"Un commercialista di Bari" [cit.] @giuslit
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Per chi avesse ancora dei dubbi sui mandanti…👇
Forwarded from Giubbe Rosse
LITURRI: UNA RELAZIONE DEL MEF PROVA CHE NON C’È NESSO TRA PAGAMENTI CON CARTA E LOTTA ALL’EVASIONE
In effetti, l’aumento della quota delle transazioni elettroniche c’è stato, ma «non sembra aver conseguito effetti significativi sul recupero dell’evasione». Questo a prescindere dal costo sostenuto, che ha reso la misura un vero bagno di sangue per le casse statali. Partendo da queste evidenze, dal Mef suggeriscono tutta un’articolata serie di azioni basate su una raffinata analisi del rischio, in cui delle soglie del contante non c’è proprio traccia. Ancora più netta è la seconda relazione che, non a caso, a settembre ha ripreso parola per parola la relazione del Mef inviata alla Ue, enfatizzando proprio la mancanza di risultati sul fronte dell’evasione in conseguenza dell’aumento della quota di pagamenti elettronici. Si demolisce pure la tesi di Bankitalia sul «miracolo» del 2020, in gran parte attribuibile all’anomalia della diversa composizione dei panieri di spesa dei consumatori. Inoltre, nel commentare la significativa riduzione della propensione all’evasione (totale e Iva in particolare) si rileva che la vera discontinuità è arrivata a partire dal 2017 - poco dopo l’aumento della soglia del contante a 3.000 euro (!) - con strumenti come lo split payment, lo spesometro (di cui la fattura elettronica ha sfruttato la scia) e lo scontrino elettronico. Paradossalmente, gli esperti accendono un faro sull’economia digitale - dove pure è tutto tracciato - da cui «i fenomeni di evasione totale stanno traendo nuova linfa ». Allora, se ridurre il contante non serve per contrastare l’evasione, serve ad altro. Serve a comprimere ulteriormente lo spazio di libertà del cittadino di acquistare beni e servizi con l’unica moneta avente corso legale e immediato effetto liberatorio, senza alcun intermediario che potrebbe gestire a propria discrezione la sua libertà e i suoi dati.

(Giuseppe Liturri, La Verità, 6 dicembre 2022)

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"Nell'aprile 1962 Mattei vide l'influente editorialista e comproprietario del New York Times Cyrus Leo Sulzberger [...] Il passaggio del colloquio che dovette risultare pià indigesto ai circoli oltranzisti europei ed americani fu quello in cui Mattei affermava di essere "contrario al Patto Atlantico", precisando il perché: "siccome siamo alleati dovremmo aiutarci fra di noi ed invece dovunque, all'estero, vado in cerca di lavoro per l'Italia trovo tutti contro". Il senso era: se dobbiamo essere alleati dobbiamo esserlo in tutto, nel campo militare come in quello petrolifero, altrimenti la nostra è una finta alleanza." (G. Oddo - R. Antoniani, "l'Italia nel petrolio")
Trovate qualche somiglianza? Sono passati 60 anni e siamo sempre là. Solo che allora c'era qualche Italiano con la schiena dritta che chiamava le cose col loro nome.👆
"Le basi dell'accordo di scambio tra greggio sovietico e merci italiane furono gettate durante questi colloqui. Il contratto fu firmato da Mattei l'11 ottobre (1960) [...] Indignato per le protesti che si erano levate dalla Nato, Fanfani inviò una lettera infuocata al segretario generale dell'Alleanza, con cui respingeva le accuse rivolte all'Eni di fiancheggiare il blocco comunista. Il capo del governo puntò il dito contro i paesi che si facevano scudo della Nato "per risolvere le questioni di concorrenza tra compagnie petrolifere... l'Italia fa presente sin da ora la modestia dei suoi acquisti... e da presente infine che essa non ha attinto al petrolio sovietico, in quanto sovietico, ma perché a più buon mercato; e vi ha attinto dopo che gli sforzi dell'Eni per effettuare delle ricerche bel bacino del Mediterraneo erano stati ostacolati dalle altre compagnie anche di paesi alleati. Il caso particolare del petrolio deve essere affrontato in modo che realmente non si colga l'occasione per indebolire l'economia italiana e rafforzare quella di altri paesi sotto il pretesto di danneggiare l'economia sovietica". (ibidem)
Anche qui interessanti corsi e ricorsi storici...👆
Il Mes? L'unica riforma buona è quella che prevede la sua liquidazione, restituendoci i 14 miliardi versati.
La Verità 9dic2022 legge bilancio.pdf
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Qualche considerazione tuttora di attualità sulla legge di bilancio e su chi ieri esaltava regole fatte apposta per mandarci in recessione ed oggi ne chiede la violazione. Resta il fatto che siamo sempre in presenza di nozze con i fichi secchi.
Discreta botta per la produzione industriale ad ottobre. Variazione -1,6% su ott/21 e -1% su set/22.
Ormai con le previsioni di inflazione a Francoforte tirano i dadi. In 3 mesi, curva ancora al rialzo.