Marco Cosentino
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L'uomo perfetto è senza io
L'uomo ispirato è senza opera
L’uomo santo non lascia nome
(Chuang-tzu, IV secolo a.c.)
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LA MASCHERA DI FERRO 🌺🌺🌺
Ritrovo oggi un preprint dello scorso anno del gruppo di Vinay Prasad, docente di epidemiologia e biostatistica alla UCSF. Lo studio esamina gli obblighi di mascherine a inizio 2023 negli USA e li confronta con l'andamento dei casi di covid e con le ospedalizzazioni per covid e con i risultati delle elezioni presidenziali del 2020. In base ai risultati, pare non esistere alcun legame tra gli obblighi di mascherina e i casi di covid o di ospedalizzazione per covid. Al contrario, è evidente la connessione con io mantenimento degli obblighi dove prevalgono gli elettori democratici e la loro eliminazione dove prevalgono i repubblicani. Ora, tanto più se si tiene presente che non esiste alcuna evidenza di una reale utilità delle mascherine nella prevenzione della trasmissione di virus respiratori (https://www.cochrane.org/CD006207/ARI_do-physical-measures-such-hand-washing-or-wearing-masks-stop-or-slow-down-spread-respiratory-viruses), appare evidente che alcuni dei maggiori provvedimenti per arginare la pandemia furono esclusivamente ispirati dalla politica se non proprio dall'ideologia. Le mascherine in particolare, data la loro visibilità, divennero rapidamente un segno distintivo per creare due fazioni promask e nomask, processo favorito dagli obblighi che misero nelle mani di tanta gente un potere da due soldi che consentì loro per qualche tempo di spadroneggiare in portinerie, negozi, locali e servizi pubblici di vario genere, scuole, università, treni, autobus e via dicendo, in molti casi finendo per comportarsi da veri e propri improvvisati kapò. In un contesto così fazioso, diventa impossibile qualsiasi discussione volta a trovare dei punti di incontro, prevale l'autoritarismo governativo e "lealista" da un lato, cui fa da contraltare un atteggiamento rivoltoso forse altrettanto estremista, e la vera vittima sono l'equilibrio e la ragionevolezza, sulle mascherine come su tanti altri temi, sanitari e non. Prova ne sia l'estremizzazione antagonista ormai quotidiana su qualsiasi tema. Rimane il fatto che le mascherine non servono a nulla e sono se mai un segnale di appartenenza. E che governi e politica non hanno mai scelto sulla base dell'evidenza scientifica bensì in base a orientamenti che andrebbe capito da dove originano. Certo che se le decisioni vengono prese per politica e ideologia da noi, possiamo pensare che i nostri politici stiano obbedendo a indicazioni superiori, ma se questo accade anche negli USA, che politicamente sono i padroni del mondo, almeno nell'area euroatlantica, viene da chiedersi dove, come e perché certe idee balorde nascano e allignino. Forse la mascherina è solo il modo per mostrare che si sta facendo qualcosa quando non si ha idea di che cosa fare (ma in tal caso se non si sa cosa fare ci si dovrebbe quanto meno togliere di mezzo). Oppure chissà. Certo, ci sta capitando di vivere tempi davvero singolari e impensabili fino a qualche anno fa.

https://www.medrxiv.org/content/10.1101/2023.07.11.23292518v1
Forwarded from Giubbe Rosse
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Forwarded from Giubbe Rosse
🔴 PSICOPATOLOGIA DELLA GUERRA ISRAELIANA
“Ora vai e sconfiggi Amalek e distruggi tutto ciò che ha; non avere pietà, ma metti a morte sia marito che moglie, dal giovane al neonato, dal bue alla pecora, dal cammello all'asino” (15:3).

Questa citazione biblica è stata utilizzata da Netanyahu per incitare l’IDF ad annientare la popolazione palestinese di Gaza. L’uso non solo di un linguaggio estremamente violento, ma di esplicito riferimento religioso, è una caratteristica sempre più presente tra i politici israeliani, che si è accentuata da quando la maggioranza di governo è costituita da una coalizione, in cui alcuni partiti sono fondamentalisti religiosi. Peraltro Netanyahu, a prescindere dalle sue idee, è sulla scena politica da 40 anni, e se fa ricorso a questo tipo di linguaggio è perché è consapevole che troverà riscontro nella popolazione che lo ascolta.
Anche se sembra un dettaglio, a metà strada tra ideologia politica e linguaggio propagandistico, in realtà ci dice molto sullo stato di Israele e la sua classe dirigente.
Non è questa la sede per esaminare l’evoluzione della società israeliana, e per indagare le ragioni che ne hanno determinato l’attuale connotazione, ma appare evidente come questa sia oggi intrappolata nelle proprie contraddizioni storiche - oltre che in quelle politiche - e che cerchi nel fondamentalismo una risposta alle proprie inquietudini, esattamente come è accaduto (al netto dell’uso strumentale che ne è stato fatto) per alcune fasce di popolazioni musulmane.
Il problema è che la duplice menzogna su cui è stato fondato lo stato (“una terra senza popolo per un popolo senza terra”), nonostante un quasi secolare appoggio incondizionato da parte dell’occidente, alla fine deve fare i conti con la realtà: in quella terra c’è un popolo che non è disposto a farsi schiacciare né a farsi scacciare.
Tutto il resto deriva da questa contraddizione insanabile. L’idea di poter costruire uno stato ebraico - con i non-ebrei rinchiusi in qualche bantustan o ridotti a cittadini di serie B - esteso su un'area che va dal Libano al Sinai e dal mare alla Giordania, è semplicemente un delirio politico privo di possibilità.
E l’attuale situazione sul campo di battaglia non fa che rispecchiare tutto ciò.
Per quanto il fondamentalismo religioso produca certamente guasti, nella capacità di gestione razionale degli eventi, è praticamente impossibile che l’intera classe dirigente israeliana (compresi i vertici delle forze armate, che sono importantissime in Israele) non si renda conto della impossibilità materiale, oltre che politica, di espellere anche soltanto una quota incisiva della popolazione palestinese da Gaza. Così come di conseguire una sconfitta anche solo significativa della Resistenza.
È altrettanto chiaro che l’interesse personale di Netanyahu, che vede nel prosieguo della guerra un modo per sfuggire alla fine ingloriosa della sua carriera politica (e probabilmente anche al carcere), non è sufficiente a spiegare l’ostinazione con cui Israele persiste nella sua strategia genocida - ma anche suicida. C’è chiaramente una dimensione psicopatologica, assai estesa tra la leadership politico-militare del paese, ed anche tra una larga fetta della popolazione. Questo elemento di rifiuto della realtà, in una tale dimensione collettiva, non può che essere ascritto - appunto - ad una forma patologica dell’incapacità di accettare la realtà, poiché questa non solo contrasta brutalmente con tutta una costruzione ideologica e culturale fondativa dell’identità, ma perché in larga misura mette radicalmente in discussione i singoli progetti di vita.
Il rischio è che questo scollamento produca scelte sempre peggiori, tanto più per l’influenza del fondamentalismo religioso. Già da tempo nella società israeliana ha spazio il mito di Masada, il suicidio di massa degli zeloti pur di non accettare la sconfitta da parte delle legioni romane. Qualcuno dovrebbe fermarli, prima che si faccia strada l’idea - biblica - del “muoia Sansone con tutti i Filistei”.
Io celebro il 9 maggio, quando i sovietici sconfissero i nazisti
DI MONI OVADIA
9 MAGGIO 2024

Il 9 maggio 1945 dovrebbe essere considerata come una delle più importanti e cruciali date di tutto il Novecento e anche dell’intera storia umana. Quel giorno memorabile le forze dell’Armata Rossa e delle brigate partigiane sovietiche sconfissero definitivamente i criminali eserciti nazifascisti sul vasto fronte orientale.

Senza la straordinaria resistenza sovietica, l’esercito tedesco avrebbe potuto dilagare a Est, impadronirsi delle più preziose materie prime e sconfiggere gli alleati anglo-franco-americani. La Germania nazista era vicina alla realizzazione della bomba atomica e disponeva di una scienza missilistica di almeno 15 anni più avanzata di quella dei suoi nemici.

Verosimilmente l’Europa sarebbe diventata un campo di morte, una terra disseminata di campi di sterminio, di camere a gas e forni crematori, non un solo ebreo sarebbe sopravvissuto, i popoli slavi avrebbero conosciuto una nuova schiavitù.

Per contrastare questo incubo, i popoli sovietici hanno sacrificato 27 milioni di vite, di cui 12 milioni russe, hanno patito distruzioni e sofferenze inenarrabili e hanno affrontato una guerra il cui scopo era lo sterminio totale, questo era l’intento dichiarato di Adolf Hitler, soggiogare i popoli slavi, sterminare il popolo russo.

L’eroismo dei combattenti dell’Armata Rossa e dei cittadini sovietici sfida le più iperboliche narrazioni di epopee eroiche. Si pensi a Stalingrado e se è possibile ancora di più a Leningrado, assediata per tre anni.

Nella Venezia del Nord la resistenza dei cittadini oltre che dei combattenti fu sovrumana. In questa grandiosa città gli abitanti e chi li guidava riuscirono a concepire l’inaudito, edificarono una strada, la famosa “Via della Vita”, sul lago ghiacciato Ladoga per portare rifornimenti alla città martoriata.

In seguito, a guerra non ancora terminata, appena morto Roosevelt, Henry Truman, nuovo presidente Usa individuò nell’Unione Sovietica il nemico ideale del dopoguerra.

Gli apparati di propaganda del governo, del Pentagono e dei servizi segreti statunitensi approntarono un infernale campagna di propaganda basata su una miscela tossica di russofobia e anticomunismo isterico per rappresentare l’Urss come il regno del male. Alcune istituzioni, create espressamente, seminavano le menzogne più infami.

L’Europa comunitaria progressivamente sintonizzandosi sulla temperie stelle e strisce ha finito con l’allinearsi alla stessa propaganda, sulla spinta di governi fascistoidi di alcuni paesi dell’Europa dell’Est, fino alla perversione di apparentare comunismo e nazismo con l’intenzione di criminalizzare la Federazione Russa.

Tutto ciò ha portato a ignorare artatamente la ricorrenza del 9 di maggio, a gettare l’oblio sul sacrificio di 27 milioni di cittadini russi e sovietici.

È nostra intenzione riparare a questa vergogna per restituire onore e giustizia a quegli straordinari esseri umani a cui ogni cittadino europeo e non solo deve imperitura gratitudine.

Oggi, nella sede dell’ambasciata russa di Roma, Moni Ovadia celebrerà la vittoria dell’Armata Rossa sui nazifascisti. Questo un brano del suo intervento.

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Forwarded from Andrea Zhok
Ieri, salgo in treno a Milano alle 6 di mattina, è l'8 maggio e sono bardato come in gennaio. Sono 15 gradi e ha smesso di piovere da poco.
A memoria personale non ricordo una primavera più fredda. Fino a venti giorni fa accendevo la stufa. Degli anni scorsi porto le foto di grigliate pasquali in canottiera. Mi risulta che questa sia stata esperienza comune in tutta Europa.

Ecco, come salgo sul treno, sullo schermo nel corridoio campeggia il titolo: "Dati Copernicus: E' stato l'aprile più caldo della storia."

Ecco, lo so che farò arrabbiare alcuni amici ecosensibili (lo sono io stesso), ma non posso fare a meno di notare che delle due l'una:
o mentre l'Europa andava in giro con il piumino, simultaneamente in Australia friggevano le uova sulla testa dei canguri, oppure questi dati sono affidabili quanto i dati sui vaccini, i debunking di Open, ola pubblicità dei dentifrici che sbiancano più bianco del bianco (lo assicura il 93,7% dei dentisti).

E qui sotto c'è naturalmente un problema serissimo, che metto giù schematicamente.

1) E' certo che chi detiene il potere ama i meccanismi emergenziali, che consentono di avocare a sé poteri speciali, di abbreviare procedure operative, sacrificare la trasparenza, chiedere finanziamenti straordinari con destinazioni opache, implementare sistemi di sorveglianza e controllo, ridurre le garanzie e i diritti individuali, ecc.

2) Tra le varie forme di richiamo all'emergenza (terrorismo, guerra, epidemie, cataclismi naturali, spionaggio, ecc.) le emergenze che si richiamano a motivazioni che nessun individuo può accertare direttamente (con testimonianze, foto, ecc.) conferiscono un potere assolutamente straordinario a chi controlla le modalità di accertamento.

3) Tutte le emergenze che hanno alla loro radice variabili rilevabili soltanto con sistemi scientifici complessi (es.: minacce pandemiche o climatiche) sono totalmente nelle mani delle autorità che controllano le modalità di accertamento.

Ne segue che:
4) Quando vi sono ragioni per non avere piena fiducia nelle autorità, è legittimo sorga il sospetto che le minacce emergenziali che si rifanno a dati scientifici siano manipolate.

Inutile dire che questa situazione rappresenta un bel problema, perché di diritto è chiaro che possano esservi eventi realmente minacciosi per la collettività che realmente possano essere rilevati soltanto con sistemi di investigazione scientificamente complessa, non attingibili altrimenti (un simpatico modo di perculare questa dinamica sociologica la si trova nel film "Don't look up!").

Solo che questo fatto dovrebbe consigliare chi detiene il potere di fare uso dell'informazione scientifica di interesse pubblico con estrema acribia, cautela e trasparenza, consentendo la più vasta dibattibilità pubblica, perché perdere la credibilità in questioni del genere è un attimo, e le conseguenze sono gravi.

Purtroppo negli ultimi anni l'informazione scientifica di interesse pubblico è apparsa devastantemente asservita in mille forme ad agende politiche momentanee, agli interessi finanziari di influenti corporations, operando con l'opposto della trasparenza, e alimentando l'opposto della pubblica dibattibilità (con le sanzioni e la censura).

E questo ci conduce al momento presente in cui, spiace dirlo, ma oramai quando qualcuno ci porta un "dato scientifico ufficiale" a sostegno di una prospettiva catastrofista ed emergenziale l'impulso primario è, ragionevolmente, di cambiare canale, perché gli spot pubblicitari cerchiamo di saltarli.

Recuperare questo livello di discredito sarà un'impresa lunga e accidentata.
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Forwarded from Giubbe Rosse
🇮🇱🇷🇺 EDEN GOLAN METTE A NUDO L'IRREVERSIBILE FOLLIA DELL'OCCIDENTE
Contestata nelle piazze, oltre che durante la sua esibizione alla Malmoe Arena, in quanto rappresentante di Israele da chi sostiene la causa palestinese, ora Eden Golan è entrata pure nelle liste di proscrizione di Myrotvorets come nemica dell'Ucraina. La Golan, infatti, è nata in Israele nel 2003 da genitori ebrei immigrati dall’ex Unione Sovietica, ma è cresciuta a Mosca, dove la famiglia si era trasferita per il lavoro del padre, e qui ha iniziato a muovere i primi passi nel mondo della musica. In particolare, le viene contestata la partecipazione al concorso per bambini "New Wave" svoltosi in Crimea nel 2016 (all'epoca già sotto controllo russo) e due anni alla "Voice of the Country" russa. Eden Golan è ora accusata di "attraversare deliberatamente il confine dell'Ucraina con l'obiettivo di penetrare nei territori occupati dalla Russia".

Inclusione, difesa delle minoranze, rispetto dei diritti umani. Da decenni ci riempiamo la bocca con questi slogan per autoconvincerci che viviamo nella civiltà più evoluta mai esistita sulla terra e giustificare così il nostro diritto a insegnare agli altri come si vive, se necessario ricorrendo alle bombe. Noi siamo "la fine della storia", il punto culminante del progresso della civiltà, il punto d'arrivo necessario e inevitabile che ogni altro popolo presto o tardi raggiungerà. Noi il Rinascimento, gli altri il Medioevo. E, grazie a questa nostra incrollabile convinzione di rappresentare il Bene sempre e comunque, ci sentiamo in diritto di contestare una ragazza di poco più di 20 anni, che ha l'unica colpa di essere nata in Israele e di aver partecipato a un concorso canoro in Crimea quando ne aveva 13. Allo stesso modo, da più di due anni stiamo ostracizzando artisti, cantanti lirici, direttori d'orchestra, atleti, persino scrittori e musicisti del passato, per il semplice fatto di essere russi. Decidiamo noi, più o meno arbitrariamente, chi può partecipare alle competizioni e chi no sulla base di quanto il suo paese di appartenenza ci sta simpatico in un determinato momento storico. Poi si scopre che la biografia è molto spesso meno lineare di quanto si immagini: i fili si intrecciano, le contraddizioni si accavallano. La realtà è più complessa dei tribunali dei talk show. E allora da che parte la mettiamo la Golan? Dalla parte dei buoni o dalla parte dei cattivi? E Ciajkovskij?

Siamo palesemente in cortocircuito. Da anni il nostro canale ripete che la classe dominante occidentale è ormai rappresentata da fanatici. Ce lo conferma ogni giorno con le sue folli scelte in materia geopolitica, militare, energetica. Alla fine imploderà su se stessa, sotto il peso delle sue stesse contraddizioni. La tentazione sarebbe di lasciarli fare e attendere che si suicidino da soli. Purtroppo, è un lusso che non possiamo permetterci, perché ci trascineranno a fondo insieme a loro.

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OLD BUT GOLD 🌺🌺🌺
Unico studio a mia conoscenza che non abbia applicato in sede di selezione dei soggetti da studiare i criteri di esclusione per cui "se hai già fatto miopericarditi allora sei tu che sei predisposto" o anche "se hai fatto il covid allora è il covid. E infatti nei vaccinati dopo covid trova un rischio aumentato di 4-9 volte per mio-pericarditi e nei vaccinati dopo miopericarditi un rischio aumentato di 140-250 volte. Il che non vuol dire che tutti siano danneggiati: grazie al cielo i danneggiati rimangono una minoranza, consistente la minoritaria. E tuttavia mostra come vaccinare i guariti sia stato oltre che inutile anche pericoloso, che le controindicazioni esistono e che in generale i rischi, ancora oggi tutti da definire, comunque hanno sempre reso insostenibile qualsiasi obbligo, diretto o indiretto che fosse.
TANTO PE' CANTA' 🌺🌺🌺
Tanto pe' cantà
Pe' fa quarche cosa
Non è gnente de straordinario
È robba der paese nostro
Che se po' cantà pure senza voce
Basta 'a salute
Quanno c'è 'a salute c'è tutto
* https://www.youtube.com/watch?v=WMSOLwv3ZOU

L'ECDC pubblica i dati sulle coperture vaccinali covid 23-24 in Europa. La questione interessa il giusto, difficile tuttavia non rimanere colpiti dall'attenzione pervicacemente posta ad esempio sulla vaccinazione in gravidanza, per la quale continuano a mancare dati di efficacia e sicurezza, e le evidenze disponibili non lasciano certo tranquilli, ad esempio:
* https://t.me/MarCosent/2699
* https://t.me/MarCosent/2708
* https://t.me/MarCosent/2814
* https://t.me/MarCosent/2906
* https://t.me/MarCosent/2935
Ma soprattutto stupiscono le percentuali di vaccinati, anche quelle più basse, con dei vaccini che, nelle versioni "aggiornate" che ora "vanno di moda" sono stati autorizzati come l'antiinfluenzale, ovvero senza alcuna evidenza di efficacia, e con la sicurezza ovviamente affidata alla segnalazione spontanea. Di queste "autorizzazioni" in libertà dicemmo ai tempi con l'avvocato Olga Milanese, con una preveggenza degna di cause molto migliori di questa. Purtroppo.
* https://www.studiocataldi.it/articoli/45064-autorizzazioni-vaccini-covid-su-quali-basi.asp

https://www.farmacista33.it/politica-sanitaria/29129/copertura-vaccinale-anti-covid-in-europa-pochi-paesi-superano-il-50-italia-al-15mo-posto.html
Forwarded from Giubbe Rosse
MATUSKA ROSSIJA 🌺🌺🌺
L'autore di questo articolo è stato definito un "propagandista d'elite del Cremlino che si rivolge a un pubblico occidentale esperto" (https://en.wikipedia.org/wiki/Dmitri_Trenin). Sarebbe tuttavia un errore liquidare l'intero testo come mera propaganda. Ad esempio: "La cultura politica russa sta tornando ai suoi fondamenti. A differenza di quella occidentale, ma in qualche modo simile a quella orientale, si basa sul modello della famiglia. C’è ordine e c’è una gerarchia, i diritti sono bilanciati dalle responsabilità, lo Stato non è un male necessario ma il principale bene pubblico e il massimo valore sociale. La politica, nel senso occidentale di competizione costante e senza esclusione di colpi, è vista come egoista e distruttiva; al contrario, coloro che sono incaricati di essere alla guida dello Stato sono tenuti ad arbitrare, a garantire l’armonia dei vari interessi, ecc." Tutto questo non è ovviamente la realtà, ma altrettanto indubbiamente è un ideale diffusamente percepito in maniera crescente da una nazione che l'occidente ha isolato e sta constringendo a ritrovare una propria autonoma identità. Altrettanto: "Anche l’atteggiamento russo nei confronti dell’Occidente è complesso. Vengono apprezzate la cultura occidentale classica e moderna (ma non tanto quella postmoderna), le arti e la tecnologia e, in una certa misura, il tenore di vita. Negli ultimi tempi, la vecchia immagine positiva e genuina dell’Occidente come società è stata rovinata dalla promozione aggressiva dei valori LGBTQ, della cancel culture e simili." Anche questa è una tendenza marcata che si inscrive su una tradizionale apertura russa verso l'occidente, che trent'anni fa stava diventando vera e propria occidentalizzazione. Questo processo tuttavia, dopo esser stato mitigato negli ultimi due decenni, si è ora del tutto interrotto ad opera principalmente proprio dell'occidente autolesionisticamente sanzionatorio. Pur tenendo presente insomma gli orientamenti dell'autore, rimane un articolo da leggere e considerare. Grazie a https://comedonchisciotte.org/ per la traduzione e a Maryla Grandelis per la segnalazione.

https://comedonchisciotte.org/dmitry-trenin-in-russia-e-in-atto-una-enorme-trasformazione-e-loccidente-e-cieco-di-fronte-ad-essa/
L'AGENDA 🌺🌺🌺
C'è chi ce l'ha, e chi invece non avendola passa il tempo a rilanciare l'agenda altrui credendo di fare opposizione critica.
GUERRA ASIMMETRICA 🌺🌺🌺
La vicenda del covid, prima con le terapie e poi con i vaccini, si è sviluppata in forma di conflitto. Radicale, polarizzato, estremizzato, partigiano. Ma soprattutto asimmetrico e impari. Da un lato, non solo chi sosteneva una determinata visione e la sua conseguente narrazione ma anche disponeva degli strumenti e delle risorse per produrre le evidenze. Dall'altro, chi al contrario non ha mai avuto mezzi per produrre evidenze e per tutti questi anni non ha potuto fare altro che fondare la propria critica sulle contraddizioni e le incongruenze delle medesime evidenze, peraltro regolarmente prodotte da altri. Perché le poche evidenze autonomamente prodotte dal fronte "critico" sono quasi sempre state di scarsa qualità, in parte per mancanza di mezzi e in parte per limiti metodologici. E invece dall'altro lato della barricata ci sono stati fin da subito i ricercatori metodologicamente più validi e con risorse vaste se non illimitate. Se dunque la critica ha comunque trovato argomenti spesso alquanto solidi, lo si deve in parte a una minoranza di ricercatori intellettualmente onesti che hanno comunque ritenuto di pubblicare evidenze non necessariamente in linea con la narrazione (e questo è accaduto quasi sempre grazie a ricercatori esteri, in particolar modo statunitensi, a riprova che al centro degli imperi rimane comunque sempre più spazio di manovra rispetto alle periferie). E poi indubbiamente al fatto che tutta la vicenda ha talmente tante crepe che puoi andare quanto vuoi di intonaco e frattazzo, ma risaltano continuamente fuori. Certo, quando poi emerge che i dati epidemiologici sono stati scientemente e sistematicamente gonfiati per fini politici, non puoi non chiederti quanto e come queste manipolazioni abbiano inciso sul quadro complessivo e soprattutto abbiano distorto i dati ufficiali su cui si sono fondate scelte di governo e discussioni scientifiche. C'è stato un periodo in cui anch'io mi arrabattavo ad analizzare i dati ISS. Ovvio che ora tutto questo pare esser stato una perdita di tempo, visto che sappiamo abbastanza per certo che si trattava di numeri farlocchi. Un punti tra i tanti sarebbe comunque oggi poter disporre di un piano di finanziamento pubblico per la ricerca indipendente sui temi del covid, realizzata da università e enti di ricerca qualificati ma slegati dal complesso politoco-economico nazionale e internazionale che fin qui a guidato la narrazione. Quanto meno ci troveremmo, se non ad armi pari, almeno non così impari come ora rispetto alla produzione di evidenze. E invece ancora oggi è come se i russi dovessero anche loro contare sugli armamenti occidentali per combattere la loro guerra. O come se i palestinesi dovessero dipendere esclusivamente dagli aiuti israeliani. E vorrei io per primo che la metafora bellica finisse per risultare eccessivamente iperbolica, ma purtroppo non sembra proprio esser tale.
RELATIVO E ASSOLUTO 🌺🌺🌺
Secondo un recente studio pubblicato sull'autorevolissimo JAMA, in USA il rischio di morte tra i pazienti ricoverati per COVID-19 rispetto a quelli ricoverati per l'influenza stagionale nel periodo autunno-inverno 2023-2024 è del 35% in più. Ovvero, in termini assoluti del 5,70% contro il 4,24%.
Nel frattempo, studi del genere nel nostro paese non se ne realizzano. E le classifiche degli ospedali, che ormai si producono un po' su tutto, si guardano bene dal mettere in fila le strutture per successo nella cura del covid. Mah...
DATI COVID TRUCCATI 🌺🌺🌺

"Appalti truccati / Trapianti truccati / Motorini truccati che scippano donne truccate / Il visagista delle dive è truccatissimo"

Non ho mai fatto segreto dello scarso entusiasmo che da sempre mi suscitavano i dati settimanali dell'Istituto Superiore di Sanità, aggregati in poche tabelle, con minime possibilità di analisi e nulle di verifica. Ma confesso di aver tante volte pensato ai molteplici errori nella catena di raccolta e trasmissione, eppure mai o quasi a manipolazioni intenzionali. E invece oggi giungono ammissioni dalla Liguria "per ottenere più vaccini". Ma con quei numeri si murarono le persone in casa, si chiusero negozi e ristoranti, si mandarono in rovina tante famiglie e si incarcerarono intere regioni italiane. E soprattutto si giunse all'obbligo dei vaccini, oltre tutto proprio quando la percentuale di vaccinati aveva raggiunto percentuali già altissime. O forse erano manipolati anche quei dati? Nessuno o quasi si stava vaccinando? Perché dopo questi anni di medicina e scienza distorte e strumentalizzate per interessi e obiettivi politici, la credibilità delle istituzioni è probabilmente ai minimi storici. Non sorprenderebbe dunque scoprire che anche i numeri delle coperture vaccinali potrebbero esser stati piegati alla convenienza del momento. Ci dicevamo ieri della guerra asimmetrica combattuta contro chi ha il controllo di tutto, compresa addirittura la fornitura all'avversario delle munizioni, ovvero dei dati su cui ragionare e discutere. Ovvio che poi questi medesimi siano paranoicamente assillati dall'esigenza di combattere le "fake news", delle quali forse ritengono di voler restare esclusivisti assoluti. "Non si invochi la libertà per sottrarsi alla vaccinazione", frase infelice ma paradossalmente sincera: non si invochi la libertà, poiché in un contesto del genere non serve a nulla.

https://lespresso.it/c/attualita/2024/5/13/giovanni-toti-ha-truccato-i-dati-per-ottenere-piu-vaccini-il-caso-liguria-si-allarga-alla-sanita/50940
ACCOMODAMENTI PER MEDICI 🌺🌺🌺
In un suo post di qualche tempo fa, Vinay Prasad, medico e professore di epidemiologia e statistica alla UCSF, affronta il tema della compatibilità tra disabilità e studio e pratica della professione medica. Lo spunto da cui parte riguarda l'esenzione di uno studente con deficit di attenzione e iperattività da turni di tirocinio eccessivamente lunghi.
Conclude Prasad: "So che avremo buoni medici quando sarò più vecchio. Ci saranno sempre buoni medici. Ciò di cui mi preoccupo è quanto saranno cattivi quelli cattivi? È probabile che le persone più svantaggiate della società soffrano in modo sproporzionato a causa dei medici la cui giornata finisce precisamente dopo 9 ore, qualunque cosa accada. Questo mi spaventa."
Il tema è cruciale, tanto più quanto più con l'approccio dei "numeri chiusi" chi inizia un percorso di laurea in medicina si vede attribuito implicitamente il "diritto" di concludere, "no matter what", conseguendo titolo e abilitazione (che qui da noi ricordiamolo sono ormai contestuali). E da noi non tanto gli accomodamenti e le esenzioni quanto le "attenzioni" verso un numero crescente di studenti con problemi psicofisici e sempre più spesso "semplicemente" caratteriali ed emotivi, portano a laureare tutti senza nemmeno un minimo di riflessione sulle implicazioni di tutto questo, su quali siano le responsabilità dei docenti, dell'istituzione e di tutti gli attori coinvolti. Con un ministero il quale sproloquia di qualità e valutazione ma alla fine preme più che altro affinché siano laureati tutti e rapidamente.
Insomma, non esiste alcuna magica soluzione per i crescenti problemi che i mutamenti sociali stanno (im)ponendo. Certo è che quelli di noi che si trovano a ricoprire determinati ruoli qualche domanda dovrebbero porsela, anche a costo di scoprire che non ci sono risposte e che il pullman su cui stiamo viaggiando a tutta velocità non ha conducente e nemmeno volante e freni funzionanti.

Qui il post di Vinay Prasad in traduzione automatica in lingua italiana (si tenga conto che "accomodation" nel testo è usato nel senso di "accomodamento" ma il traduttore talora equivoca per la traduzione "alloggio", evidentemente errata): https://www-sensible--med-com.translate.goog/p/medical-student-accommodations?_x_tr_sl=en&_x_tr_tl=it&_x_tr_hl=it&_x_tr_pto=wapp&_x_tr_hist=true
ANCORA SUL NUMERO CHIUSO A MEDICINA 🌺🌺🌺

ANDU - Associazione Nazionale Docenti Universitari

NUMERO CHIUSO AL SENATO
EMENDAMENTI. SI CONTINUA A PIANIFICARE
LA DECIMAZIONE DI Più DI 45.000 STUDENTI ALL’ANNO
SOLO I SENATORI DI ALLEANZA VERDI E SINISTRA
CONTRO IL MODELLO FRANCESE E IL NUMERO CHIUSO
SINDACATO DEI MEDICI CONTRO IL MODELLO FRANCESE

1. Gli emendamenti al Testo base sul numero chiuso
a) Si continua a volere la devastante selezione simil-francese
b) PD e M5S, ancora peggio
c) Solo AVS contro
2. Chi stanno ascoltando i Senatori della Commissione Cultura?
a) Non ascoltano le critiche francesi al modello francese, né gli studenti né l’ANDU
b) Non ascoltano nemmeno il sindacato dei medici: “non scimmiottate”
c) Non ascoltano financo la CRUI
3. L’alternativa al modello simil-francese e ai test
4. Prossimo Congresso nazionale dell’ANDU


1. Gli emendamenti al Testo base sul numero chiuso

Sono stati presentati gli emendamenti al Testo base sul numero chiuso a Medicina, approvato il 24 aprile 2024 dal Comitato ristretto della Commissione Cultura del Senato. La discussione e la votazione degli emendamenti inizieranno il 22 maggio 2024.

a. Si continua a volere la devastante selezione simil-francese

Tutti i Gruppi politici (eccetto quello di AVS) hanno presentato emendamenti, che di fatto accettano il Testo base che ha come aspetto cruciale l’introduzione in Italia di un modello di selezione simil-francese: espulsione ogni anno, dopo il primo semestre, di oltre 45.000 studenti (v. il documento Il numero chiuso rimane e peggiora).

b) PD e M5S, ancora peggio

Ai Senatori del PD e del M5S non basta quanto di pessimo previsto dal Testo base e vogliono aumentare i danni per gli studenti.

I senatori del PD Zambito, Camusso, Furlan, Rando e Verducci, con l’emendamento 2.10, vogliono portare da sei mesi a un anno il percorso di selezione alla fine del quale comunque verranno espulsi oltre 45.000 studenti all’anno. Inoltre i senatori dello stesso PD D’Elia, Crisanti, Rando e Verducci, con l’emendamento 2.14, per applicare ‘meglio‘ il numero chiuso, vogliono aggiungere, dopo un anno di selezione, il «superamento di un test nazionale.»

I senatori del M5S Castellone, Pirondini, Aloisio, Castiello, Mazzella e Pirro, con l’emendamento 2.16, per applicare ‘meglio’ il numero chiuso, vogliono aggiungere lo «svolgimento di un test di verifica finale in forma scritta concernente le materie degli insegnamenti del percorso formativo del primo semestre.»

c) Solo AVS contro

I senatori di Alleanza Verdi e Sinistra De Cristofaro, Cucchi, Aurora Floridia e Magni hanno presentato l’emendamento 2.3 con il quale rifiutano la selezione simil-francese e si esprimono contro il numero chiuso.

2. Chi stanno ascoltando i Senatori della Commissione Cultura?

a) Non ascoltano le critiche francesi al modello francese, né gli studenti né l’ANDU

I Senatori della Commissione Cultura continuano a non volere ascoltare le critiche che negli ultimi anni sono state espresse in Francia al loro stesso modello di selezione, sperimentato per oltre 50 anni: «un massacro generazionale», una «macelleria didattica», una «catastrofe», un «calvario», un «inferno», una «fossa dei leoni», una «follia».

Gli stessi Senatori continuano a non tenere in nessun conto che nessuno degli auditi dalla Commissione si sia espresso a favore del modello simil-francese (libero ingresso con la mannaia del numero chiuso dopo alcuni mesi), e continuano a non prendere in nessuna considerazione le puntuali e documentate critiche all’esperienza francese espresse, oltre che dall’ANDU, anche dai Rappresentanti degli studenti e, nella sostanza, dalla Rappresentante dell’Ambasciata francese in Italia (v. nota).

Nota. Per la posizione dell’ANDU sul numero chiuso v. in particolare l’intervento in Commissione Cultura del Senato nell’audizione del 23 gennaio 2024 (l’intervento dell’ANDU è all’inizio). In quell’occasione l’ANDU ha anche depositato un proprio documento.

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