IL GIUSNATURALISTA
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Canale pubblico ispirato al pensiero giusnaturalistico classico.
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Forwarded from Matteo D'Amico
CONSIDERAZIONI SUL “GAY PRIDE”

L'altroieri a Roma, come anche a Gerusalemme e in moltissime altre città occidentali si è svolto il “gay pride”. Questa turpe e lugubre processione viene svolta ormai da una trentina d’anni secondo una ritualità, dei gesti, delle dichiarazioni che le danno in effetti l’aspetto di una oscena liturgia laica e neopagana. Ogni “pride” è uguale a tutti gli altri dovendo rispettare i canoni rigidissimi stabiliti dalla retorica della trasgressione: travestiti con vestiti improbabili e coloratissimi, transessuali seminudi che fanno mossette ammiccanti, omosessuali che si baciano in modo sfacciato davanti ai fotografi, dappertutto le ridicole bandierine arcobaleno, volti storpiati dal trucco più vistoso ed eccessivo, uomini a torso nudo con fibbie e mascherine di cuoio di tipo vagamente sado-maso, genitori “progressisti” tutti orgogliosi di avere portato anche i loro bambini a partecipare.

Su tutto regna il vuoto intellettuale più assoluto: una musica techno martellante evita a tutti (e impedisce) di pensare e la partecipazione sembra ridursi a l muoversi a ritmo di musica facendo continui sorrisi stereotipati. Se intervistati da qualche televisione, regolarmente le persone vomitano qualche frase su “diritti negati”, “parità di diritti”, “governo reazionario o fascista” e altre amenità del genere: viene chiesto apertamente il matrimonio civile fra omosessuali (come volevasi dimostrare le unioni civili non bastano più…), il diritto di adottare figli da parte di coppie di omosessuali, la legalizzazione dell’ ”utero in affitto”.

Ascoltando i partecipanti si capisce che è impensabile discutere con queste persone: non sono aperti a un onesto contraddittorio filosoficamente rigoroso, sono piuttosto adepti di una nuova religione secolare, atea e neopagana, che potremmo chiamare “religione della libertà” (intesa nel senso più negativo di liberum arbitrium indifferentiae). Non sopportano che nulla normi, limiti o dia forma alla loro vita, che si chiami legge naturale, Decalogo, tradizione, semplice buon senso; con ciò rinunciano all’umanità stessa dell’uomo, che sorge solo, sul piano semplicemente naturale, dal luminoso conflitto fra una superiore norma morale e spirituale e la sfera del semplice desiderio.
Invece chi partecipa al “gay pride” vuole che ogni sua passione, ogni suo sogno e desiderio, ogni sua perversione sia riconosciuto come legittimo e abbia il diritto di manifestarsi e tradursi in realtà.

Siamo così giunti non a una forma degradata di civiltà, ma all’anti-civiltà, al rovesciamento per diametrum dell’idea stessa di civiltà, alla barbarie più compiuta. Pensare che i miei desideri debbano essere riconosciuti come la norma del bene è una cosa totalmente infantile, che incomincia a capire che è falsa già un bambino di 4 o 5 anni: adulti che gridano queste sciocchezze reclamando “diritti” è spettacolo veramente tragico. L’infantilismo, dunque, come essenza dell' Occidente terminale.

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L'ANGOLO DEL GIUSNATURALISTA:

GAY PRIDE: CHE COSA CI INSEGNA IL DIRITTO NATURALE CLASSICO?

Il mese di giugno, in questi ultimi anni, é dedicato alle manifestazioni dell'orgoglio gay ed lgbtq+. La retorica di questa nuova "religione civile pagana" é nota: rivendicazione dei diritti, drammatizzazione di inesistenti discriminazioni ampliata da alcuni media sensibili a questo tipo di narrazione, assunzione di giudizi assoluti nei confronti di coloro che, pur con rispetto verso tutti, esprimono posizioni critiche, venendo bollati come "fascisti omofobi" (ecco il fascismo degli antifascisti di pasoliniana memoria) etc. In realtá, é la retta ragione, la ragione contemplativa, che ci porta a ritenere come "contro natura" la pratica omosessuale. In via preliminare, é doveroso chiarire che, con il termine "natura", non si intende il naturalismo, ossia ció che presente nel mondo naturale (lo é, allora, anche la pedofilia o la violenza sessuale), ció che é congenito, innato, bensí quel fascio di inclinazioni naturali (ad esempio, cercare il senso ultimo delle cose, l'apertura alla vita etc.) funzionali a perseguire certi fini chiamati beni. Negare questa affermazione significa sostenere che per l'uomo non ci sono fini o che per la persona umana é indifferente realizzare il fine a) o il fine b), ma questo é smentito dal principio di realtá (non uccidere un uomo o ucciderlo sarebbe la medesima cosa?). La natura, dunque, filosoficamente intesa, costituisce "un ordo", un ordine ben preciso. Pertanto, gli atti che violano questo ordine sono disordinati: sequestrare una persona, commettere un furto etc. Si tratta, infatti, di comportamenti che celano una volontá di potenza, di sopraffazione dell'uomo sull'uomo. Chi ci dice, peró, che esiste una inclinazione naturale per cui si é attratti da persone di sesso opposto? É il principio di proporzionalitá: una inclinazione é naturale se l'uomo, per natura, possiede gli strumenti per soddisfare il fine verso il quale sperimenta questa inclinazione. Se l'omosessualitá fosse un'inclinazione naturale, si dovrebbero possedere allora gli strumenti per poterla realizzare. Ora, essa comporta anche i rapporti carnali, ma questi, tra persone dello stesso sesso, non sono idonei a perseguire il fine naturale dell'apertura alla vita. Si confonde, dunque, l'inclinazione con il desiderio, con l'attrazione, che rientrano nel prisma della libertá negativa, ovvero nella sfera dell'autodeterminazione assoluta della persona. C'é, peró, un altro aspetto che ci puó aiutare: le inclinazioni naturali, fondate sul nostro essere, cercano sempre un bene, un fine che manca, che non si dispone. Si tratta del principio di complementarietá: noi siamo mancanti dei beni che non disponiamo. L'inclinazione secondo natura, quindi, presuppone una mancanza, una diversitá che viene cercata: ad esempio, la perpetuazione della specie umana presuppone l'incontro dell'organo sessuale femminile con quello maschile. Si potrebbe, tuttavia, obiettare che tra persone dello stesso sesso non si cerca l'apertura alla vita, ma il desiderio di stare insieme, di amarsi, di sorreggersi etc. Se c'é l'amore, perché opporsi alle unioni civili tra persone dello stesso sesso (che, in Italia, sono consentite dalla legge ordinaria dello Stato n. 76/2016 c.d. "Cirinná")? Perché opporsi al matrimonio omosessuale giá introdotto dalla legge positiva in altri ordinamenti giuridici come la Spagna? Perché se cosí fosse, allora ogni desiderio, ogni pulsione dovrebbe essere assecondata e trasformata in diritto. In questo modo l'agire morale e giuridico non segue piú l'essere, ma l'io del soggetto sempre insaziabile di nuovi diritti e di nuove situazioni giuridiche soggettive che corrono il rischio di porre non pochi problemi all'interno della stessa convivenza sociale. L'uomo non é una costruzione sociale in cui emergono la graduale volontá di decostruzione e la relativitá delle norme morali. Attraverso operazioni nominalistiche, di cui la sinistra globalista e progressista é abile, si vuole pervenire ad una melassa indistinta non umana .
A questo si deve contrapporre il principio di veritá, congiunto con quello di differenza, per cui trattare diversamente cose diverse é il piú grande atto di caritá e di giustizia.

"Siccome il grido che sale da Sodoma e Gomorra è grande e siccome il loro peccato è molto grave, io scenderò e vedrò se hanno interamente agito secondo il grido che è pervenuto a me" (cit. Gn 18).
L'ANGOLO DEL GIUSNATURALISTA:
Forwarded from Byoblu
PREMIERATO: MISURA DI STABILITÀ O GOVERNO DELLA MINORANZA? – Che idea ti sei fatto?

Proseguono le discussioni in merito alla riforma del premierato. Per il 55% dell'opinione pubblica l'elezione diretta del Presidente sarebbe la soluzione a molti problemi dell'Italia. Ne parliamo con Daniele Trabucco, Pino Cabras e Paolo Borgognone.

➡️ https://www.byoblu.com/2024/06/18/premierato-misura-di-stabilita-o-governo-della-minoranza-che-idea-ti-sei-fatto/


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*Privacy Scuola: Autorizzazioni Necessarie e Non Necessarie*
Oggi una signora di Parma ha scritto al Sindacato d'Azione per chiedere chiarimenti sull'informativa privacy che una scuola superiore della città le ha chiesto di firmare per l'iscrizione del proprio figlio. *L'analisi dell'informativa ha rivelato che i dati personali degli studenti possono essere trasferiti a una serie di enti che nulla hanno a che fare con l'erogazione del servizio scolastico*. Questo articolo spiega quali sono le autorizzazioni necessarie e quelle superflue, fornendo un *fac-simile di email* per chi desidera *limitare l'autorizzazione al trattamento dei dati*.
*Leggi l'articolo completo*:
https://sindacatodazione.com/2024/06/18/privacy-scuola-autorizzazioni-necessarie-e-non-necessarie-fac-simile/
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Complimenti all'amico prof. Massimo Viglione per questo suo ultimo lavoro scientifico da leggere e da studiare con grande attenzione. Complimenti Massimo!!!
Fa sempre piacere che, a distanza di dieci anni, la tua monografia sia ancora ricordata.