Forwarded from Amici di inFormazione Cattolica
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Omosex, i vescovi polacchi mettono dei paletti all'ultimo documento vaticano – informazionecattolica.it
di padre Leszek Gęsiak SJ* – “LA DICHIARAZIONE FIDUCIA SUPPLICANS NON MODIFICA IN ALCUN MODO L’ATTUALE INSEGNAMENTO DELLA CHIESA” A causa dei numerosi dubbi dei fedeli in Polonia riguardo alla Dichiarazione Fiducia supplicans sul significato pastorale delle…
L'ANGOLO DEL GIUSNATURALISTA:
IL FINE DELL'ESSERE È LA SUA PERFEZIONE:
La legge naturale è una esigenza della natura umana e impone di adeguarci al nostro essere, ossia di essere ció che siamo. Questo significa che la legge naturale non è estrinseca all'uomo, non è imposta dal di fuori, ma scaturisce necessariamente dalla nostra natura. Ecco perchè ogni azione segue l'essere: ogni essere agisce secondo la sua natura ("agere sequitur esse"). La legge morale, dunque, lo ha scritto molto bene il beato Antonio Rosmini (1797-1855), è la stessa legge dell'essere. Il roveretano, infatti, precisa: "ad essere buoni, noi non abbiamo quasi a far altro che essere passivi al vero, e seguitar la natura" (cfr. A. ROSMINI, Filosofia del diritto, vol. I). È evidente il richiamo tomista contenuto nella "Summa contra Gentiles" per cui "Quidquid est finis, est huiusmodi inquantum est bonum" (Traduzione: "Tutto ció che appartiene al fine (al dover essere) appartiene al bene (cioè all'essere)"). Ogni essere, ogni realtà hanno, dunque, una tendenza o una inclinazione naturale a divenire la loro essenzialità, ció che li rende quello che sono. Quando il pensiero contemporaneo critica questa impostazione, cade in contraddizione perchè deve dimostrare che per l'uomo è indifferente perseguire un fine (ad esempio quello di conservare la vita) ed il suo contrario (togliersi la vita) e che gli enti non si muovono verso la loro essenzialità. In realtà, i fatti smentiscono questa negazione: chi, se ammalato, non cerca di curarsi e guarire per conservare in buona salute la propria vita? La perfezione dell'essere, allora, è il fine, la pienezza dell'essere stesso, la "plenitudo essendi". È evidente ció che separa la filosofia classica, che propone una ontologia che fonda l'etica, rispetto all'assiologia moderna che si affida a forme ideali che esisterebbero in sè per cui si ha una antropologia fondata su una fenomenologia: i bisogni (C. Ehrenfels 1859-1932), le tendenze etc. In conclusione, la riscoperta dell'essere è l'unica e sola strada per il buono, il giusto ed il vero.
IL FINE DELL'ESSERE È LA SUA PERFEZIONE:
La legge naturale è una esigenza della natura umana e impone di adeguarci al nostro essere, ossia di essere ció che siamo. Questo significa che la legge naturale non è estrinseca all'uomo, non è imposta dal di fuori, ma scaturisce necessariamente dalla nostra natura. Ecco perchè ogni azione segue l'essere: ogni essere agisce secondo la sua natura ("agere sequitur esse"). La legge morale, dunque, lo ha scritto molto bene il beato Antonio Rosmini (1797-1855), è la stessa legge dell'essere. Il roveretano, infatti, precisa: "ad essere buoni, noi non abbiamo quasi a far altro che essere passivi al vero, e seguitar la natura" (cfr. A. ROSMINI, Filosofia del diritto, vol. I). È evidente il richiamo tomista contenuto nella "Summa contra Gentiles" per cui "Quidquid est finis, est huiusmodi inquantum est bonum" (Traduzione: "Tutto ció che appartiene al fine (al dover essere) appartiene al bene (cioè all'essere)"). Ogni essere, ogni realtà hanno, dunque, una tendenza o una inclinazione naturale a divenire la loro essenzialità, ció che li rende quello che sono. Quando il pensiero contemporaneo critica questa impostazione, cade in contraddizione perchè deve dimostrare che per l'uomo è indifferente perseguire un fine (ad esempio quello di conservare la vita) ed il suo contrario (togliersi la vita) e che gli enti non si muovono verso la loro essenzialità. In realtà, i fatti smentiscono questa negazione: chi, se ammalato, non cerca di curarsi e guarire per conservare in buona salute la propria vita? La perfezione dell'essere, allora, è il fine, la pienezza dell'essere stesso, la "plenitudo essendi". È evidente ció che separa la filosofia classica, che propone una ontologia che fonda l'etica, rispetto all'assiologia moderna che si affida a forme ideali che esisterebbero in sè per cui si ha una antropologia fondata su una fenomenologia: i bisogni (C. Ehrenfels 1859-1932), le tendenze etc. In conclusione, la riscoperta dell'essere è l'unica e sola strada per il buono, il giusto ed il vero.
Forwarded from Giubbe Rosse
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🇮🇹🇪🇺 MONFALCONE, 6.000 MUSULMANI IN CORTEO COL TRICOLORE E LA BANDIERA UE CONTRO LA SINDACA CHE HA CHIUSO LE MOSCHEE: “SIAMO TUTTI ITALIANI”
Tra le interviste andate in onda al tg regionale Friuli Venezia Giulia, spicca quella nella quale una manifestante dichiara che lotta per la libertà: "Le spose bambine? Scelgono anche loro di sposarsi o no".
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Tra le interviste andate in onda al tg regionale Friuli Venezia Giulia, spicca quella nella quale una manifestante dichiara che lotta per la libertà: "Le spose bambine? Scelgono anche loro di sposarsi o no".
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Auguri di un santo Natale a ciascuno di voi. Un grande abbraccio.
Vi lascio questa riflessione stupenda di sant'Ambrogio, Vescovo di Milano: (339 d.C./397 d.C.):
"Volle farsi pargolo, volle farsi bimbo, perché tu possa divenire uomo perfetto; fu avvolto in pochi panni perché tu venissi sciolto dai lacci di morte; giacque nella mangiatoia per collocare te sugli altari; scese in terra per elevare te alle stelle; non trovò posto in quell’albergo perché tu potessi avere il tuo nella patria celeste. Da ricco che era, si fece povero per voi, dice l’apostolo, perché per la sua povertà voi diventaste ricchi. Quella povertà è dunque la mia ricchezza, la debolezza del Signore è la mia forza. Volle per sé ristrettezze e per noi tutti l’abbondanza".
Vi lascio questa riflessione stupenda di sant'Ambrogio, Vescovo di Milano: (339 d.C./397 d.C.):
"Volle farsi pargolo, volle farsi bimbo, perché tu possa divenire uomo perfetto; fu avvolto in pochi panni perché tu venissi sciolto dai lacci di morte; giacque nella mangiatoia per collocare te sugli altari; scese in terra per elevare te alle stelle; non trovò posto in quell’albergo perché tu potessi avere il tuo nella patria celeste. Da ricco che era, si fece povero per voi, dice l’apostolo, perché per la sua povertà voi diventaste ricchi. Quella povertà è dunque la mia ricchezza, la debolezza del Signore è la mia forza. Volle per sé ristrettezze e per noi tutti l’abbondanza".
L'ANGOLO DEL GIUSNATURALISTA:
MA QUALE INCLUSIONE? IL PRESEPE RAFFIGURA UN EVENTO DI SALVEZZA:
Com'è noto dalla cronaca, presso Capocastello di Mercogliano (Provincia di Avellino) il parroco, don Vitaliano Della Sala (sospeso a divinis nel 2002 e poi reintegrato), ha allestito un presepe con due Marie. Un segno di inclusione e di attenzione, ha sostenuto, per tutte le famiglie, comprese quelle "arcobaleno", e di lotta all'omotransfobia. Ora, premesso che non esistono famiglie, ma la famiglia formata da un uomo e da una donna ed aperta alla trasmissione della vita, don Vitaliano cade in un errore gravissimo, ovvero riveste di ideologia una rappresentazione sacra che raffigura e richiama un preciso evento di salvezza per il mondo intero. Una "salus universi", che inizia con il mistero dell'Incarnazione di Cristo e si conclude con la Sua passione, morte e risurrezione, così come Dio lo ha creato e con l'ordine naturale suo proprio. In cosa consisterebbe, allora, la discriminazione? Forse, nel non considerare un bene ció che, per la fede cattolica e per la stessa legge naturale, è un male? Eppure, il profeta Isaia, il "Dante di Israele", ci ammonisce: "Guai a quelli che chiamano bene il male, e male il bene, che cambiano le tenebre in luce e la luce in tenebre, che cambiano l'amaro in dolce e il dolce in amaro!" (cit. Is 5,20). È indubbio che il Vangelo ci insegna l'accoglienza, l'amore ed il rispetto per ogni donna e per ogni uomo, ma non anche a giustificare il peccato ed il male. Ad esempio, il perdono di Cristo alla donna adultera non è una legittimazione del peccato di adulterio ("Neanche io ti condanno", dice Gesù in Gv 8, ma aggiunge "va e non peccare più"). Di fronte a questa ideologia inclusivista che non ha nulla di evangelico, guardiamo con umiltà e semplicità al presepe perchè da lì è iniziata, per un dono libero e gratuito di Dio dopo il peccato originale, la nostra salvezza. A noi sta accoglierla, a pronunciare ogni giorno il nostro sì.
MA QUALE INCLUSIONE? IL PRESEPE RAFFIGURA UN EVENTO DI SALVEZZA:
Com'è noto dalla cronaca, presso Capocastello di Mercogliano (Provincia di Avellino) il parroco, don Vitaliano Della Sala (sospeso a divinis nel 2002 e poi reintegrato), ha allestito un presepe con due Marie. Un segno di inclusione e di attenzione, ha sostenuto, per tutte le famiglie, comprese quelle "arcobaleno", e di lotta all'omotransfobia. Ora, premesso che non esistono famiglie, ma la famiglia formata da un uomo e da una donna ed aperta alla trasmissione della vita, don Vitaliano cade in un errore gravissimo, ovvero riveste di ideologia una rappresentazione sacra che raffigura e richiama un preciso evento di salvezza per il mondo intero. Una "salus universi", che inizia con il mistero dell'Incarnazione di Cristo e si conclude con la Sua passione, morte e risurrezione, così come Dio lo ha creato e con l'ordine naturale suo proprio. In cosa consisterebbe, allora, la discriminazione? Forse, nel non considerare un bene ció che, per la fede cattolica e per la stessa legge naturale, è un male? Eppure, il profeta Isaia, il "Dante di Israele", ci ammonisce: "Guai a quelli che chiamano bene il male, e male il bene, che cambiano le tenebre in luce e la luce in tenebre, che cambiano l'amaro in dolce e il dolce in amaro!" (cit. Is 5,20). È indubbio che il Vangelo ci insegna l'accoglienza, l'amore ed il rispetto per ogni donna e per ogni uomo, ma non anche a giustificare il peccato ed il male. Ad esempio, il perdono di Cristo alla donna adultera non è una legittimazione del peccato di adulterio ("Neanche io ti condanno", dice Gesù in Gv 8, ma aggiunge "va e non peccare più"). Di fronte a questa ideologia inclusivista che non ha nulla di evangelico, guardiamo con umiltà e semplicità al presepe perchè da lì è iniziata, per un dono libero e gratuito di Dio dopo il peccato originale, la nostra salvezza. A noi sta accoglierla, a pronunciare ogni giorno il nostro sì.
Forwarded from ImolaOggi Channel
Il Pd non nomina il Natale, ma sclera con un patetico "buone feste"
https://twitter.com/pdnetwork/status/1738838342475678163
https://twitter.com/pdnetwork/status/1738838342475678163
Forwarded from Idee&Azione
L'ARTICOLO DEL GIORNO DI NATALE
Non si tratta, ad esempio, del semplice provare dolore e indignazione di fronte a migliaia di innocenti uccisi a Gaza – cosa che per altro troppi non riescono nemmeno a fare! – o del chiedere giustizia contro chi si è rifiutato di curare. Si tratta di mettersi in ascolto delle parole che il Signore ci sta inviando attraverso questi eventi storici. Di decifrare il messaggio nascosto sotto la “superficie delle lettere”. Un messaggio inviato a tutti noi, all’umanità intera.
Possiamo forse non avere gli strumenti per comprendere immediatamente queste parole, perché siamo purtroppo abituati da troppo tempo ad una religiosità che non sa andare oltre la legge e l’emotività. Abbiamo smarrito la via della Sapienza e molti non sanno neanche come rientrarvi. Ma per “correggere la rotta” dobbiamo almeno avere il desiderio di comprendere le parole che Nostro Padre ci sta rivolgendo.
È da qui che si inizia. Ed è qui che si sperimenta davvero il Mistero del Natale.
(di Massimo Selis)
#ideeazione
https://telegra.ph/Sperimentare-la-Sua-presenza-per-un-Natale-davvero-fecondo-12-24
Non si tratta, ad esempio, del semplice provare dolore e indignazione di fronte a migliaia di innocenti uccisi a Gaza – cosa che per altro troppi non riescono nemmeno a fare! – o del chiedere giustizia contro chi si è rifiutato di curare. Si tratta di mettersi in ascolto delle parole che il Signore ci sta inviando attraverso questi eventi storici. Di decifrare il messaggio nascosto sotto la “superficie delle lettere”. Un messaggio inviato a tutti noi, all’umanità intera.
Possiamo forse non avere gli strumenti per comprendere immediatamente queste parole, perché siamo purtroppo abituati da troppo tempo ad una religiosità che non sa andare oltre la legge e l’emotività. Abbiamo smarrito la via della Sapienza e molti non sanno neanche come rientrarvi. Ma per “correggere la rotta” dobbiamo almeno avere il desiderio di comprendere le parole che Nostro Padre ci sta rivolgendo.
È da qui che si inizia. Ed è qui che si sperimenta davvero il Mistero del Natale.
(di Massimo Selis)
#ideeazione
https://telegra.ph/Sperimentare-la-Sua-presenza-per-un-Natale-davvero-fecondo-12-24
Telegraph
Sperimentare la Sua presenza: per un Natale davvero fecondo
Quando si avvicina il Natale dovremmo tornare con più urgenza ad interrogarci sul Mistero del “Signore che viene”. E ogni anno, andare più a fondo, perché è un Mistero appunto, e dunque, infinito. Un interrogarci che chiama ad un lavoro di introspezione per…
Forwarded from Amici di inFormazione Cattolica
informazionecattolica.it
Nuovo attacco omosessualista e femminista contro Provita & Famiglia – informazionecattolica.it
di Jacopo Coghe – MURALES LAIKA. PRO VITA E FAMIGLIA: E’ UNA PROVOCAZIONE BANALE, SI NASCE SOLO DA UN UOMO E UNA DONNA Vogliamo ringraziare la Street Artist ‘Laika’ per il murales con cui ha imbrattato la serranda della sede nazionale di Pro Vita & Famiglia…
L'ANGOLO DEL GIUSNATURALISTA:
POLITICA E COMPRENSIONE DELLA VERITÀ:
La politica odierna, o meglio la tecnopolitica, si identifica con i vigenti ordinamenti giuridici, con le prassi governative, con l'attuazione dei programmi, con il controllo sociale e con la regolamentazione del conflitto. Detto diversamente, la politica si risolve in un artificio cratologico imposto convenzionalmente per cui la sua realtà finisce per identificarsi con la sua effettività (Turco). Partecipare ad una festa dell'Unità, piuttosto che ad Atreju, è la stessa cosa dal momento che la passerella (il "farsi vedere") altro non fa che rimarcare questa prospettiva. In particolare, essa (la politica) si serve della regola democratica che ha natura procedurale, utilizzandola peró come regola sostanziale e, dunque, "come verità della non verità". Questo significa che la concezione moderna della politica implica, da parte dello Stato o di un ordinamento sovranazionale (pensiamo all'Unione Europea), il non riconoscimento di alcunchè di stabile e definitivo, il non riconoscimento di alcun principio. Lo Stato, in questo modo, si fa garante della non/verità come verità. Ora, mancando il criterio veritativo, l'ordinamento è costretto a riconoscere come valori (per natura modulabili secondo il noto insegnamento di Carl Schmitt (1888/1985)) tutte le opzioni, pervenendo in questo modo all'indifferentismo (diritto alla vita del concepito, ma al contempo il diritto della madre alla salute psico/fisica per cui, entro un dato termine, puó interrompere volontariamente la gravidanza). Pertanto, la banale discussione cui si assiste periodicamente, specialmente per la mancanza di temi da parte dell'imbarazzante Partito Democratico, sulla Costituzione "antifascista" è totalmente priva di rilievo. La Costituzione italiana vigente del 1948 e tutte le altre Costituzioni "occidentali" non sono nè fasciste, nè antifasciste, ma semplicemente "anfibie", indifferenti a qualunque tipo di contenuto che non sia il continuo bilanciamento degli interessi in gioco (non sta, forse, in questo la "mitezza del diritto" per cui è anatema cristallizarsi su "un'identità a priori"?). Operando all'interno di codesto contesto il ruolo dei partiti attuali è assolutamente inutile e perfettamente interscambiabile. Eppure, la autentica politica è intrinsecamente caratterizzata dalla ricerca (non semplice e non banale) della verità dell'essere, perchè, sulla scia dell'insegnamento di Aristotele (384 a.C./322 a.C.), è questa la vera condizione del formarsi di ogni società umana ed il fattore di equilibrio nel comprendere prima e nel realizzare poi il bene comune. Solo la Verità impedisce l'anarchia e la nascita dei totalitarismi e degli autoritarismi (non certo le "piazze" di Schlein e Ladini). Solo la Verità garantisce il vero pluralismo delle realtà per quello che sono ontologicamente, nonchè il perseguimento dei loro fini naturali. Scrive l'evangelista Giovanni: "Conoscerete la Verità e la Verità vi farà liberi" (cit. Gv 8, 31/32). È questa la Via maestra da seguire...
POLITICA E COMPRENSIONE DELLA VERITÀ:
La politica odierna, o meglio la tecnopolitica, si identifica con i vigenti ordinamenti giuridici, con le prassi governative, con l'attuazione dei programmi, con il controllo sociale e con la regolamentazione del conflitto. Detto diversamente, la politica si risolve in un artificio cratologico imposto convenzionalmente per cui la sua realtà finisce per identificarsi con la sua effettività (Turco). Partecipare ad una festa dell'Unità, piuttosto che ad Atreju, è la stessa cosa dal momento che la passerella (il "farsi vedere") altro non fa che rimarcare questa prospettiva. In particolare, essa (la politica) si serve della regola democratica che ha natura procedurale, utilizzandola peró come regola sostanziale e, dunque, "come verità della non verità". Questo significa che la concezione moderna della politica implica, da parte dello Stato o di un ordinamento sovranazionale (pensiamo all'Unione Europea), il non riconoscimento di alcunchè di stabile e definitivo, il non riconoscimento di alcun principio. Lo Stato, in questo modo, si fa garante della non/verità come verità. Ora, mancando il criterio veritativo, l'ordinamento è costretto a riconoscere come valori (per natura modulabili secondo il noto insegnamento di Carl Schmitt (1888/1985)) tutte le opzioni, pervenendo in questo modo all'indifferentismo (diritto alla vita del concepito, ma al contempo il diritto della madre alla salute psico/fisica per cui, entro un dato termine, puó interrompere volontariamente la gravidanza). Pertanto, la banale discussione cui si assiste periodicamente, specialmente per la mancanza di temi da parte dell'imbarazzante Partito Democratico, sulla Costituzione "antifascista" è totalmente priva di rilievo. La Costituzione italiana vigente del 1948 e tutte le altre Costituzioni "occidentali" non sono nè fasciste, nè antifasciste, ma semplicemente "anfibie", indifferenti a qualunque tipo di contenuto che non sia il continuo bilanciamento degli interessi in gioco (non sta, forse, in questo la "mitezza del diritto" per cui è anatema cristallizarsi su "un'identità a priori"?). Operando all'interno di codesto contesto il ruolo dei partiti attuali è assolutamente inutile e perfettamente interscambiabile. Eppure, la autentica politica è intrinsecamente caratterizzata dalla ricerca (non semplice e non banale) della verità dell'essere, perchè, sulla scia dell'insegnamento di Aristotele (384 a.C./322 a.C.), è questa la vera condizione del formarsi di ogni società umana ed il fattore di equilibrio nel comprendere prima e nel realizzare poi il bene comune. Solo la Verità impedisce l'anarchia e la nascita dei totalitarismi e degli autoritarismi (non certo le "piazze" di Schlein e Ladini). Solo la Verità garantisce il vero pluralismo delle realtà per quello che sono ontologicamente, nonchè il perseguimento dei loro fini naturali. Scrive l'evangelista Giovanni: "Conoscerete la Verità e la Verità vi farà liberi" (cit. Gv 8, 31/32). È questa la Via maestra da seguire...