue segni; le ottanta caratteristiche adornano il suo corpo del Dharma. Dèi e uomini lo osservano con timore, draghi e spiriti tutti lo onorano e lo rispettano; tra tutti gli esseri viventi non vi è nessuno che non lo riverisca. Udendo i suoi insegnamenti, io ho conseguito la bodhi: il Budda soltanto può esserne testimone. lo espongo le dottrine del Grande Veicolo per riscattare gli esseri viventi dalla sofferenza». A quel tempo Shariputra disse alla fanciulla drago: «Tu presumi di aver raggiunto la via suprema in così breve tempo. Ma questo è davvero difficile da credere» [...] «A quel tempo la fanciulla drago porse al Budda un gioiello che aveva, prezioso come mille milioni di mondi; il Budda lo accettò immediatamente. La fanciulla drago disse al bodhisattva Accumulo di Saggezza e al venerabile Shariputra: «Ho offerto questo prezioso gioiello e l'Onorato dal Mondo l'ha accettato: ciò non è forse accaduto rapidamente?» Essi risposero: «Sì, davvero rapidamente!» La fanciulla continuò: «Avvaletevi dei vostri poteri sovrannaturali e guardate come conseguo la Buddità. Sarà cosa persino più rapida!».
Da "Il Sutra del Loto" (cap. XII. Devadatta)

«Quando la fanciulla drago dice "guardate come conseguo la Buddità", Shariputra pensa che si stia riferendo solo al suo individuale conseguimento della Buddità, ma questo è un errore. Lei lo sta rimproverando, intendendo dire: «Guardate come si ottiene la Buddità». La parola kan, o "guardare", si riferisce al kan dei sei stadi della pratica [di Grande concentrazione e contemplazione di T'ien-t'ai]. Qui si dovrebbe interpretarlo come attinente al kan, o percezione, che è rappresentato nel secondo dei sei stadi, lo stadio in cui si ascoltano il nome e le parole della verità. Perciò, non appena si ascolta Nam-myoho-renge-kyo, [come dice l'ottavo volume di Parole e frasi parlando della fanciulla drago] ci si è «seduti senza dubbio per un istante nel luogo della pratica e perciò si è conseguita la Buddità».
Dalla "Raccolta degli insegnamenti orali (Ongi kuden) di Nichiren Daishonin" (cap. 12. Devadatta)
«Dato che anche una donna nel regno degli esseri umani o celesti non aveva speranza di entrare nella strada della Buddità, ancor meno ne poteva avere questa donna drago, un umile animale che non aveva ancora raggiunto la maturità, ma aveva appena otto anni. Eppure, contrariamente a ogni aspettativa, grazie all’istruzione di Manjushri, nel breve intervallo fra il capitolo “Maestro della Legge” e il capitolo “Devadatta”, mentre veniva esposto il capitolo “Torre preziosa”, conseguì la Buddità nelle profondità del mare. Se non fosse stato per il potere del Sutra del Loto, il supremo fra tutti gli insegnamenti del Budda, come sarebbe potuta accadere una cosa simile? Per questo Miao-lo commentò: «Il sutra qui dimostra il suo potere rivelando che la pratica è superficiale, ma il beneficio che ne risulta è assai profondo». Poiché la fanciulla drago era diventata Budda grazie a questo sutra, anche senza l’esortazione del Budda non potrebbe mai abbandonare i praticanti del Sutra del Loto. Nei versi in lode del Budda ella disse: «Io espongo le dottrine del grande veicolo per riscattare gli esseri viventi dalla sofferenza». Il suo giuramento fu pronunciato anche da tutto il suo seguito, cioè da tutti i draghi, il cui numero è così vasto che «le parole non possono esprimerlo, la mente non può concepirlo». Sagara, il re dei draghi, che, benché fosse un animale, amava profondamente la figlia, prese il tesoro più prezioso del grande mare, un gioiello che esaudisce i desideri, e lo dette alla figlia perché lo donasse al Budda come offerta per aver conseguito la Buddità nella sua forma presente. Questo gioiello aveva un valore pari a un sistema maggiore di mondi».
Dal Gosho "Sulle preghiere" (RSND, vol. I)
«Grande Gioia della Predicazione disse al Budda: «Onorato dal Mondo, io e gli altri vorremmo vedere anche questi Budda che sono emanazioni dell'Onorato dal Mondo per rendere loro omaggio e fare offerte». Allora il Budda emise un raggio di luce dalla ciocca di capelli bianchi [tra le sue sopracciglia] e rese immediatamente visibili nella regione orientale i Budda di cinquecentodiecimila milioni di nayuta di terre, numerose come le sabbie del Gange».
Da “Il Sutra del Loto” (cap. XI. L’apparizione della torre preziosa)

«Le quattro direzioni - nord sud, est e ovest - le quattro direzioni intermedie - nordest, nordovest, sudest e sudovest - e la direzione superiore e quella inferiore costituiscono le dieci direzioni, che equivalgono ai dieci mondi. Tutti gli esseri viventi dei dieci mondi condividono la luce dei tre veleni di collera, avidità e stupidità. A ciò si riferisce qui la luce dalla ciocca di capelli bianchi tra le sopracciglia del Budda. Essa è la saggezza incarnata nell'unica mente della Via di mezzo. Ora quando Nichiren e i suoi seguaci recitano Nam-myoho-renge-kyo fanno risplendere questa luce su tutti i dieci mondi simultaneamente. Questo perché [Nam-myoho-renge-kyo] è la luce brillante del vero aspetto di tutti i fenomeni».
Dalla “Raccolta degli insegnamenti orali (Ongi kuden) di Nichiren Daishonin” (cap. 11. L’apparizione della Torre preziosa)

«[...] Miao-lo afferma: «Nessun sutra mahayana fu esposto senza che moltitudini di persone si radunassero, senza che il Budda emettesse un raggio di luce dalla fronte, senza che piovessero fiori dal cielo o che la terra tremasse, ma mai la gente era stata così fortemente disorientata». Questo significa che anche per tutti gli altri sutra vi furono dei presagi, ma non erano mai stati altrettanto impressionanti. Per questa ragione il Gran Maestro T'ien-t'ai affermò: «Si dice che il ragno che tesse la tela preannuncia un evento felice e che il verso della gazza annuncia l'arrivo di un ospite. Se vi sono presagi anche per tali cose di poco conto, come possono mancare per i grandi avvenimenti? Da ciò che è vicino, si conosce ciò che è distante». Quando fu esposto Io Shakumon del Sutra del Loto, apparvero grandi portenti mai visti nei precedenti quarant’anni di predicazione».
Dal Gosho “Sui presagi” (SND, vol. 6)
«Dopo l'estinzione del Budda in un'epoca di paura e male noi predicheremo in lungo e in largo. Ci saranno molte persone ignoranti che ci malediranno e parleranno male di noi; ci attaccheranno con spade e bastoni, ma noi sopporteremo tutte queste offese. In quell'epoca malvagia ci saranno monaci di saggezza perversa, adulatori e sleali, che pretenderanno di aver conseguito ciò che non hanno conseguito, che saranno arroganti e presuntuosi».
Da Il Sutra del Loto (cap. XIII. Esortazione alla devozione)

«L'epoca malvagia a cui si riferisce questo brano sui monaci di un'epoca malvagia è l'Ultimo giorno della Legge. I monaci sono persone come Kobo e altri che offendono la Legge. Essi gettano via la saggezza corretta incarnata nel Sutra del Loto e si basano invece sulla "saggezza perversa" degli insegnamenti provvisori. Ora Nichiren e i suoi seguaci che recitano Nam-myoho-renge-kyo rappresentano la saggezza corretta nella sua forma più alta».
Dalla Raccolta degli insegnamenti orali (Ongi kuden) di Nichiren Daishonin (cap. 13. Esortazione alla devozione)

«Se consideriamo la questione alla luce di questi passi, vedremo che il paese è pieno di monaci malvagi che predicano dottrine che lo condurranno alla distruzione e che porteranno alla violazione della Legge buddista. I governanti e i quattro tipi di credenti buddisti che vivono nel paese, non rendendosi conto della verità, li ascoltano e credono alle loro parole. Perciò, rifiutano questi sutra mahayana e vi si oppongono.
Domanda: Questi monaci malvagi, di cui è pieno il paese, le cui dottrine lo conducono alla distruzione e portano alla violazione della Legge buddista, appariranno tra i discepoli del Budda o fra i seguaci di dottrine non buddiste?
Risposta: Il Sutra dei Re benevolenti dice: «Quelle persone che dovrebbero sostenere e proteggere i tre tesori del Buddismo, diventeranno al contrario i distruttori dei tre tesori, proprio come i vermi nati dal corpo di un leone morto, che si cibano della sua carne. Non saranno i non buddisti, [ma nella maggior parte dei casi i discepoli stessi del Budda, che distruggeranno questa mia Legge buddista]». Secondo questi passi, i distruttori del paese e della Legge buddista proverranno dalle fila dei discepoli del Budda.
Domanda: Questi monaci malvagi che distruggeranno l’insegnamento corretto, lo distruggeranno con un insegnamento che assomiglia a quello corretto oppure lo distruggeranno con un insegnamento malvagio?
Risposta: Gli insegnamenti hinayana vengono usati per distruggere gli insegnamenti mahayana provvisori e questi, a loro volta, vengono usati per distruggere il vero Mahayana. Questi maestri e i loro discepoli non sono consapevoli di commettere un’azione che offende la Legge e distrugge il paese. Perciò commettono tali azioni che violano le regole di disciplina buddiste e distruggono il paese, e di conseguenza cadranno nei tre cattivi sentieri dell’esistenza».
Dal Gosho “Come affrontare i disastri “ (RSND, vol. II)
«Praticate assiduamente la pazienza, abbiate pietà di tutti gli esseri e fate del vostro meglio per esporre e predicare il sutra lodato dal Budda. Nell'era ultima che seguirà, verso le persone che abbracceranno questo sutra, sia che vivano in famiglia sia che l'abbiano lasciata, verso le persone che non sono bodhisattva, dovete nutrire pietà e compassione dicendo: «Se non ascoltano e non credono in questo sutra stanno commettendo un grave errore. Guadagnando la via del Budda io utilizzerò vari espedienti predicherò la Legge per loro, facendoli dimorare in essa».
Da “Il Sutra del Loto” (cap. XIV. Pratiche pacifiche)

«Riguardo alle pratiche "pacifiche" del Sutra del Loto della Legge meravigliosa e alle pratiche svolte da Nichiren e dai suoi seguaci ora nell'Ultimo giorno della Legge, dovreste capire che, quando si pratica il Sutra del Loto in tali circostanze, sorgeranno difficoltà, ed esse devono essere considerate pratiche "pacifiche"».
Dalla “Raccolta degli insegnamenti orali (Ongi kuden) di Nichiren Daishonin” (cap. 14. Pratiche pacifiche)

«I due ideogrammi della parola jigoku si possono leggere come "scavare una fossa nella terra". Per colui che muore si scava una fossa: questa è jigoku. Le fiamme della cremazione sono le fiamme della sofferenza incessante. La moglie, i figli e i parenti che si affannano intorno al morto sono i guardiani dell'inferno, gli Aborasetsu. I lamenti dei familiari sono le voci dei guardiani dell'inferno. Il bastone lungo due shaku e mezzo è la mazza di ferro [dei carnefici]. I cavalli e i buoi [del carro funebre] sono i demoni con testa di cavallo e di bue e la tomba stessa è la grande fortezza della sofferenza incessante. Gli ottantaquattromila calderoni sono gli ottantaquattromila bonno. Il defunto che lascia la sua casa inizia il viaggio verso la montagna della morte e la riva del fiume su cui sostano nel dolore i suoi figli devoti, è il fiume dei tre passaggi. È inutile cercare l'inferno altrove. Coloro che abbracciano il sutra del Loto possono cambiare tutto questo. Per loro l'inferno diventa la Pura Terra illuminata, le fiamme ardenti si trasformano nella torcia della saggezza del corpo di retribuzione del Budda, il suo cadavere diventa il corpo della Legge del Budda e l'abisso di fuoco diventa la "grande stanza della compassione" del corpo di manifestazione del Budda. Il bastone è il bastone della realtà della mistica Legge, il fiume dei tre passaggi è l'oceano di "nascita e morte sono nirvana" e la montagna della morte è il grande picco di "desideri terreni sono illuminazione". Devi capire questo. Prendere coscienza di ciò è Sokushin Jobutsu, è kaibutchiken (aprire l'occhio della saggezza del Budda). Solo così Devadatta trasformò l'inferno della sofferenza incessante nel paradiso della luce eterna e la figlia del re dei Naga raggiunse la Buddità senza cambiare la sua forma di serpente».
Dal Gosho “Inferno e Buddità” (SND, vol. 5)
«[...] questi figli studiano e praticano la Legge della mia via. E allo scopo di ricercare la via del Budda, giorno e notte si applicano sempre con diligenza in questo mondo di saha, dimorando nel vuoto al di sotto di esso. Con salda forza di volontà e concentrazione ricercano la saggezza con costanza e diligenza, espongono varie dottrine meravigliose e le loro menti sono libere dalla paura».
Da “Il Sutra del Loto” (cap. XV. Emergere dalla terra)

«Applicarsi con diligenza giorno e notte: questo è sempre stato il modo di ricercare la via del Budda».
Dalla “Raccolta degli insegnamenti orali (Ongi kuden) di Nichiren Daishonin” (cap. 15. Emergere dalla terra)

«Le profezie del Tathagata che si trovano nelle scritture, se considerate alla luce del vero intento del Budda, non contengono la benché minima falsità sia in materia secolare sia religiosa. Nel Sutra del Loto si afferma: «Dopo la mia estinzione, dovrebbe abbracciare e sostenere questo sutra. Tale persona sicuramente, senza alcun dubbio, conseguirà la via del Budda» e anche: «In tal modo egli conseguirà rapidamente l’insuperata via del Budda». Se queste predizioni fossero vuote parole e la predizione che conseguiremo la Buddità una menzogna, le lingue di tutti i Budda si spaccherebbero in due, la torre del Budda Molti Tesori si sgretolerebbe e crollerebbe, il posto in cui siedono fianco a fianco i due Budda [Shakyamuni e Molti Tesori] si trasformerebbe in un letto di ferro incandescente dell’inferno di incessante sofferenza e le tre terre di Transizione, della Ricompensa Effettiva e della Luce Eternamente Tranquilla si trasformerebbero nei tre cattivi sentieri di inferno, spiriti affamati e animalità. Ma come potrebbe essere possibile una cosa del genere? Oh, com’è rassicurante, com’è rassicurante! Se continuiamo a pensare così, pur essendo esuli, abbiamo motivo di rallegrarci nel corpo e nello spirito! Io medito giorno e notte sulle importanti dottrine e, ora per ora, momento per momento, assaporo il principio che ci permette di conseguire la Buddità. E poiché trascorro il tempo in questo modo, anche se passano mesi e anni, il tempo non mi sembra lungo e le ore trascorse non mi sembrano molte».
Dal Gosho “Risposta a Sairen-bo” (RSND, vol. I)
«Io so sempre chi sta praticando la via e chi non lo sta facendo, e, in risposta al loro bisogno di salvezza, predico per loro diverse dottrine. Questo è il mio pensiero costante: come posso far sì che tutti gli esseri viventi accedano alla via suprema e acquisiscano rapidamente il corpo di Budda?»
Da “Il Sutra del Loto” (cap. XVI. Durata della vita dei Tathagata)

«Il termine "via suprema" si riferisce al Budda eternamente dotato dei tre corpi che è rivelato nel capitolo Durata della vita del Tathagata. Oltre questo, non c'è nessun altro "corpo di Budda" da acquisire. Ora Nichiren e i suoi seguaci, che recitano Nam-myoho-renge-kyo, senza dubbio "acquisiranno il corpo di Budda"».
Dalla “Raccolta degli insegnamenti orali (Ongi kuden) di Nichiren Daishonin” (cap. 16. Durata della vita del Tathagata)

«Gli esseri viventi come noi hanno dimorato nel mare delle sofferenze di nascita e morte sin dal tempo senza inizio. Ma, quando diventano devoti del Sutra del Loto, comprendono che i loro corpi e le loro menti, che esistono sin dal tempo senza inizio, sono intrinsecamente dotati della natura eternamente immutabile, si risvegliano alla mistica realtà grazie alla loro mistica saggezza, e ottengono il corpo di Budda indistruttibile come il diamante. Come potrebbero essere diversi da quel Budda? Il Budda Shakyamuni, il signore degli insegnamenti, che in un tempo remoto tanti kalpa quanti i granelli di polvere di innumerevoli sistemi maggiori di mondi dichiarò: «Io sono l’unica persona [che può salvarli e proteggerli]», non è altro che ognuno di noi esseri viventi. Questo è l’insegnamento dei tremila regni in un singolo istante di vita del Sutra del Loto, il comportamento di «Sono sempre qui a predicare la Legge». Le persone comuni sono inconsapevoli dell’esistenza del prezioso Sutra del Loto e del Budda Shakyamuni. Questo è il significato del passo del capitolo “Durata della vita”: «Faccio in modo che gli esseri viventi obnubilati non mi vedano, neanche quando sono vicino». La differenza fra illusione e illuminazione è simile alle quattro differenti visioni del boschetto di alberi di sal. “Budda dei tremila regni in un singolo istante di vita” significa che l’intero regno dei fenomeni consegue la Buddità».
Dal Gosho “L’esilio di Izu” (RSND, vol. I)