Forwarded from Amici di inFormazione Cattolica
informazionecattolica.it
Don Nuara: “Anche Mattarella si è calato le brache davanti ai musulmani?” - informazionecattolica.it
di don Antonio Nuara - MATTARELLA HA INVIATO UN MESSAGGIO AI MUSULMANI PER LA FINE DEL RAMADAN. NON MI RISULTA CHE ABBIA INVIATO UN EGUALE MESSAGGIO AI CATTOLICI NEL GIORNO DI PASQUA. SE LO STATO È LAICO, COME MAI QUESTA DISPARITÀ DI TRATTAMENTO? Oggi, 10…
L'ANGOLO DEL GIUSNATURALISTA:
TORNARE A TOMMASO: UNICO RIMEDIO CONTRO LA FOLLIA DEL POST MODERNO
"Sicut autem ens est primum quod cadit in apprehensione simpliciter, ita bonum est primum quod cadit in apprehensione practicae rationis, quae ordinatur ad opus, omne enim agens agit propter finem, qui habet rationem boni. Et ideo primum principium in ratione practica est quod fundatur supra rationem boni, quae est, bonum est quod omnia appetunt. Hoc est ergo primum praeceptum legis, quod bonum est faciendum et prosequendum, et malum vitandum" (cfr. S. Tommaso d'Aquino, S. Th., Iª-IIae q. 94 a. 2 co.).
Traduzione:
"Ebbene, come l'ente è la cosa assolutamente prima nella conoscenza, così il bene è la prima nella cognizione della ragione pratica, ordinata all'operazione: poiché ogni agente agisce per un fine, il quale ha sempre ragione di bene. Perciò il primo principio della ragione pratica si fonda sulla nozione di bene, essendo il bene ciò che tutti gli esseri desiderano. Ecco, dunque, il primo precetto della legge (naturale): Il bene è da farsi e da cercarsi, il male è da evitarsi".
TORNARE A TOMMASO: UNICO RIMEDIO CONTRO LA FOLLIA DEL POST MODERNO
"Sicut autem ens est primum quod cadit in apprehensione simpliciter, ita bonum est primum quod cadit in apprehensione practicae rationis, quae ordinatur ad opus, omne enim agens agit propter finem, qui habet rationem boni. Et ideo primum principium in ratione practica est quod fundatur supra rationem boni, quae est, bonum est quod omnia appetunt. Hoc est ergo primum praeceptum legis, quod bonum est faciendum et prosequendum, et malum vitandum" (cfr. S. Tommaso d'Aquino, S. Th., Iª-IIae q. 94 a. 2 co.).
Traduzione:
"Ebbene, come l'ente è la cosa assolutamente prima nella conoscenza, così il bene è la prima nella cognizione della ragione pratica, ordinata all'operazione: poiché ogni agente agisce per un fine, il quale ha sempre ragione di bene. Perciò il primo principio della ragione pratica si fonda sulla nozione di bene, essendo il bene ciò che tutti gli esseri desiderano. Ecco, dunque, il primo precetto della legge (naturale): Il bene è da farsi e da cercarsi, il male è da evitarsi".
Forwarded from Confederazione dei Triarii
TRIARII TV - SABATO 13 APRILE 2024 - 0RE 03:00 A.M.
MILITIA CONTRA TENEBRAS
SANTO ROSARIO NOTTURNO IN RIPARAZIONE DELLE BLASFEMIE E DEI TROPPI SILENZI
LINK PER PARTECIPARE IN DIRETTA
YOUTUBE:
https://www.youtube.com/watch?v=oggUUXPSWG0
FACEBOOK
https://www.facebook.com/events/1859814657793312
Il testo del S.Rosario dei Triarii: https://www.confederazionetriarii.it/iniziative/403/il-rosario-della-confederazione-dei-triarii
Resta sempre aggiornato sulle iniziative dei Triarii iscrivendoti al seguente canale Telegram: t.me/Amici_dei_Triarii
MILITIA CONTRA TENEBRAS
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L'ANGOLO DEL GIUSNATURALISTA:
QUAL É IL SIGNIFICATO DELL' AGGETTIVO "NATURALE" QUANDO CI SI RIFERISCE ALL' "ORDINE NATURALE"?
Che cosa significa "ordo rerum", "ordine delle cose" o "ordine naturale"? E perché qualifichiamo come "naturale" il diritto che si riferisce a quest'ordine? Ora, i critici del diritto naturale (pensiamo solo, tra i molti, a Norberto Bobbio) ritengono che l'aggettivo qualificativo sia polisenso, cioé ammetta una pluralitá di significati e, quindi, di interpretazioni. In realtá, di contro ad una accezione naturalistico-deterministica oggi prevalente propria della modernitá e della riduzione della ragione a calcolo (Hobbes), per il pensiero classico (Aristotele, san Tommaso d'Aquino) l'espressione in esame indica ció che non é arbitrario, o meglio ció che é evidente e convincente per la sua ragionevolezza percepibile immediatamente (cosí Sergio Cotta). Questo spiega come mai il "naturale" costituisca l'apriori del diritto positivo, la condizione stessa della sua giuridicitá (Castellano), in netta opposizione alla volontá empirica e contingente di potenza. Solo cosí la "lex humana", per utilizzare un termine tomista, trae il suo senso dalla giustizia in quanto, rispetto all'ordine naturale, essa svolge una funzione ordinatrice. Allora il diritto é obbligatorio perché giusto, conforme alla "ius-titia", e perché promana dall'autoritá che é emanazione, in un dato contesto storico e politico, della giustizia. Si devono, pertanto, respingere le suggestioni idealistiche (Fichte, Hegel, per giungere fino a Giovanni Gentile) riguardo la riduzione del diritto al diritto statale in ragione del fatto che, come emerge chiaramente dai "Lineamenti di Filosofia del Diritto" di Hegel del 1820, solo nello Stato (ovvero nel momento di sintesi) emerge la real-razionalitá della legge "nella sua universalitá razionale e nella sua determinatezza reale". Se, infatti, il diritto interno positivo non é piú soggetto al rispetto dell'ordine naturale, esso altro non puó essere definito se non come mera manifestazione di forza, anche potenzialmente brutale ed inumana, di chi contingentemente detiene il potere. Allo stesso modo, se anche quello che Hegel chiama "il diritto statale esterno" non incontra piú il limite dell' "ordo rerum", é possibile pervenire a legittimare qualunque guerra, inclusa quella di conquista. La storia dovrebbe avercelo insegnato, ma, come scriveva Antonio Gramsci, non ha avuto allievi.
QUAL É IL SIGNIFICATO DELL' AGGETTIVO "NATURALE" QUANDO CI SI RIFERISCE ALL' "ORDINE NATURALE"?
Che cosa significa "ordo rerum", "ordine delle cose" o "ordine naturale"? E perché qualifichiamo come "naturale" il diritto che si riferisce a quest'ordine? Ora, i critici del diritto naturale (pensiamo solo, tra i molti, a Norberto Bobbio) ritengono che l'aggettivo qualificativo sia polisenso, cioé ammetta una pluralitá di significati e, quindi, di interpretazioni. In realtá, di contro ad una accezione naturalistico-deterministica oggi prevalente propria della modernitá e della riduzione della ragione a calcolo (Hobbes), per il pensiero classico (Aristotele, san Tommaso d'Aquino) l'espressione in esame indica ció che non é arbitrario, o meglio ció che é evidente e convincente per la sua ragionevolezza percepibile immediatamente (cosí Sergio Cotta). Questo spiega come mai il "naturale" costituisca l'apriori del diritto positivo, la condizione stessa della sua giuridicitá (Castellano), in netta opposizione alla volontá empirica e contingente di potenza. Solo cosí la "lex humana", per utilizzare un termine tomista, trae il suo senso dalla giustizia in quanto, rispetto all'ordine naturale, essa svolge una funzione ordinatrice. Allora il diritto é obbligatorio perché giusto, conforme alla "ius-titia", e perché promana dall'autoritá che é emanazione, in un dato contesto storico e politico, della giustizia. Si devono, pertanto, respingere le suggestioni idealistiche (Fichte, Hegel, per giungere fino a Giovanni Gentile) riguardo la riduzione del diritto al diritto statale in ragione del fatto che, come emerge chiaramente dai "Lineamenti di Filosofia del Diritto" di Hegel del 1820, solo nello Stato (ovvero nel momento di sintesi) emerge la real-razionalitá della legge "nella sua universalitá razionale e nella sua determinatezza reale". Se, infatti, il diritto interno positivo non é piú soggetto al rispetto dell'ordine naturale, esso altro non puó essere definito se non come mera manifestazione di forza, anche potenzialmente brutale ed inumana, di chi contingentemente detiene il potere. Allo stesso modo, se anche quello che Hegel chiama "il diritto statale esterno" non incontra piú il limite dell' "ordo rerum", é possibile pervenire a legittimare qualunque guerra, inclusa quella di conquista. La storia dovrebbe avercelo insegnato, ma, come scriveva Antonio Gramsci, non ha avuto allievi.
Forwarded from Giubbe Rosse
SENTENZA STORICA SULLE MASCHERINE: “OBBLIGO È ILLEGITTIMO”, "NESSUNA EFFICACIA MASCHERINE"
È stato assolto un militare che rifiutò di indossarla dopo che era stata dichiarata la fine dell’emergenza
“l’utilizzo obbligatorio della mascherina come strategia di prevenzione dell’infezione da Sars-CoV-2 non è attualmente supportato dalle evidenze scientifiche a nostra disposizione”. In effetti, occorre aggiungere, sin dall’inizio di un dramma più democratico che sanitario, eravamo a conoscenza della quasi totale mancanza di studi scientifici che convalidassero l’obbligo liberticida di indossare qualsiasi tipo di mascherine. (Fonte: Nicola Porro)
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È stato assolto un militare che rifiutò di indossarla dopo che era stata dichiarata la fine dell’emergenza
“l’utilizzo obbligatorio della mascherina come strategia di prevenzione dell’infezione da Sars-CoV-2 non è attualmente supportato dalle evidenze scientifiche a nostra disposizione”. In effetti, occorre aggiungere, sin dall’inizio di un dramma più democratico che sanitario, eravamo a conoscenza della quasi totale mancanza di studi scientifici che convalidassero l’obbligo liberticida di indossare qualsiasi tipo di mascherine. (Fonte: Nicola Porro)
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Nicola Porro
Sentenza storica sulle mascherine: “Obbligo è illegittimo” - Claudio Romiti
È stato assolto un militare che rifiutò di indossarla dopo che era stata dichiarata la fine dell'emergenza