L'ANGOLO DEL GIUSNATURALISTA:
PAPA SAN PIO X ED IL TOMISMO INTEGRALE
Il grande Papa san Pio X, pontefice dal 1903 al 1914, caduto nel dimenticatoio se non addirittura avversato da una certa storiografia soprattutto dopo il Concilio Ecumenico Vaticano II (1962-1965), é stato non solo colui che ha combattuto con fermezza l'eresia modernista, ma anche colui che ha indicato, da vero Pastore, la strada da seguire per difendere i "diritti della Veritá", la sola "Veritá che salva": Gesú Cristo vero Dio e vero uomo. Attraverso l'attenta lettura della nota Lettera Enciclica "Pascendi Dominici Gregis" del 1907, integrata dalla Lettera apostolica "Notre charge apostolique" del 25 agosto 1910 di condanna del movimento francese di stampo socialista "Le Sillon" che propugnava un cristianesimo laicizzato (oggi diremo pastorale), Papa Sarto non si limita a condannare solo il modernismo dogmatico, bensí anche quello sociale. Se, da una parte, l'affermazione del principio moderno di immanenza favoriva e favorisce la coincidenza della Rivelazione divina con l'esperienza e la coscienza dell'uomo che vive il sentimento religioso (e, dunque, lo interpreta a seconda delle proprie posizioni soggettive), dall'altra il primato dell' "action" blondeliana sulla ragione contemplativa porta al primato della prassi sulla conoscenza dell'essere. Di fronte, allora, al tentativo di "deellenizare" il cristianesimo e privarlo del suo impianto metafisico, Papa Sarto propone (nella "Pascendi") il ritorno ad un "tomismo autentico ed integrale", oggi completamente assente nella formazione del clero e dei religiosi in quanto soppiantato da una prospettiva fenomenologica-esistenziale che ha condotto a vere e proprie aberrazioni. É stata la graduale rinuncia al tomismo, ad esempio, che ha consentito il pantesimo cosmico di Pierre Teilhard de Chardin (1881-1955) o la "svolta antropologica" di Karl Rahner (1900-1984) di matrice razionalistica. In san Pio X, modello di autentico "Pastor bonus", emerge una costante e strenua difesa della Veritá, tacciata erroneamente di intransigentismo (Menozzi), consapevole che i "veri amici del popolo non sono né rivoluzionari, né novatori, ma tradizionalisti" (cit. san Pio X, Lettera apostolica "Notre charge apostolique, 1910).
PAPA SAN PIO X ED IL TOMISMO INTEGRALE
Il grande Papa san Pio X, pontefice dal 1903 al 1914, caduto nel dimenticatoio se non addirittura avversato da una certa storiografia soprattutto dopo il Concilio Ecumenico Vaticano II (1962-1965), é stato non solo colui che ha combattuto con fermezza l'eresia modernista, ma anche colui che ha indicato, da vero Pastore, la strada da seguire per difendere i "diritti della Veritá", la sola "Veritá che salva": Gesú Cristo vero Dio e vero uomo. Attraverso l'attenta lettura della nota Lettera Enciclica "Pascendi Dominici Gregis" del 1907, integrata dalla Lettera apostolica "Notre charge apostolique" del 25 agosto 1910 di condanna del movimento francese di stampo socialista "Le Sillon" che propugnava un cristianesimo laicizzato (oggi diremo pastorale), Papa Sarto non si limita a condannare solo il modernismo dogmatico, bensí anche quello sociale. Se, da una parte, l'affermazione del principio moderno di immanenza favoriva e favorisce la coincidenza della Rivelazione divina con l'esperienza e la coscienza dell'uomo che vive il sentimento religioso (e, dunque, lo interpreta a seconda delle proprie posizioni soggettive), dall'altra il primato dell' "action" blondeliana sulla ragione contemplativa porta al primato della prassi sulla conoscenza dell'essere. Di fronte, allora, al tentativo di "deellenizare" il cristianesimo e privarlo del suo impianto metafisico, Papa Sarto propone (nella "Pascendi") il ritorno ad un "tomismo autentico ed integrale", oggi completamente assente nella formazione del clero e dei religiosi in quanto soppiantato da una prospettiva fenomenologica-esistenziale che ha condotto a vere e proprie aberrazioni. É stata la graduale rinuncia al tomismo, ad esempio, che ha consentito il pantesimo cosmico di Pierre Teilhard de Chardin (1881-1955) o la "svolta antropologica" di Karl Rahner (1900-1984) di matrice razionalistica. In san Pio X, modello di autentico "Pastor bonus", emerge una costante e strenua difesa della Veritá, tacciata erroneamente di intransigentismo (Menozzi), consapevole che i "veri amici del popolo non sono né rivoluzionari, né novatori, ma tradizionalisti" (cit. san Pio X, Lettera apostolica "Notre charge apostolique, 1910).
Forwarded from Massimo Viglione
Mio intervento su Santa Caterina da Siena https://www.youtube.com/watch?v=tmUeD6cPen8
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Santa Caterina da Siena, patrona d'Italia
Nata nel 1347, santa Caterina, benché illetterata, tiene contatti con papi e potenti della sua epoca, si prodiga per il bene della Chiesa e perché la cattedra di san Pietro sia riportata a Roma. Nel 1939 Pio XII la dichiara patrona d'Italia con Francesco…
L'ANGOLO DEL GIUSNATURALISTA:
LEGGE NATURALE E LIBERTÁ:
Quale rapporto intercorre tra la legge naturale e la libertá? La legge naturale costituisce oppure no un limite alla libertá? In realtá, se ci mettiamo in ascolto della ragione contemplativa, arriviamo alla conclusione che non sussiste alcuna opposizione tra libertá e legge naturale, anzi potremmo dire che la "lex naturalis" é una dimensione della libertá della persona umana, presupponendone il suo essere. Allora perché, in alcuni casi, si ha l'impressione di non essere liberi, di essere condizionati dalla legge naturale? Questo é possibile perché si confonde la libertá con la libertá assoluta, arbitraria, con una libertá che puó qualunque cosa anche contro ció che si é. Pensare ad una siffatta libertá é un grave errore: se, infatti, la libertá é una dimensione dell'essere, della sostanza individuale razionale, vuol dire che essa ha un fondamento nell'essere. Chi é libero é sempre dotato di un determinato statuto ontologico, altrimenti ci troveremmo di fronte ad una libertá "disincarnata", astratta, che non esiste se non come proiezione dell'autodeterminazione assoluta dell'uomo, del proprio "velle". L'agire libero, dunque, non trova la causa del suo movimento in una forza esterna, ma nell'essere quale principio intrinseco all'ente uomo. Questo sta ad indicare che l'agire non puó che risultare manifestazione del dinamismo del proprio essere, o meglio di quelle inclinazioni proprie dell'essenza o natura della persona umana. Ecco perché uno dei capisaldi dell'ontologia tomista si rinviene nell'espressione "agere sequitur esse". Alla luce di queste riflessioni possiamo penetrare ancora di piú il significato della parola libertá: essa non é un agire caotico e disordinato, ma l'espressione razionale della natura umana. Noi saremmo massimamente liberi non quando pretendiamo di trasformare ogni pretesa in diritto mediante il sistema geometrico legale, bensí quando assumiamo coscientemente il nostro essere e lo realizziamo.
LEGGE NATURALE E LIBERTÁ:
Quale rapporto intercorre tra la legge naturale e la libertá? La legge naturale costituisce oppure no un limite alla libertá? In realtá, se ci mettiamo in ascolto della ragione contemplativa, arriviamo alla conclusione che non sussiste alcuna opposizione tra libertá e legge naturale, anzi potremmo dire che la "lex naturalis" é una dimensione della libertá della persona umana, presupponendone il suo essere. Allora perché, in alcuni casi, si ha l'impressione di non essere liberi, di essere condizionati dalla legge naturale? Questo é possibile perché si confonde la libertá con la libertá assoluta, arbitraria, con una libertá che puó qualunque cosa anche contro ció che si é. Pensare ad una siffatta libertá é un grave errore: se, infatti, la libertá é una dimensione dell'essere, della sostanza individuale razionale, vuol dire che essa ha un fondamento nell'essere. Chi é libero é sempre dotato di un determinato statuto ontologico, altrimenti ci troveremmo di fronte ad una libertá "disincarnata", astratta, che non esiste se non come proiezione dell'autodeterminazione assoluta dell'uomo, del proprio "velle". L'agire libero, dunque, non trova la causa del suo movimento in una forza esterna, ma nell'essere quale principio intrinseco all'ente uomo. Questo sta ad indicare che l'agire non puó che risultare manifestazione del dinamismo del proprio essere, o meglio di quelle inclinazioni proprie dell'essenza o natura della persona umana. Ecco perché uno dei capisaldi dell'ontologia tomista si rinviene nell'espressione "agere sequitur esse". Alla luce di queste riflessioni possiamo penetrare ancora di piú il significato della parola libertá: essa non é un agire caotico e disordinato, ma l'espressione razionale della natura umana. Noi saremmo massimamente liberi non quando pretendiamo di trasformare ogni pretesa in diritto mediante il sistema geometrico legale, bensí quando assumiamo coscientemente il nostro essere e lo realizziamo.
L'ANGOLO DEL GIUSNATURALISTA:
NUOVO PATTO DI STABILITÁ: IL TRADIMENTO DEI "FINTI SOVRANISTI"
In data 29 aprile 2024 si é concluso l'iter che ha condotto all'approvazione del testo del nuovo Patto di stabilitá introdotto come strumento nel 1997. In primo luogo, va rilevato come il Governo italiano, quello la cui Presidente del Consiglio dei Ministri si candida per cambiare l'Europa pur sapendo che le preferenze degli elettori alla sua persona saranno inutili in quanto non lascerá mai Palazzo Chigi, ha votato a favore (solo il Belgio si é astenuto), ossia in contrasto rispetto agli stessi parlamentari europei appartenenti ai partiti della maggioranza parlamentare (non solo Lega e Forza Italia, ma anche Fratelli d'Italia) i quali, invece, si erano astenuti in blocco. Una vera e propria presa in giro che delegittima l'operato degli europarlamentari. In secondo luogo, il Patto appare troppo sbilanciato nei confronti della stabilitá a danno della crescita. C'é, infatti, il serio rischio di una spirale deflattiva nell'economia dell'Unione a scapito dei Paesi piú indebitati (e tra questi c'é l'Italia) con la conseguenza di non creare condizioni macroeconomiche favorevoli. In terzo luogo, i Paesi piú indebitati dovranno intraprendere un percorso di aggiustanento del debito pubblico fino al raggiungimento di "un margine di resilienza comune" (1,5% del Pil). Stando alle stime di Bruegel, l'Italia é lo Stato membro dell'Unione Europea che dovrá effettuare l'aggiustamento piú pesante: il 3,7% del PIL nel caso in cui questo fosse concluso in quattro anni o 3,4% se fosse concluso in sette anni. Che significa questo? Che il Governo della Repubblica dovrà, ogni anno, effettuare un aggiustamento pari all’1,15% (nell’ipotesi 7 anni) o dello 0,61% (nell’ipotesi 4 anni). Questa asimmetria potrebbe comportare una violazione del principio regolatorio del c.d. "level playing field", creando vincitori e vinti tra i vari Paesi. Pertanto, quelli che dovranno effettuare un aggiustamento più blando disporranno di maggiori spazi di bilancio per finanziare la propria economia a differenza degli altri che finiranno penalizzati. É vero, da un lato, che i nuovi criteri, rispetto agli assurdi parametri precedenti (riduzione del debito di un ventesimo all'anno in riferimento alla parte di eccesso superiore al 60%), si presentano piú realistici, ma, dall'altro lato, proprio per questa ragione, saranno imposti con maggior vigore. E per prorogare anche nell'anno solare 2025 le misure bandiera a cui l'Esecutivo Meloni non vuole rinunciare, prima tra tutte il taglio del cuneo fiscale, con la prossima legge di Bilancio occorrerá trovare altri 20 miliardi di euro. Solo che saranno impossibili da finanziare con il solito scostamento di bilancio. In quarto ed ultimo luogo, é particolarmente significativo, vista la attuale situazione geopolitica, che le spese per la difesa siano ritenute un "fattore rilevante" nel calcolo dei piani di rientro dal deficit. Un segnale di preparazione per una futura guerra? Votare Giorgia cambia proprio le cose...in peggio. Il vero dramma é che la gente ci crede ancora.
NUOVO PATTO DI STABILITÁ: IL TRADIMENTO DEI "FINTI SOVRANISTI"
In data 29 aprile 2024 si é concluso l'iter che ha condotto all'approvazione del testo del nuovo Patto di stabilitá introdotto come strumento nel 1997. In primo luogo, va rilevato come il Governo italiano, quello la cui Presidente del Consiglio dei Ministri si candida per cambiare l'Europa pur sapendo che le preferenze degli elettori alla sua persona saranno inutili in quanto non lascerá mai Palazzo Chigi, ha votato a favore (solo il Belgio si é astenuto), ossia in contrasto rispetto agli stessi parlamentari europei appartenenti ai partiti della maggioranza parlamentare (non solo Lega e Forza Italia, ma anche Fratelli d'Italia) i quali, invece, si erano astenuti in blocco. Una vera e propria presa in giro che delegittima l'operato degli europarlamentari. In secondo luogo, il Patto appare troppo sbilanciato nei confronti della stabilitá a danno della crescita. C'é, infatti, il serio rischio di una spirale deflattiva nell'economia dell'Unione a scapito dei Paesi piú indebitati (e tra questi c'é l'Italia) con la conseguenza di non creare condizioni macroeconomiche favorevoli. In terzo luogo, i Paesi piú indebitati dovranno intraprendere un percorso di aggiustanento del debito pubblico fino al raggiungimento di "un margine di resilienza comune" (1,5% del Pil). Stando alle stime di Bruegel, l'Italia é lo Stato membro dell'Unione Europea che dovrá effettuare l'aggiustamento piú pesante: il 3,7% del PIL nel caso in cui questo fosse concluso in quattro anni o 3,4% se fosse concluso in sette anni. Che significa questo? Che il Governo della Repubblica dovrà, ogni anno, effettuare un aggiustamento pari all’1,15% (nell’ipotesi 7 anni) o dello 0,61% (nell’ipotesi 4 anni). Questa asimmetria potrebbe comportare una violazione del principio regolatorio del c.d. "level playing field", creando vincitori e vinti tra i vari Paesi. Pertanto, quelli che dovranno effettuare un aggiustamento più blando disporranno di maggiori spazi di bilancio per finanziare la propria economia a differenza degli altri che finiranno penalizzati. É vero, da un lato, che i nuovi criteri, rispetto agli assurdi parametri precedenti (riduzione del debito di un ventesimo all'anno in riferimento alla parte di eccesso superiore al 60%), si presentano piú realistici, ma, dall'altro lato, proprio per questa ragione, saranno imposti con maggior vigore. E per prorogare anche nell'anno solare 2025 le misure bandiera a cui l'Esecutivo Meloni non vuole rinunciare, prima tra tutte il taglio del cuneo fiscale, con la prossima legge di Bilancio occorrerá trovare altri 20 miliardi di euro. Solo che saranno impossibili da finanziare con il solito scostamento di bilancio. In quarto ed ultimo luogo, é particolarmente significativo, vista la attuale situazione geopolitica, che le spese per la difesa siano ritenute un "fattore rilevante" nel calcolo dei piani di rientro dal deficit. Un segnale di preparazione per una futura guerra? Votare Giorgia cambia proprio le cose...in peggio. Il vero dramma é che la gente ci crede ancora.
Forwarded from ImolaOggi Channel
Nuovo patto di stabilità, il tradimento dei “finti sovranisti”
(prof. Daniele Trabucco)
https://www.imolaoggi.it/2024/05/02/patto-di-stabilita-tradimento-finti-sovranisti/
(prof. Daniele Trabucco)
https://www.imolaoggi.it/2024/05/02/patto-di-stabilita-tradimento-finti-sovranisti/
Imola Oggi
Nuovo patto di stabilità, il tradimento dei "finti sovranisti" • Imola Oggi
Il Patto appare troppo sbilanciato nei confronti della stabilitá a danno della crescita. C'é, infatti, il serio rischio di una spirale deflattiva nell'economia
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Sprecheranno fino all'ultimo centesimo possibile prima di andarsene
👉UE, von der Leyen: "un miliardo di euro al Libano"
https://www.imolaoggi.it/2024/05/02/ue-von-der-leyen-un-miliardo-di-euro-al-libano/
👉UE, von der Leyen: "un miliardo di euro al Libano"
https://www.imolaoggi.it/2024/05/02/ue-von-der-leyen-un-miliardo-di-euro-al-libano/
Imola Oggi
UE, von der Leyen: "un miliardo di euro al Libano" • Imola Oggi
''Sono lieta di annunciare un pacchetto da 1 miliardo di euro per il Libano''. Lo scrive su X Ursula von der Leyen.