Forwarded from La terza ROMA
Il capodelegazione del PD a Strasburgo lo spezzino Brando Benifei, dice che il partito del vincitore delle elezioni in Slovacchia, Robert Fico, sarà probabilmente espulso dal PSE se dovesse scegliere di governare con l'estrema destra e disimpegnarsi dal sostegno all'Ucraina.
La foto non è stata scelta a caso,faccia da mascherina e 1800 miliardi di bugie!!!
https://t.me/terzaroma
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Forwarded from Amici di inFormazione Cattolica
LE SCONCERTANTI RIFLESSIONI DI UN VESCOVO BELGA: "L'EUTANASIA È MORALMENTE ACCETTABILE". ASPETTIAMO CON ANSIA CHE VENGA DESTITUITO...
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In un'intervista il vescovo Johan Bonny di Anversa sostiene che l'eutanasia non può essere giudicata moralmente in base alla natura intrinseca dell'azione, ma deve essere considerata in base alle circostanze che la circondano.
Ritenendo che esistano determinate circostanze in cui l'eutanasia è moralmente accettabile, il vescovo ha violato l'insegnamento perenne e infallibile della Chiesa cattolica.
Notoriamente poco ortodosso e convinto sostenitore della "benedizione" delle coppie dello stesso sesso, il vescovo ha dichiarato che nell'etica non accetta giudizi chiari e oggettivi, optando invece per l'etica circostanziata e il relativismo morale, mascherando detto relativismo come “discernimento”.
“La filosofia mi ha insegnato a non accontentarmi mai di risposte generiche in bianco e nero”, ha dichiarato Bonny. "Tutte le domande meritano risposte adeguate alla situazione: un giudizio morale deve sempre essere pronunciato secondo la situazione specifica, la cultura, le circostanze, il contesto."
Affermando di "difendere costantemente il rispetto della vita", Bonny ha tuttavia respinto espressamente l'insegnamento della Chiesa secondo cui l'eutanasia è sempre intrinsecamente sbagliata perché comporta la soppressione della vita di una persona innocente.
"Mi rammarico che, dal Vaticano, la Congregazione per la Dottrina della Fede affermi che l'eutanasia è sempre un male intrinseco, qualunque sia la circostanza", ha dichiarato il vescovo. "È una risposta troppo semplice che non lascia spazio al discernimento. Ci opporremo sempre al desiderio di alcuni di porre fine a una vita troppo prematuramente, ma dobbiamo riconoscere che la richiesta di eutanasia di un 40enne non equivale a quella di un 90enne alle prese con una malattia incurabile. Dobbiamo imparare a definire meglio i concetti e a distinguere le situazioni".
In altre parole, secondo il vescovo belga la vecchiaia e una malattia incurabile rendono l'omicidio moralmente accettabile perché la persona è comunque quasi morta. Secondo questa visione, il valore della vita varierebbe non solo a seconda delle regioni del mondo, ma anche a seconda dell’età e dello stato di salute della persona. Affermando di opporsi a ogni omicidio e confondendo la questione equiparando ogni morte all'omicidio - universalmente definito dalla legge come l'uccisione intenzionale di una persona innocente - Bonny ha sostenuto che le circostanze di soffrire di una "malattia incurabile per anni" e di "parlare con il proprio medico e i propri cari" prima di decidere di chiedere l'eutanasia non lo facciano più come un omicidio, come se l'eutanasia non continuasse ad essere di per sé l'omicidio intenzionale di una persona innocente, nonostante la difficile circostanza di una malattia terminale e incurabile.
"È importante ricordare che non si può uccidere e io sono contrario a tutti gli omicidi" ha detto il vescovo. "Ma cos'è l'uccisione? Cos'è l'omicidio? Cosa dici a qualcuno che uccide un nemico in nome della legittima difesa? Cosa dire a chi è affetto da anni da una malattia incurabile e che ha deciso di chiedere l'eutanasia dopo aver parlato con la famiglia, il medico, i suoi cari?".
Il vescovo non ha fatto alcun riferimento alla forza santificatrice di soffrire la malattia per amore di Dio, né alla consolante verità di fede che le nostre sofferenze possono unirsi a quelle di Cristo.
Lasciando allegramente da parte ciò che si può imparare dalle Scritture sulla sofferenza, sulla vita umana, sulla morte, sulla croce, sul peccato e sulla severità con cui Dio giudica coloro che tolgono vite innocenti, il vescovo ha lasciato intendere che si trattava di "fondamentalismo", ritenendo che "bisogna sempre fare riferimento alla Bibbia, ma niente è più difficile che interpretarla e applicarla alla situazione concreta senza cadere nel fondamentalismo. Dio confida nella nostra intelligenza per comprendere appieno la sua parola".
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In un'intervista il vescovo Johan Bonny di Anversa sostiene che l'eutanasia non può essere giudicata moralmente in base alla natura intrinseca dell'azione, ma deve essere considerata in base alle circostanze che la circondano.
Ritenendo che esistano determinate circostanze in cui l'eutanasia è moralmente accettabile, il vescovo ha violato l'insegnamento perenne e infallibile della Chiesa cattolica.
Notoriamente poco ortodosso e convinto sostenitore della "benedizione" delle coppie dello stesso sesso, il vescovo ha dichiarato che nell'etica non accetta giudizi chiari e oggettivi, optando invece per l'etica circostanziata e il relativismo morale, mascherando detto relativismo come “discernimento”.
“La filosofia mi ha insegnato a non accontentarmi mai di risposte generiche in bianco e nero”, ha dichiarato Bonny. "Tutte le domande meritano risposte adeguate alla situazione: un giudizio morale deve sempre essere pronunciato secondo la situazione specifica, la cultura, le circostanze, il contesto."
Affermando di "difendere costantemente il rispetto della vita", Bonny ha tuttavia respinto espressamente l'insegnamento della Chiesa secondo cui l'eutanasia è sempre intrinsecamente sbagliata perché comporta la soppressione della vita di una persona innocente.
"Mi rammarico che, dal Vaticano, la Congregazione per la Dottrina della Fede affermi che l'eutanasia è sempre un male intrinseco, qualunque sia la circostanza", ha dichiarato il vescovo. "È una risposta troppo semplice che non lascia spazio al discernimento. Ci opporremo sempre al desiderio di alcuni di porre fine a una vita troppo prematuramente, ma dobbiamo riconoscere che la richiesta di eutanasia di un 40enne non equivale a quella di un 90enne alle prese con una malattia incurabile. Dobbiamo imparare a definire meglio i concetti e a distinguere le situazioni".
In altre parole, secondo il vescovo belga la vecchiaia e una malattia incurabile rendono l'omicidio moralmente accettabile perché la persona è comunque quasi morta. Secondo questa visione, il valore della vita varierebbe non solo a seconda delle regioni del mondo, ma anche a seconda dell’età e dello stato di salute della persona. Affermando di opporsi a ogni omicidio e confondendo la questione equiparando ogni morte all'omicidio - universalmente definito dalla legge come l'uccisione intenzionale di una persona innocente - Bonny ha sostenuto che le circostanze di soffrire di una "malattia incurabile per anni" e di "parlare con il proprio medico e i propri cari" prima di decidere di chiedere l'eutanasia non lo facciano più come un omicidio, come se l'eutanasia non continuasse ad essere di per sé l'omicidio intenzionale di una persona innocente, nonostante la difficile circostanza di una malattia terminale e incurabile.
"È importante ricordare che non si può uccidere e io sono contrario a tutti gli omicidi" ha detto il vescovo. "Ma cos'è l'uccisione? Cos'è l'omicidio? Cosa dici a qualcuno che uccide un nemico in nome della legittima difesa? Cosa dire a chi è affetto da anni da una malattia incurabile e che ha deciso di chiedere l'eutanasia dopo aver parlato con la famiglia, il medico, i suoi cari?".
Il vescovo non ha fatto alcun riferimento alla forza santificatrice di soffrire la malattia per amore di Dio, né alla consolante verità di fede che le nostre sofferenze possono unirsi a quelle di Cristo.
Lasciando allegramente da parte ciò che si può imparare dalle Scritture sulla sofferenza, sulla vita umana, sulla morte, sulla croce, sul peccato e sulla severità con cui Dio giudica coloro che tolgono vite innocenti, il vescovo ha lasciato intendere che si trattava di "fondamentalismo", ritenendo che "bisogna sempre fare riferimento alla Bibbia, ma niente è più difficile che interpretarla e applicarla alla situazione concreta senza cadere nel fondamentalismo. Dio confida nella nostra intelligenza per comprendere appieno la sua parola".
L'ANGOLO DEL GIUSNATURALISTA:
POSITIVISMO GIURIDICO E SCISSIONE TRA DIRITTO E PERSONA:
Nella concezione positivistica il diritto (pensiamo ad Hans Kelsen (1881/1973)) è staccato dalla giustizia o meglio quest'ultima si riduce all'applicazione, nel caso concreto, di norme convenzionalmente accettate dalle parti e valide secondo il procedimento previsto dall'ordinamento giuridico di riferimento. Per il positivismo, dunque, il sistema normativo è, innanzitutto, un sistema di coercizione legato alla volontà/potere (in primo luogo dello Stato) che si impone ai singoli. Come si puó facilmente rilevare, questa prospettiva implica una vera e propria scissione del diritto dalla realtà ontologica della persona con la conseguenza che la giuridicità sussiste solo quando certi "valori", espressi dalle norme, sono assunti da un concreto ordinamento. Il sistema giuridico, in questo modo, appare artefatto, suscettibile delle più svariate interpretazioni sia dottrinali, sia giurisprudenziali, che sfruttano il carattere "anfibologico" delle disposizioni normative a partire da quelle contenute nelle Costituzioni. Ora, che il diritto abbia un variegato e complesso sviluppo storico è un dato incontrovertibile, ma non si puó negare il suo rapporto con la persona e con i fini presenti nella sua essenza. La negazione di questo aspetto determina, infatti, nella prospettiva positivistica, una concezione inevitabilmente parziale e limitante del diritto cui, peró, gli si attribuisce indebitamente una dimensione totale ed essenziale. La stessa tecnica giuridica, e lo vediamo molto bene con il traffico insaziabile dei diritti umani, altro non è che il rivestimento ideologico della lotta di interessi confliggenti e poteri. Da qui, allora, l'importanza del diritto naturale classico che non è, come intende il pensiero di Sergio Cotta (1920/2007), una categoria "coesistenziale" ed autentica del diritto positivo (Cotta parla di "diritto naturale vigente", ma non chiarisce in che cosa consista la "inabitazione" del diritto naturale in quello scritto), altrimenti non si spiegherebbero le degenerazioni cui abbiamo assistito, ad esempio, durante l'emergenza sanitaria, con sospensioni (sia pure atipiche) dal lavoro o esclusioni dalla retribuzione, ma un realtà "metagiuridica" che orienta la legge positiva.
POSITIVISMO GIURIDICO E SCISSIONE TRA DIRITTO E PERSONA:
Nella concezione positivistica il diritto (pensiamo ad Hans Kelsen (1881/1973)) è staccato dalla giustizia o meglio quest'ultima si riduce all'applicazione, nel caso concreto, di norme convenzionalmente accettate dalle parti e valide secondo il procedimento previsto dall'ordinamento giuridico di riferimento. Per il positivismo, dunque, il sistema normativo è, innanzitutto, un sistema di coercizione legato alla volontà/potere (in primo luogo dello Stato) che si impone ai singoli. Come si puó facilmente rilevare, questa prospettiva implica una vera e propria scissione del diritto dalla realtà ontologica della persona con la conseguenza che la giuridicità sussiste solo quando certi "valori", espressi dalle norme, sono assunti da un concreto ordinamento. Il sistema giuridico, in questo modo, appare artefatto, suscettibile delle più svariate interpretazioni sia dottrinali, sia giurisprudenziali, che sfruttano il carattere "anfibologico" delle disposizioni normative a partire da quelle contenute nelle Costituzioni. Ora, che il diritto abbia un variegato e complesso sviluppo storico è un dato incontrovertibile, ma non si puó negare il suo rapporto con la persona e con i fini presenti nella sua essenza. La negazione di questo aspetto determina, infatti, nella prospettiva positivistica, una concezione inevitabilmente parziale e limitante del diritto cui, peró, gli si attribuisce indebitamente una dimensione totale ed essenziale. La stessa tecnica giuridica, e lo vediamo molto bene con il traffico insaziabile dei diritti umani, altro non è che il rivestimento ideologico della lotta di interessi confliggenti e poteri. Da qui, allora, l'importanza del diritto naturale classico che non è, come intende il pensiero di Sergio Cotta (1920/2007), una categoria "coesistenziale" ed autentica del diritto positivo (Cotta parla di "diritto naturale vigente", ma non chiarisce in che cosa consista la "inabitazione" del diritto naturale in quello scritto), altrimenti non si spiegherebbero le degenerazioni cui abbiamo assistito, ad esempio, durante l'emergenza sanitaria, con sospensioni (sia pure atipiche) dal lavoro o esclusioni dalla retribuzione, ma un realtà "metagiuridica" che orienta la legge positiva.
Forwarded from Idee&Azione
Teoria, Prassi, Etnosociologia, Noomachia, Geopolitica e Metafisica
Sta per partire l'unico corso al mondo dedicato alla Quarta Teoria Politica di Aleksandr Dugin!
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SABATO 21 OTTOBRE 2023 (DATA NON CASUALE):
Avró l'onore di partecipare, e ringrazio per l'invito, a questo convegno in cui cercheró, nei limiti delle mie possibilità, di chiarire tre concetti sui quali regna spesso confusione terminologica: 1) autonomia regionale; 2) federalismo (la legge di delegazione n. 42/2009 attua davvero il c.d. "federalismo fiscale"?); 3) il concetto di indipendenza.
Vi aspetto.
Avró l'onore di partecipare, e ringrazio per l'invito, a questo convegno in cui cercheró, nei limiti delle mie possibilità, di chiarire tre concetti sui quali regna spesso confusione terminologica: 1) autonomia regionale; 2) federalismo (la legge di delegazione n. 42/2009 attua davvero il c.d. "federalismo fiscale"?); 3) il concetto di indipendenza.
Vi aspetto.
Forwarded from Idee&Azione
L’Intelligenza Artificiale ( I.A.) è entrata di prepotenza nelle nostre vite. A ritmo crescente – il nostro è il tempo della dromocrazia ( P. Virilio) il potere della velocità- modifica ogni ambito dell’esistenza. L’uomo diventa antiquato, come paventava negli anni Cinquanta del secolo passato, agli albori della tecnica padrona, Gunther Anders. Con le acquisizioni tecnoscientifiche che chiamiamo Intelligenza Artificiale cambia l’uomo, in maniera così estesa da determinare un salto antropologico che la fa finita con l’homo sapiens, dominatore degli ultimi millenni, protagonista dell’antropocene, l’era caratterizzata dalla supremazia della specie umana sulla Terra.
(di Roberto Pecchioli)
#ideeazione
https://telegra.ph/Intelligenza-Artificiale-Due-o-tre-cose-che-sappiamo-di-lei-Parte-prima-10-02
(di Roberto Pecchioli)
#ideeazione
https://telegra.ph/Intelligenza-Artificiale-Due-o-tre-cose-che-sappiamo-di-lei-Parte-prima-10-02
Telegraph
Intelligenza Artificiale. Due o tre cose che sappiamo di lei. (Parte prima)
L’Intelligenza Artificiale ( I.A.) è entrata di prepotenza nelle nostre vite. A ritmo crescente – il nostro è il tempo della dromocrazia ( P. Virilio) il potere della velocità- modifica ogni ambito dell’esistenza. L’uomo diventa antiquato, come paventava…
Forwarded from ComeDonChisciotte.org - UFFICIALE
Smart City: TIM lancia le ‘cabine digitali’ per la sorveglianza - Come Don Chisciotte
https://comedonchisciotte.org/smart-city-tim-lancia-le-cabine-digitali-per-la-sorveglianza/
https://comedonchisciotte.org/smart-city-tim-lancia-le-cabine-digitali-per-la-sorveglianza/
Come Don Chisciotte
Smart City: TIM lancia le ‘cabine digitali’ per la sorveglianza - Come Don Chisciotte
Sicurezza e controllo sono i temi centrali che stanno accompagnando la trasformazione digitale delle città italiane, come dimostra anche la situazione di Trento e Venezia.
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L'ANGOLO DEL GIUSNATURALISTA:
SULLA BOZZA DI TRATTATO DELL'OMS IN MATERIA PANDEMICA
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È possibile partecipare a una riunione di Teams.
PRESENTAZIONE LIBRO "DENTRO LA COSTITUZIONE"
https://teams.microsoft.com/l/meetup-join/19%3ameeting_MWM3NjM0ZWMtNDU5MC00YjFlLTg3MTYtOTQxNmY4MjZmMmE0%40thread.v2/0?context=%7b%22Tid%22%3a%22879d98da-5d8c-48f5-941c-a0b9ba502eb9%22%2c%22Oid%22%3a%22674dccf7-e1e6-4020-b1de-bf1c7b62d887%22%7d
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PRESENTAZIONE LIBRO "DENTRO LA COSTITUZIONE"
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