LéoNews
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Domenica scorsa, terza edizione al mercato. Il ritorno del diluvio.

Mi sono resa conto che non ho affatto introdotto la questione del mercato.
Si tratta di un esperimento, sulla stessa linea d'onda della mia ricerca su piccole aziende iniziata in Italia: voglio vedere quali altri percorsi sono possibili, come io mi ci sento dentro, e fare i conti in tasca al mio romanticismo.
La ragione dietro questa ricerca è la disillusione rispetto al mio lavoro da concept artist, unita a una prospettiva di grande instabilità in quest'industria negli anni a venire.

È così che ho offerto la mia collaborazione domenicale al progetto di mercato dell'ex coinquilino Mika - anche lui alla ricerca di una sua strada, tra cucina, musica e biciclette.
E dopo la pioggia...
Un'altra domenica, un'altra giornata di mercato.

Ecco qualcosa che questo progetto già mi porta di positivo - un'apparente sciocchezza, così come un enorme sollievo: tornare finalmente ad avere un evento che si fa là fuori, nel mondo reale, che è fisso nella settimana e scandisce lo scorrere del tempo. Avevo perso consapevolezza di quanto passa veloce, nel blob informe della mia quotidianità casalinga.
Due foto sparute per una giornata frenetica di tutto esaurito al mercato, insieme ad un video in cui quasi sembra che io sappia suonare (dal BBQ con i compagni di aikido la sera prima)
Oggi niente mercato: inizia il campo estivo di aikido dell'USAF (federazione nordamericana)! Ho preso una settimana di vacanza per andare a lezione tutti i giorni dalle 10 alle 6 (ce la farò? Chissà! Nel frattempo mi diverto).
-Foto con i compagni di dojo dopo la mattinata-
Fine del campo estivo di aikido della federazione nordamericana: 6 giorni, una quarantina di insegnanti da tutto il mondo, una decina di esami.
Ho collezionato 25 ore di pratica (sulle 38 disponibili) e un solo ritardo. Ginocchia e caviglie gonfie ma intatte, costellazioni di lividi sugli avambracci, una marea di ispirazioni di stile e un paio di spunti memorizzati. Notti a fissare il soffitto per l'adrenalina che non scende, serate al dojo con compagni e nuovi amici e whiskey giapponese e sguardi ignorati. Due biglietti da visita nel portafoglio, menzioni di dojo mitici e rinnovati sogni di partenze.
Foto seguiranno presto.
Subito dopo il campo di aikido avevo messo in conto di andare a Quebec City e lavorare in presenza per una settimana.
Immaginavo che mi sarebbe servita un po' di coercizione per tornare ad ingobbirmi otto ore al giorno di fronte allo schermo. E ci avevo visto giusto, il cambiamento è stato un po' traumatico (anche se qui nel video si vedono solo paesaggi idilliaci del sabato mattina passato a raccogliere mirtilli e lamponi sull'Ile d'Orléans).

Questa settimana di separazione dall'aikido, oltre che a sgonfiare le ginocchia, mi è servita per cogliere un'opportunità che non avevo del tutto realizzato di avere di fronte. A furia di fare cose a caso e sbattere la testa contro il muro, pare che finalmente riappaia qualche allineamento di stelle.
La faccio breve: pare che andrò in Giappone molto prima del previsto, a fine settembre, per via di una coincidenza di avvenimenti:
-l'equivalente giapponese del campo che ho appena fatto, scoperto last minute e confermato a un giorno dalla chiusura delle iscrizioni;
- l'offerta di un amico del dojo che va in trasferta a Yokohama proprio il 7 ottobre, resta per 3 settimane, ed ha posti letto extra pagati dall'azienda.
Così. Il biglietto d'aereo lo prenderò piangendo tra qualche giorno.
E tutto ha un sapore molto folle, e tutto ha un sapore molto giusto.