IL GIUSNATURALISTA
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Canale pubblico ispirato al pensiero giusnaturalistico classico.
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L'ANGOLO DEL GIUSNATURALISTA:

DAL TRANSUMANO AL POST UMANO: RITORNARE AL REALISMO ARISTOTELICO-TOMISTA

La scienza e la tecnica, i nuovi "immutabili" li definirebbe il prof. Emanuele Severino (1929-2020), stanno portando sempre di più ad una autotrasformazione di genere dove l'uomo, sinolo di animalità e razionalità, cede progressivamente il passo, con il contributo dell'intelligenza artificiale nella sua versione forte, ad entità strutturalmente diverse (ad esempio i robot umanoidi) in grado di accudire le persone anziane, i bambini etc. Siamo capaci, allora, per utilizzare le parole di Hans Jonas (1903–1993), di rispettare "il comandamento ontologico in base al quale l'umanità deve continuare ad esistere"? La risposta, per chi scrive, risiede unicamente nel ritorno al realismo aristotelico-tomista, ove la natura dell'uomo (da non confondere con il concetto di naturalismo) va realizzata secondo fini in essa teleologicamente inscritti per cui il passaggio dall'essere al dover-essere si "gioca" sul piano dell'essenza e non dell'esistenza. Questo richiede di rifuggire le diverse forme di personalismo contemporaneo, imbevute tutte del "veleno" della libertà negativa: dal personalismo relazionale di Apel (1922-2017) a quello di Habermas, da quello ermeneutico di Gadamer (1900-2002) al sistema modulare di Mounier (1905-1950) i quali trovano il loro precedente nel discusso liberalismo razionale di Kant (1724-1804). Scrive Aristotele (384 a.C.-322 a.C.) nel IV libro della "Metafisica": "É ridicolo andare in cerca di ragioni contro chi, rifiutando il valore della ragione, non vuol ragionare".
Forwarded from Giubbe Rosse
🇪🇺🇭🇺 COMMISSIONE EUROPEA PRONTA A TRATTARE CON ORBAN

La CE è pronta a fare concessioni all’Ungheria per sbloccare il pacchetto per l’Ucraina. Dopo la dichiarazione di J. Kirby secondo cui gli USA non hanno più la possibilità di sponsorizzare Kiev, tutto il sostegno è caduto sulle spalle dell’UE, che ora cerca di blandire l’Ungheria, dove è bloccato un pacchetto quadriennale da 50 mld di euro per Zelenskyj. Secondo il Financial Times, la CE è pronta ad aggiungere una clausola sui controlli annuali su come Kiev spende i fondi e a introdurre un meccanismo di “frenata di emergenza” in modo che l'Ungheria possa fermare il pacchetto in qualsiasi momento. Ciò darà a Budapest una forte influenza sia su Kiev che sulla stessa UE. Le fonti del FT non sono ancora d'accordo se tali misure basteranno a Orban per revocare il veto, ma gli interlocutori sottolineano che Budapest è “pronta a negoziare”. (Fonte: FT)

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L'ANGOLO DEL GIUSNATURALISTA:

IL "MITO" DELLA POSITIVIZZAZIONE DEI DIRITTI: OVVERO COME IL POTERE AGGIRA I SUOI PRESUNTI LIMITI

Viviamo nell'epoca dei diritti, o meglio del loro traffico insaziabile che contraddistingue da tempo non più solo gli ordinamenti giuridici statali, ma anche quelli sovranazionali con le rispettive Corti, andando ad incidere sulla stessa portata che questi assumono nelle Costituzioni nazionali in nome della "maggior tutela" che è possibile accordare al loro titolare grazie all'uso/abuso delle procedure comparative. Ora, i diritti contenuti nei Testi costituzionali vigenti, o nella Carta di Nizza che, con il Trattato di Lisbona del 2007, è stata "trattatizzata", o nei diversi accordi internazionali poi recepiti dai singoli Stati seguono la strada della "tecnica costituzionale": l' inserimento all'interno di un testo scritto viene ritenuto la prima e principale forma operativa per la loro difesa. In realtà, è proprio dalla costituzionalizzazione dei diritti e dalla loro regolamentazione con legge (le cui limitazioni non potrebbe stabilire liberamente, subendo l'efficacia conformativa del diritto stesso) che ne è stato intaccato il significato autentico ed originario. Infatti, divenendo oggetto di un disposto di legge, sia pure di rango costituzionale, i diritti umani trovano unicamente, com'è proprio della prospettiva positivistica, la loro unica fonte nella volontà del potere sovrano ed il formale fondamento della loro validità. In questo modo, la originaria funzione di limite del potere dilegua e per l'inevitabile loro indeterminatezza finiscono per risolversi in mere petizioni di principio (Francesco Gentile). Si puó facilmente notare che il passaggio, per riprendere una osservazione di Norberto Bobbio (1909-2004), da un sistema di diritto "debole", in quanto garantito da Codici di norme naturali e morali, ad un sistema di diritto "forte", come quello degli Stati, non affronta in alcun modo il problema del presupposto dei diritti antecedente la statuizione positiva, anzi ritiene superfluo interrogarsi intorno ad esso. Il prevalere del razionalismo sulla politica e sulla scienza giuridica, con la creazione del sistema delle geometrie legali, ha inglobato la questione dei diritti umani, disattivandone le potenzialità limitative. Anzi, la stessa visione "dignitaria" dei diritti viene sempre più messa in discussione in nome delle libertà individuali, monadiche (alcuni esempi: il gender) che trovano, nel concetto moderno di libertà negativa (Castellano sulla scorta di Hegel), nella gnosi moderna che vede l'uomo "camaleonte", scrive Giovanni Pico della Mirandola (1463-1494) nell' "Oratio de hominis dignitate" del 1486, la loro fonte di alimentazione.
Forwarded from Idee&Azione
E’ un giardino dei supplizi, per chi conserva il desiderio di verità, vivere in una società pervasa, attraversata, occupata da forme infinite di propaganda, ossia di menzogna, dalla culla alla tomba. Sapere che le varie forme di propaganda producono circa il cinque per cento del PIL determina un senso di impotenza, una malinconia esistenziale. Viviamo in una società in cui tutto è manipolazione eterodiretta, controllo del comportamento sociale e in cui tutto ciò non è quasi percepito. Il sistema della pubblicità padrona e onnipresente istituzionalizza il criterio della bugia: la réclame non dice la verità programmaticamente, giacché il suo compito è spingere all’acquisto di merci, alla scelta di condotte, all’adozione di comportamenti. Perfino gli stadi cambiano nome, assumendo quello di brand o prodotti.
(di Roberto Pecchioli)

#ideeazione
https://telegra.ph/Il-giardino-dei-supplizi-01-13
Fingiamo stupore... 😯😯😯