IL GIUSNATURALISTA
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Canale pubblico ispirato al pensiero giusnaturalistico classico.
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L'ANGOLO DEL GIUSNATURALISTA: Oggi su La Veritá.
L'ANGOLO DEL GIUSNATURALISTA:

PRECETTI PRIMARI E SECONDARI DELLA LEGGE NATURALE NEL PENSIERO DI SAN TOMMASO D'AQUINO

Nel pensiero di san Tommaso d'Aquino (1225-1274), il più grande esponente della scolastica medioevale e il più grande pensatore di tutti i tempi, la "lex naturalis" è la partecipazione, nella creatura razionale, della legge eterna. Pertanto, alla luce di questa definizione, è evidente che solo Dio e, per sua grazia, i beati conoscono perfettamente la legge naturale in se stessa, mentre gli uomini unicamente secondo la capacitá della loro natura umana: "secundum proportionem capacitatis humanae naturae" (cfr. S. Th., I-II, q. 91, a. 4, ad. 1). Di conseguenza, precisa Tommaso, le persone, dotate di un corretto uso della ragione, apprendono i principi comuni e universalissimi della legge naturale, i c.d. "precetti primari", i quali non possono essere ignorati da alcuno in quanto si manifestano come imperativi assoluti e validi sempre ed ovunque. Si tratta delle inclinazioni profonde della natura dell'uomo e consistono nella conservazione, da parte della persona umana, del proprio essere e della specie (ad esempio, la procreazione). Queste regole generalissisime, custodite dall'intelletto pratico, costituiscono la "sinderesi", ossia "l'habitus continens praecepta legis naturalis" (cfr. S. Th., I-II, q. 94, a. 1, ad. 2). Al di sotto dei "precetti primari" troviamo quelli "secondari": le inclinazioni e le tendenze dell'uomo derivanti dai primi (es. il divieto di farsi giustizia da sè, il divieto di suicidio etc.). Questi ammettono eccezioni e restrizioni, che in alcun modo, peró, possono intaccarne il nucleo essenziale, in ragione delle diverse circostanze in cui devono attuarsi. Ora, chiarisce il "Dottor angelico", se, da un lato, la legge naturale non puó subire mutazioni in se stessa "quantum est de se", pena intaccare la stessa legge eterna della quale è manifestazione, dall'altro vi possono essere circostanze che, pur non cambiando, nè potendo cambiare la "lex naturalis", ne mutano la materia, cioè l'oggetto materiale. Si tratta, detto in altri termini, di una mutazione "per accidens" (materiale e circostanziale) e non "per se" (formale ed essenziale).
Forwarded from Idee&Azione
Precisa Tommaso, le persone, dotate di un corretto uso della ragione, apprendono i principi comuni e universalissimi della legge naturale, i c.d. “precetti primari”, i quali non possono essere ignorati da alcuno in quanto si manifestano come imperativi assoluti e validi sempre ed ovunque. Si tratta delle inclinazioni profonde della natura dell’uomo e consistono nella conservazione, da parte della persona umana, del proprio essere e della specie (ad esempio, la procreazione). (di Daniele Trabucco)

#ideeazione
https://www.ideeazione.com/precetti-primari-e-secondari-della-legge-naturale-secondo-san-tommaso-daquino/
Forwarded from Idee&Azione
DUGIN E PLATONE

Disponibile da oggi il nuovo libro Dugin e Platone, di Lorenzo Maria Pacini, il primo vero manuale per comprendere il pensiero del prof. Aleksandr Dugin, il "filosofo più pericoloso del mondo".

La prefazione è di Raphael Machado, leader di Nova Resistencia del Brasile; l'introduzione è del chiarissimo Prof. Carlo Belli, Associato di Scienza Politica all'Università per Stranieri di Perugia; la postfazione è dello stesso Prof. Aleksandr Dugin. In appendice anche un testo di Darya Platonova Dugina

Lo trovate sul sito dell'Editore Settimo Sigillo a questo link http://www.libreriaeuropa.it/scheda.asp?idis=9788861482494 e in tutte le librerie.
L'ANGOLO DEL GIUSNATURALISTA:

IL DINAMISMO DEL DIRITTO NATURALE NELLA FILOSOFIA TOMISTA:

Il rapporto tra la legge naturale e la legge positiva, o meglio, per riprendere la terminologia di san Tommaso d'Aquino (1225-1274), tra "lex naturalis" e "lex humana", non è di contrapposizione, ma di causalitá: la legge scritta è chiamata a conformarsi all'ordine naturale delle cose che costituisce il presupposto per il suo essere giusta. Questo significa che vi è un dinamismo che spinge la legge naturale ad "effondersi" (Pizzorni) sempre di piú nella legge positiva, a renderla progressivamente piú giusta nell'ambito delle concrete determinazioni storiche. Benchè la Verità, di cui la legge naturale nel pensiero tomista è espressione, sia assoluta (altrimenti non sarebbe Verità), la conoscenza umana, in quanto limitata, richiede tempo e, qui in terra, è sempre perfettibile e mutabile: "Veritas", scrive Tommaso, "autem intellectus nostri mutabilis est" (cfr. S.Th., I, q. 19). L'uomo, dunque, non possiede fin dall'inizio una conoscenza piena della legge naturale, data la contingenza e la relativitá della condizione umana, ma è spinto ad una conquista quotidiana e ad un perfezionamento continuo. Possiamo, dunque, riconoscere nell'uomo un duplice momento della promulgazione e della conoscenza della "lex naturalis". Il primo si rinviene nell'atto in cui, parallelamente all'atto generativo del corpo da parte dei genitori, Dio crea l'anima razionale (immortale), determinando in questo modo la "connaturalitá" della legge naturale, dal momento che il dover essere della persona è già teleologicamente inscritto nell'ente-uomo (Berti) composto da essenza ed atto d'essere. Il secondo, invece, si ha quando, nello sviluppo della sua intelligenza, la persona, cosí come riconosce ció da cui è derivata (Dio), allo stesso modo scopre il fine cui tende, sempre Dio, dal quale dipende il suo essere sia nella natura, sia nelle leggi. E allora l'incesto ammesso da certi popoli? O altre pratiche che guardiamo con profondo disgusto? Tutto ció non prova nulla contro l'esistenza della legge naturale, come sostengono alcuni autori (ad esempio, Norberto Bobbio (1909-2004)), non piú di quanto un errore di addizione provi qualcosa contro l'aritmetica. Il diritto naturale, in conclusione, in sè è immutabile (quoad se) perchè si fonda sull'essere, sulla natura umana, che non mutano, ma questo non toglie, sotto il profilo gnoseologico (quoad cognitionem), un suo progresso.
Forwarded from Idee&Azione
Il rapporto tra la legge naturale e la legge positiva, o meglio, per riprendere la terminologia di san Tommaso d’Aquino (1225-1274), tra “lex naturalis” e “lex humana”, non è di contrapposizione, ma di causalità: la legge scritta è chiamata a conformarsi all’ordine naturale delle cose che costituisce il presupposto per il suo essere giusta. Questo significa che vi è un dinamismo che spinge la legge naturale ad “effondersi” (Pizzorni) sempre di più nella legge positiva, a renderla progressivamente più giusta nell’ambito delle concrete determinazioni storiche. (di Daniele Trabucco)

#ideeazione
https://www.ideeazione.com/il-dinamismo-del-diritto-naturale-nella-filosofia-tomista/
Forwarded from Byoblu
UN BILANCIO SUL GOVERNO MELONI, CONTINUAZIONE PEGGIORATIVA DEL GOVERNO DRAGHI - Controvento di Diego Fusaro

Dopo ormai quasi 10 mesi di attività, è possibile esprimere un giudizio valutativo sul governo Meloni, che - nel trionfo del neo-liberalismo - si sta rivelando la continuazione peggiorativa del precedente governo Draghi.

➡️ https://www.byoblu.com/2023/05/11/un-bilancio-sul-governo-meloni-continuazione-peggiorativa-del-governo-draghi-controvento-di-diego-fusaro/
Forwarded from Unidolomiti
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L'ANGOLO DEL GIUSNATURALISTA:

PROVVIDENZA, PRESCIENZA E LIBERTÁ DELL'UOMO: LA SOLUZIONE TOMISTA

San Tommaso d'Aquino (1225-1274), il più grande filosofo e teologo di tutti i tempi, si trova a dover rispondere ad una questione non secondaria: se ogni cosa è soggetta alla Provvidenza ed al governo divino, significa allora che tutto avviene secondo necessitá e, dunque, la libertá della persona umana è esclusa? Nulla, quindi, è accidentale? Ora, risponde il "Dottor angelico", Dio non è solo la causa dell'ente in quanto ente, ma anche degli accidenti che ineriscono ad esso in quanto tale, tra i quali figurano le modalitá quali la necessitá e la contingenza. In altri termini, il disegno divino stabilisce non solo che le cose accadano, ma anche il modo con cui si debbono realizzare. La Provvidenza, come si evince, presuppone la prescienza di Dio il quale vede svolgersi in atto anche quelle azioni libere che, non essendo necessitate nelle loro cause prossime, sono per l'uomo imprevedibili. Solo in Dio, che è l'eternitá stessa, tutto il tempo è presente, inclusi i comportamenti e le scelte umani. Egli li vede, ma ad essi non toglie la libertá. In conclusione, se, da un lato, ogni effetto sottoposto alla divina Provvidenza possiede certamente una necessitá, dall'altro un fatto, in relazione alle sue cause prossime, puó risultare contingente e, come tale, dipendente dalle libere azioni umane. Ecco perchè, a riguardo, è errato parlare di una necessitá assoluta stabilita dalla Provvidenza. Ha ragione quella letteratura che utilizza l'espressione "necessitá in senso composto" (Porro): è necessario che l'effetto sia, ma lo è o in modo contingente o in modo necessario.