IL GIUSNATURALISTA
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Canale pubblico ispirato al pensiero giusnaturalistico classico.
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L'ANGOLO DEL GIUSNATURALISTA
Forwarded from Idee&Azione
Ci troviamo nell’ordine razionale-sociale da cui discende il valore della dignità umana, la ricerca della Verità, la vita sociale e politica. L’uomo, precisa Tommaso, non ha solo il diritto, ma anche il dovere, per legge naturale, di conoscere quanto è necessario alla sua perfezione sostanziale nel corso della vita. (di Daniele Trabucco)

#ideeazione
https://www.ideeazione.com/come-conosciamo-la-legge-naturale-la-lezione-di-tommaso/
Oggi su La Veritá un pezzo dell'amico avv. Filippo Borelli e mio a pagina 13.
TRABUCCO: "Non possiamo lasciare in mano il Paese ad una classe politica inadeguata che, anziché proporre un pensiero proprio, forte, roccioso, segue la c.d. "sinistra" sul suo terreno".

Faccio mie le parole di Francesco Petrarca (1304-1374): "Italia mia, benché ’l parlar sia indarno a le piaghe mortali che nel bel corpo tuo sì spesse veggio, piacemi almen che’ miei sospir’ sian quali spera ’l Tevero et l’Arno, e ’l Po, dove doglioso et grave or seggio".
Una magistrale lezione del prof. Beghini, allievo di mons. Livi. Uno dei massimi esperti del pensiero di san Tommaso d'Aquino.
Chi fosse interessato riceverá anche le lezioni pregresse. Per info: +39 379 1075715
Forwarded from ImolaOggi Channel
Oddio, i russi hanno finito le pale!
L'ANGOLO DEL GIUSNATURALISTA:

ATTUALITÁ E STORICITÁ DELLA LEGGE NATURALE: L'INSEGNAMENTO INSUPERABILE DI TOMMASO

La legge naturale presenta i caratteri della universalitá e dell'immutabilitá. Essa, infatti, si estende in relazione alla natura dell'uomo, che é universale, e non muta nel tempo in quanto la stessa natura umana (intesa in senso filosofico e non biologico) non cambia. Tuttavia, non essendo la "lex naturalis" una legge scritta, la conoscenza che la persona umana ha di essa é andata via via aumentando nella misura in cui la coscienza morale si è sviluppata. Alla luce di queste premesse, non puó rinvenirsi, in linea generale, alcun contrasto tra il diritto naturale ed il diritto positivo, dal momento che il primo necessita delle determinazioni scritte dei diversi ordinamenti giuridici, attualizzandosi. Tommaso d'Aquino (1225-1274), sul punto, è ancora una volta illuminante: è neccessario, scrive nella "Summa Theologica" redatta in lingua latina, che "la ragione umana, dai precetti della legge naturale, come principi universali ed indimostrabili, arrivi a disporre delle cose in maniera pur particolareggiata", cioè "ad aliqua magis particulariter disponenda" (cfr. S. Th., I-II, q. 91, a. 3). Nel diritto naturale, dunque, entra a pieno titolo la ricerca (Pizzorni) per cui senza negare o distruggere le precedenti conquiste, esso acquista nuova vitalitá e slancio nella novitá delle situazioni storiche. Ecco perchè risulta imprescindibile, alla luce delle condizioni particolari, una "diligens et subtilis inquisitio". Da qui, precisa Tommaso, la necessitá della virtú della prudenza ("recta ratio agibilium") consistente nel valutare tutte le condizioni affinchè un atto positivo posto dal legislatore sia buono. La attualizzazione e la storicizzazione del diritto naturale per il tramite del diritto positivo ("ius positum"), pur non intaccando la universalitá e la immutabilitá dei principi della legge naturale, richiedono, dunque, determinazioni particolari secondo il modo più adatto per ciascuno Stato. Puntualizza, a riguardo, il Dottore angelico: "Oportet quod lex ad multa respiciat, et secundum personas, et secundum negotia, et secundum tempora" (cfr. S.Th., I-II, q. 96, a. 1). Da qui, allora, la evidente diversitá della legge positiva presso i diversi popoli: "Principia communis legis naturae non possunt eodem modo applicari omnibus, propter multam varietatem rerum humanarum. Et exinde provenit diversitas legis positivae apud diversos". (cfr. S.Th., I-II, q. 95, a. 2, ad. 3). Ecco perchè è ancora attuale, nonostante le elaborazioni teologiche post-conciliari, quanto riporta il Papa Pio XI, pontefice dal 1922 al 1939, nella Lettera Enciclica "Studiorum ducem" del 29 giugno 1923, scritta in occasione del VI centenario della canonizzazione di Tommaso: "Per evitare gli errori che sono la prima origine di tutte le miserie della nostra età, occorre rimanere fedeli, oggi ancor più che in altri tempi, alle dottrine dell’Aquinate".