Ancora armi all’Ucraina
Martedì 13, la Camera e il Senato hanno votato le risoluzioni che autorizzano il governo a continuare fino alla fine del 2023 gli invii di armi a sostegno dell’Ucraina.
Il 2 dicembre, il governo Meloni aveva infatti approvato un decreto-legge, che prorogava di un anno la procedura già esistente: l’invio di armi viene deciso con decreto dei ministri della Difesa, degli Affari Esteri e dell’Economia sulla base dell’assenso del Parlamento.
Le risoluzioni delle camere, votate questa settimana da tutti i partiti tranne Movimento 5 Stelle e Alleanza Verdi-Sinistra, autorizzano quindi il governo in tal senso. Il Ministro della Difesa Guido Crosetto (FdI) ha confermato che sui decreti si continuerà a porre il segreto di Stato, quindi sarà il COPASIR e non il Parlamento a essere informato dell’esatto contenuto.
Martedì 13, la Camera e il Senato hanno votato le risoluzioni che autorizzano il governo a continuare fino alla fine del 2023 gli invii di armi a sostegno dell’Ucraina.
Il 2 dicembre, il governo Meloni aveva infatti approvato un decreto-legge, che prorogava di un anno la procedura già esistente: l’invio di armi viene deciso con decreto dei ministri della Difesa, degli Affari Esteri e dell’Economia sulla base dell’assenso del Parlamento.
Le risoluzioni delle camere, votate questa settimana da tutti i partiti tranne Movimento 5 Stelle e Alleanza Verdi-Sinistra, autorizzano quindi il governo in tal senso. Il Ministro della Difesa Guido Crosetto (FdI) ha confermato che sui decreti si continuerà a porre il segreto di Stato, quindi sarà il COPASIR e non il Parlamento a essere informato dell’esatto contenuto.
Il Bilancio arriva in Aula
ArriverĂ in Aula alla Camera domani mattina, con due giorni di ritardo, la Legge di bilancio per il 2023. Nella notte di oggi, la Commissione Bilancio ha votato gli emendamenti e conferito il mandato al relatore, dopo due giorni di rinvii dovuti al ritardo di governo e relatori sulla presentazione degli emendamenti.
La seduta della Camera inizierà alle 8 e il governo ha già annunciato che chiederà la fiducia sul testo uscito dalla Commissione. Il voto si terrà venerdì mattina e l’approvazione della Camera dovrebbe arrivare, dopo il voto sugli ordini del giorno, tra venerdì sera e sabato. Il testo passerà quindi al Senato martedì 27 dicembre e sarà votato, in teoria, il 29 dicembre.
Si sapeva fin dall’inizio che quest’anno i tempi per il Bilancio sarebbero stati più stretti del solito, a causa delle elezioni autunnali. La maggioranza si è però presentata divisa in Commissione Bilancio e il governo ha dovuto ritirare anche alcune proposte avanzate nel disegno di legge, come l’eliminazione delle multe sul POS, oppure ventilate durante la discussione, come lo scudo penale per gli evasori.
ArriverĂ in Aula alla Camera domani mattina, con due giorni di ritardo, la Legge di bilancio per il 2023. Nella notte di oggi, la Commissione Bilancio ha votato gli emendamenti e conferito il mandato al relatore, dopo due giorni di rinvii dovuti al ritardo di governo e relatori sulla presentazione degli emendamenti.
La seduta della Camera inizierà alle 8 e il governo ha già annunciato che chiederà la fiducia sul testo uscito dalla Commissione. Il voto si terrà venerdì mattina e l’approvazione della Camera dovrebbe arrivare, dopo il voto sugli ordini del giorno, tra venerdì sera e sabato. Il testo passerà quindi al Senato martedì 27 dicembre e sarà votato, in teoria, il 29 dicembre.
Si sapeva fin dall’inizio che quest’anno i tempi per il Bilancio sarebbero stati più stretti del solito, a causa delle elezioni autunnali. La maggioranza si è però presentata divisa in Commissione Bilancio e il governo ha dovuto ritirare anche alcune proposte avanzate nel disegno di legge, come l’eliminazione delle multe sul POS, oppure ventilate durante la discussione, come lo scudo penale per gli evasori.
Prima fiducia per il governo Meloni
Ieri, il governo Meloni ha superato il primo voto su cui ha posto la questione di fiducia. L’Aula del Senato ha infatti approvato con 105 voti favorevoli, 76 contrari e 3 astenuti il testo del DL Aiuti-quater, come modificato dalla Commissione Bilancio.
Il disegno di legge passa quindi ora alla Camera, dove dovrĂ essere approvato entro il 17 gennaio.
Ieri, il governo Meloni ha superato il primo voto su cui ha posto la questione di fiducia. L’Aula del Senato ha infatti approvato con 105 voti favorevoli, 76 contrari e 3 astenuti il testo del DL Aiuti-quater, come modificato dalla Commissione Bilancio.
Il disegno di legge passa quindi ora alla Camera, dove dovrĂ essere approvato entro il 17 gennaio.
Bilancio sotto l’albero
Questa notte la Camera dei Deputati ha approvato in prima lettura la Legge di Bilancio per il 2023.
Il testo è arrivato in Aula giovedì 22, ma la Ragioneria Generale dello Stato ha presentato 44 richieste di modifica perché le norme approvate non avevano la necessaria copertura finanziaria. Il testo è quindi tornato in Commissione Bilancio per essere rivisto e solo intorno alle 20 di giovedì il governo ha potuto porre la fiducia sul testo approvato dalla commissione.
Ieri sera la Camera ha quindi votato la fiducia, con 221 favorevoli, 152 contrari e 4 astenuti. La seduta è continuata poi tutta la notte con le votazioni sugli stati di previsione per ogni ministero e sugli ordini del giorno. L’approvazione finale si è tenuta questa mattina alle 6.45 e ha visto 197 favorevoli, 129 contrari e 2 astenuti.
Il Bilancio sarà ora trasmesso al Senato, dove sarà discusso a partire da martedì 27 dicembre.
Questa notte la Camera dei Deputati ha approvato in prima lettura la Legge di Bilancio per il 2023.
Il testo è arrivato in Aula giovedì 22, ma la Ragioneria Generale dello Stato ha presentato 44 richieste di modifica perché le norme approvate non avevano la necessaria copertura finanziaria. Il testo è quindi tornato in Commissione Bilancio per essere rivisto e solo intorno alle 20 di giovedì il governo ha potuto porre la fiducia sul testo approvato dalla commissione.
Ieri sera la Camera ha quindi votato la fiducia, con 221 favorevoli, 152 contrari e 4 astenuti. La seduta è continuata poi tutta la notte con le votazioni sugli stati di previsione per ogni ministero e sugli ordini del giorno. L’approvazione finale si è tenuta questa mattina alle 6.45 e ha visto 197 favorevoli, 129 contrari e 2 astenuti.
Il Bilancio sarà ora trasmesso al Senato, dove sarà discusso a partire da martedì 27 dicembre.
(GiĂ ) approvato il Bilancio
Il Senato ha approvato oggi la fiducia sulla Legge di Bilancio per il 2023, con 107 voti favorevoli e 69 contrari. Il testo è stato quindi approvato in via definitiva e verrà pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale stasera o domani.
Presto pubblicheremo una puntata riepilogativa con tutto quello che c'è da sapere!
Il Senato ha approvato oggi la fiducia sulla Legge di Bilancio per il 2023, con 107 voti favorevoli e 69 contrari. Il testo è stato quindi approvato in via definitiva e verrà pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale stasera o domani.
Presto pubblicheremo una puntata riepilogativa con tutto quello che c'è da sapere!
DL Flussi migratori
Il governo ha approvato in Consiglio dei Ministri un decreto-legge che modifica la legge applicata ai salvataggi di migranti in mare. Tra le altre cose, si prevede che la nave che effettua un salvataggio debba recarsi senza ritardi al porto di sbarco assegnato. Si prevedono poi sanzioni amministrative in caso di violazioni: multa, fermo dell’imbarcazione per due mesi e confisca in caso di ripetizione della violazione.
Il testo è già in vigore ma dovrà essere convertito in legge dal Parlamento entro il 4 marzo.
—
Perché hai ricevuto questa notizia?
L’evoluzione del sistema istituzionale italiano ha portato nel tempo ad uno spostamento del potere legislativo dal Parlamento verso il Governo.
A oggi, i decreti-legge dell’Esecutivo rappresentano una parte importante della produzione legislativa italiana e occupano la gran parte dei lavori del Parlamento. Abbiamo pensato dunque di raccontarvi dei prossimi decreti-legge fin dalla loro approvazione, per spiegare meglio come cambiano le leggi dentro e fuori il Parlamento.
Il governo ha approvato in Consiglio dei Ministri un decreto-legge che modifica la legge applicata ai salvataggi di migranti in mare. Tra le altre cose, si prevede che la nave che effettua un salvataggio debba recarsi senza ritardi al porto di sbarco assegnato. Si prevedono poi sanzioni amministrative in caso di violazioni: multa, fermo dell’imbarcazione per due mesi e confisca in caso di ripetizione della violazione.
Il testo è già in vigore ma dovrà essere convertito in legge dal Parlamento entro il 4 marzo.
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Perché hai ricevuto questa notizia?
L’evoluzione del sistema istituzionale italiano ha portato nel tempo ad uno spostamento del potere legislativo dal Parlamento verso il Governo.
A oggi, i decreti-legge dell’Esecutivo rappresentano una parte importante della produzione legislativa italiana e occupano la gran parte dei lavori del Parlamento. Abbiamo pensato dunque di raccontarvi dei prossimi decreti-legge fin dalla loro approvazione, per spiegare meglio come cambiano le leggi dentro e fuori il Parlamento.
DL Impianti Strategici
Ieri è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il decreto-legge sugli impianti industriali di interesse strategico, approvato dal governo il 28 dicembre.
Il testo, in vigore da oggi, autorizza Invitalia a rifinanziare l’ex-ILVA fino a un miliardo di euro e si prevede un accesso più diretto all’amministrazione straordinaria per le imprese di interesse strategico nazionale partecipate dallo Stato e non quotate in Borsa.
Il decreto-legge prevede inoltre disposizioni in materia penale riguardanti le imprese di interesse strategico nazionale. Nel caso di sequestro di un impianto ad esempio, il giudice garantirĂ la prosecuzione delle attivitĂ affidate ad un amministratore giudiziario, dettando le prescrizioni necessarie per la tutela di sicurezza, salute e ambiente. In questi casi viene esclusa la responsabilitĂ penale se vengono rispettate tali prescrizioni.
Il decreto-legge dovrĂ essere convertito dal Parlamento entro il 7 marzo.
Ieri è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il decreto-legge sugli impianti industriali di interesse strategico, approvato dal governo il 28 dicembre.
Il testo, in vigore da oggi, autorizza Invitalia a rifinanziare l’ex-ILVA fino a un miliardo di euro e si prevede un accesso più diretto all’amministrazione straordinaria per le imprese di interesse strategico nazionale partecipate dallo Stato e non quotate in Borsa.
Il decreto-legge prevede inoltre disposizioni in materia penale riguardanti le imprese di interesse strategico nazionale. Nel caso di sequestro di un impianto ad esempio, il giudice garantirĂ la prosecuzione delle attivitĂ affidate ad un amministratore giudiziario, dettando le prescrizioni necessarie per la tutela di sicurezza, salute e ambiente. In questi casi viene esclusa la responsabilitĂ penale se vengono rispettate tali prescrizioni.
Il decreto-legge dovrĂ essere convertito dal Parlamento entro il 7 marzo.
DL Payback e DL Ricostruzione
Sulla Gazzetta Ufficiale di ieri sono stati pubblicati due decreti-legge approvati durante il Consiglio dei Ministri del 10 gennaio.
Il DL Payback proroga al 30 aprile la scadenza per i rimborsi che le aziende produttrici di dispositivi medici devono alle Regioni secondo quanto previsto dalla legge sul payback, istituita da Berlusconi nel 2011 e attuata per la prima volta con il DL Aiuti-bis del governo Draghi.
IL DL Ricostruzione interviene sulle norme che regolano gli interventi di ricostruzione dopo i sismi del 2009 e del 2016 e stanzia 10 milioni per la protezione civile sottraendoli a un fondo del 2018 per gli investimenti regionali a seguito del maltempo.
Sulla Gazzetta Ufficiale di ieri sono stati pubblicati due decreti-legge approvati durante il Consiglio dei Ministri del 10 gennaio.
Il DL Payback proroga al 30 aprile la scadenza per i rimborsi che le aziende produttrici di dispositivi medici devono alle Regioni secondo quanto previsto dalla legge sul payback, istituita da Berlusconi nel 2011 e attuata per la prima volta con il DL Aiuti-bis del governo Draghi.
IL DL Ricostruzione interviene sulle norme che regolano gli interventi di ricostruzione dopo i sismi del 2009 e del 2016 e stanzia 10 milioni per la protezione civile sottraendoli a un fondo del 2018 per gli investimenti regionali a seguito del maltempo.
DL Carburanti-ter
Il governo ha pubblicato oggi un nuovo decreto-legge sul prezzo dei carburanti, dopo averlo approvato e modificato in Consiglio dei Ministri durante questa settimana.
Il testo estende per tutto il 2023 la detassazione sui buoni carburante fino a 200€ e obbliga i benzinai a esporre il prezzo medio nazionale del carburante, come calcolato dal MIMIT. Si prevede poi che un’eventuale crescita dei ricavi da IVA sui carburanti vada a diminuire il costo delle accise. Infine vengono rafforzati i poteri di controllo del Garante per la sorveglianza dei prezzi e si istituisce un bonus da 60€ per l’acquisto di abbonamenti ai mezzi pubblici per le persone con un reddito complessivo non superiore a 20.000€ nel 2022.
Il decreto-legge sarĂ in vigore da domani e dovrĂ essere convertito in legge dal Parlamento entro il 16 marzo.
Il governo ha pubblicato oggi un nuovo decreto-legge sul prezzo dei carburanti, dopo averlo approvato e modificato in Consiglio dei Ministri durante questa settimana.
Il testo estende per tutto il 2023 la detassazione sui buoni carburante fino a 200€ e obbliga i benzinai a esporre il prezzo medio nazionale del carburante, come calcolato dal MIMIT. Si prevede poi che un’eventuale crescita dei ricavi da IVA sui carburanti vada a diminuire il costo delle accise. Infine vengono rafforzati i poteri di controllo del Garante per la sorveglianza dei prezzi e si istituisce un bonus da 60€ per l’acquisto di abbonamenti ai mezzi pubblici per le persone con un reddito complessivo non superiore a 20.000€ nel 2022.
Il decreto-legge sarĂ in vigore da domani e dovrĂ essere convertito in legge dal Parlamento entro il 16 marzo.
Lo stato della giustizia
Mercoledì e giovedì, il Ministro della Giustizia Carlo Nordio si è recato alle camere per spiegare la propria visione e gli obiettivi del suo ministero.
Nordio ha ricordato che i problemi della giustizia italiana incidono negativamente sulla crescita del Paese e ha spiegato i primi interventi già incardinati, come la semplificazione della legislazione e dell’organizzazione giudiziaria. Il Ministro ha ribadito la propria posizione fermamente garantista, basata su presunzione d’innocenza e certezza della pena non solo carceraria. Nordio ha inoltre espresso l’intenzione di rivedere le regole sulle intercettazioni, senza toccare quelle per mafia e terrorismo, e di riscrivere il Codice penale e il Codice di procedura penale.
Sulle questioni carcerarie, il ministro ha affermato la volontà di dotare gli agenti in carcere di body cam e di migliorare le condizioni detentive. Inoltre si vuole rafforzare il legame con il mondo del lavoro per chi finisce di scontare la propria pena. Infine Nordio ha confermato di voler inserire nell’ordinamento un codice ad hoc contro i crimini di guerra internazionali.
La relazione ha causato qualche grattacapo nella maggioranza, dove coesistono idee divergenti sulla giustizia, ma ha anche spaccato le opposizioni, con il gruppo di Azione-Italia Viva che ha presentato una peculiare risoluzione a sostegno del Ministro Nordio, votata anche dalla maggioranza.
Mercoledì e giovedì, il Ministro della Giustizia Carlo Nordio si è recato alle camere per spiegare la propria visione e gli obiettivi del suo ministero.
Nordio ha ricordato che i problemi della giustizia italiana incidono negativamente sulla crescita del Paese e ha spiegato i primi interventi già incardinati, come la semplificazione della legislazione e dell’organizzazione giudiziaria. Il Ministro ha ribadito la propria posizione fermamente garantista, basata su presunzione d’innocenza e certezza della pena non solo carceraria. Nordio ha inoltre espresso l’intenzione di rivedere le regole sulle intercettazioni, senza toccare quelle per mafia e terrorismo, e di riscrivere il Codice penale e il Codice di procedura penale.
Sulle questioni carcerarie, il ministro ha affermato la volontà di dotare gli agenti in carcere di body cam e di migliorare le condizioni detentive. Inoltre si vuole rafforzare il legame con il mondo del lavoro per chi finisce di scontare la propria pena. Infine Nordio ha confermato di voler inserire nell’ordinamento un codice ad hoc contro i crimini di guerra internazionali.
La relazione ha causato qualche grattacapo nella maggioranza, dove coesistono idee divergenti sulla giustizia, ma ha anche spaccato le opposizioni, con il gruppo di Azione-Italia Viva che ha presentato una peculiare risoluzione a sostegno del Ministro Nordio, votata anche dalla maggioranza.
La Camera convoca un giurì d’onore
Giornate molto tese alla Camera dopo le parole di Giovanni Donzelli (FdI) sui rapporti tra alcuni parlamentari e la mafia.
Martedì, durante la discussione sull’istituzione di una Commissione d’inchiesta sulle mafie, il deputato Donzelli ha parlato del caso Cospito e dell’applicazione del regime del 41-bis, accusando inoltre i deputati del PD Serracchiani, Verini, Lai e Orlando di sostenere terroristi e mafiosi. A quel punto, la presidente del gruppo PD Serracchiani ha iscritto tutto il proprio gruppo a parlare, per protestare contro le parole di Donzelli, mentre Federico Fornaro (PD) ha chiesto la convocazione di un giurì d'onore.
L’articolo 85 del regolamento della Camera prevede infatti la possibilità per un deputato che si senta offeso nell’onore di richiedere al Presidente la formazione di una commissione che accerti le accuse mosse durante il dibattito. Il Presidente Fontana ha quindi annunciato che si procederà con tale procedura, ma il Partito Democratico sta continuando in questi giorni a rallentare i lavori.
Le parole di Donzelli hanno inoltre aperto un altro problema, di natura giudiziaria, legato alla possibile divulgazione di informazioni investigative in possesso del Ministero della Giustizia. Sul caso, il Guardasigilli Nordio ha detto di aver disposto un’indagine interna mentre la Procura di Roma ha aperto un fascicolo.
Giornate molto tese alla Camera dopo le parole di Giovanni Donzelli (FdI) sui rapporti tra alcuni parlamentari e la mafia.
Martedì, durante la discussione sull’istituzione di una Commissione d’inchiesta sulle mafie, il deputato Donzelli ha parlato del caso Cospito e dell’applicazione del regime del 41-bis, accusando inoltre i deputati del PD Serracchiani, Verini, Lai e Orlando di sostenere terroristi e mafiosi. A quel punto, la presidente del gruppo PD Serracchiani ha iscritto tutto il proprio gruppo a parlare, per protestare contro le parole di Donzelli, mentre Federico Fornaro (PD) ha chiesto la convocazione di un giurì d'onore.
L’articolo 85 del regolamento della Camera prevede infatti la possibilità per un deputato che si senta offeso nell’onore di richiedere al Presidente la formazione di una commissione che accerti le accuse mosse durante il dibattito. Il Presidente Fontana ha quindi annunciato che si procederà con tale procedura, ma il Partito Democratico sta continuando in questi giorni a rallentare i lavori.
Le parole di Donzelli hanno inoltre aperto un altro problema, di natura giudiziaria, legato alla possibile divulgazione di informazioni investigative in possesso del Ministero della Giustizia. Sul caso, il Guardasigilli Nordio ha detto di aver disposto un’indagine interna mentre la Procura di Roma ha aperto un fascicolo.
DL sui crediti fiscali
Il Consiglio dei Ministri ha approvato un decreto-legge che interviene sulla disciplina dei crediti d’imposta derivanti dai bonus edilizi, come il Superbonus 110% o il Bonus Facciate. Il decreto-legge è già vigore e dovrà essere convertito in legge entro il 18 aprile.
Il nuovo testo prevede che l’unico modo per usufruire degli sconti sia attraverso il credito d’imposta diretto su 5 o 10 anni. Viene quindi eliminata, salvo per i lavori già avviati, la possibilità di ottenere uno sconto direttamente sulla fattura dalle imprese edili o di cedere in seguito il credito, le fattispecie che hanno reso i bonus tanto appetibili. Il decreto prevede inoltre il divieto per gli enti pubblici di acquistare i crediti d’imposta.
La misura si è resa necessaria dopo la decisione di Eurostat e Istat di modificare alcune regole contabili, passaggio tecnico ma fondamentale. I crediti d’imposta vengono infatti considerati come un deficit spalmato sui diversi anni, mentre se questi crediti vengono ceduti diventano di fatto esigibili e devono quindi essere considerati come deficit nell’anno di emissione.
La misura del governo mira dunque a evitare che il bilancio del 2023 venga appesantito da questi crediti ceduti, dopo che hanno raggiunto negli scorsi anni la cifra di 120 miliardi, ben 50 in piĂą di quanto inizialmente previsto.
Il Consiglio dei Ministri ha approvato un decreto-legge che interviene sulla disciplina dei crediti d’imposta derivanti dai bonus edilizi, come il Superbonus 110% o il Bonus Facciate. Il decreto-legge è già vigore e dovrà essere convertito in legge entro il 18 aprile.
Il nuovo testo prevede che l’unico modo per usufruire degli sconti sia attraverso il credito d’imposta diretto su 5 o 10 anni. Viene quindi eliminata, salvo per i lavori già avviati, la possibilità di ottenere uno sconto direttamente sulla fattura dalle imprese edili o di cedere in seguito il credito, le fattispecie che hanno reso i bonus tanto appetibili. Il decreto prevede inoltre il divieto per gli enti pubblici di acquistare i crediti d’imposta.
La misura si è resa necessaria dopo la decisione di Eurostat e Istat di modificare alcune regole contabili, passaggio tecnico ma fondamentale. I crediti d’imposta vengono infatti considerati come un deficit spalmato sui diversi anni, mentre se questi crediti vengono ceduti diventano di fatto esigibili e devono quindi essere considerati come deficit nell’anno di emissione.
La misura del governo mira dunque a evitare che il bilancio del 2023 venga appesantito da questi crediti ceduti, dopo che hanno raggiunto negli scorsi anni la cifra di 120 miliardi, ben 50 in piĂą di quanto inizialmente previsto.
Doppia fiducia alla Camera
In questa settimana la Camera ha votato in tre giorni ben due voti di fiducia al governo Meloni. Con qualche mancanza.
Lunedì 20 è stata approvata in prima lettura la conversione del DL Carburanti-ter, con 174 voti favorevoli e 107 contrari, comprese alcune modifiche rispetto a quanto previsto inizialmente dal governo.
Ieri, mercoledì 22 febbraio, l’Aula è stata invece chiamata ad approvare in via definitiva il DL Milleproroghe, che include anche la proroga per le concessioni balneari. Il voto di ieri è terminato con 198 favorevoli e 128 contrari.
Si tratta della settimana e ottava questione di fiducia poste dal governo Meloni. Per la prima volta dalla formazione del governo, in entrambi i casi, i voti favorevoli sulla fiducia non hanno raggiunto la maggioranza assoluta dei componenti della Camera, ovvero 201 deputati.
In questa settimana la Camera ha votato in tre giorni ben due voti di fiducia al governo Meloni. Con qualche mancanza.
Lunedì 20 è stata approvata in prima lettura la conversione del DL Carburanti-ter, con 174 voti favorevoli e 107 contrari, comprese alcune modifiche rispetto a quanto previsto inizialmente dal governo.
Ieri, mercoledì 22 febbraio, l’Aula è stata invece chiamata ad approvare in via definitiva il DL Milleproroghe, che include anche la proroga per le concessioni balneari. Il voto di ieri è terminato con 198 favorevoli e 128 contrari.
Si tratta della settimana e ottava questione di fiducia poste dal governo Meloni. Per la prima volta dalla formazione del governo, in entrambi i casi, i voti favorevoli sulla fiducia non hanno raggiunto la maggioranza assoluta dei componenti della Camera, ovvero 201 deputati.
Mattarella interviene sui balneari
Il Presidente della Repubblica ha promulgato oggi la legge di conversione del DL Milleproroghe, che sarĂ quindi pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale.
Mattarella però ha inviato una lettera ai presidenti delle camere Fontana e La Russa e alla Presidente del Consiglio Meloni, lamentando diversi profili critici nella legge.
Il Presidente Mattarella ha evidenziato come le modifiche parlamentari non si limitano a proroghe in senso stretto ma intervengono con modifiche sostanziali, ponendosi in contrasto con le norme costituzionali e le passate pronunce della Consulta.
Inoltre, Mattarella sottolinea come le nuove norme sulle concessioni balneari sono contrarie alla normativa europea e alle pronunce del Consiglio di Stato, aumentando la confusione e rendendo necessario un ulteriore intervento legislativo. Infine, Mattarella ha criticato le nuove norme sul personale di polizia, che non presentano coperture finanziarie adeguate.
Nonostante questi importanti rilievi, il Presidente della Repubblica ha firmato la legge, in quanto un rinvio alle camere a tre giorni dalla scadenza e l’eventuale decadenza del decreto-legge avrebbero causato ulteriori problemi e confusione.
Il Presidente della Repubblica ha promulgato oggi la legge di conversione del DL Milleproroghe, che sarĂ quindi pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale.
Mattarella però ha inviato una lettera ai presidenti delle camere Fontana e La Russa e alla Presidente del Consiglio Meloni, lamentando diversi profili critici nella legge.
Il Presidente Mattarella ha evidenziato come le modifiche parlamentari non si limitano a proroghe in senso stretto ma intervengono con modifiche sostanziali, ponendosi in contrasto con le norme costituzionali e le passate pronunce della Consulta.
Inoltre, Mattarella sottolinea come le nuove norme sulle concessioni balneari sono contrarie alla normativa europea e alle pronunce del Consiglio di Stato, aumentando la confusione e rendendo necessario un ulteriore intervento legislativo. Infine, Mattarella ha criticato le nuove norme sul personale di polizia, che non presentano coperture finanziarie adeguate.
Nonostante questi importanti rilievi, il Presidente della Repubblica ha firmato la legge, in quanto un rinvio alle camere a tre giorni dalla scadenza e l’eventuale decadenza del decreto-legge avrebbero causato ulteriori problemi e confusione.
DL sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza
Dopo più di una settimana dalla sua approvazione in Consiglio dei Ministri, è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale ed è entrato in vigore il decreto-legge sull’attuazione del PNRR.
Il testo prevede una serie di norme per accelerare e semplificare le procedure dei progetti contenuti nel PNRR. Si prevede una nuova governance del piano, che accentra sotto Palazzo Chigi le competenze che erano della Ragioneria Generale dello Stato e che rafforza la possibilitĂ per lo Stato di intervenire nelle competenze regionali in caso di ritardi. Vengono poi semplificate ulteriormente le procedure per gli appalti, rafforzate le strutture ministeriali che seguono il PNRR e si interviene su numerose altre materie.
Dopo più di una settimana dalla sua approvazione in Consiglio dei Ministri, è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale ed è entrato in vigore il decreto-legge sull’attuazione del PNRR.
Il testo prevede una serie di norme per accelerare e semplificare le procedure dei progetti contenuti nel PNRR. Si prevede una nuova governance del piano, che accentra sotto Palazzo Chigi le competenze che erano della Ragioneria Generale dello Stato e che rafforza la possibilitĂ per lo Stato di intervenire nelle competenze regionali in caso di ritardi. Vengono poi semplificate ulteriormente le procedure per gli appalti, rafforzate le strutture ministeriali che seguono il PNRR e si interviene su numerose altre materie.
DL sui rifugiati ucraini
Il governo ha approvato un nuovo decreto-legge che rinnova per il 2023 le misure di assistenza a favore dei rifugiati ucraini in Italia. Il decreto, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, è già in vigore e dovrà essere approvato dal Parlamento entro il 2 maggio.
Il decreto prolunga fino a fine anno i permessi di soggiorno per protezione temporanea e stanzia ulteriori 40 milioni per le forme di accoglienza diffusa, che vengono confermate per il 2023. Allo stesso modo, vengono confermate le norme a favore dei minori ucraini non accompagnati e si rafforza l’organico della Commissione nazionale per il diritto d’asilo che si occupa di loro. La spesa totale è di 300 milioni, derivanti da diversi tagli al bilancio di tutti i ministeri.
Il governo ha approvato un nuovo decreto-legge che rinnova per il 2023 le misure di assistenza a favore dei rifugiati ucraini in Italia. Il decreto, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, è già in vigore e dovrà essere approvato dal Parlamento entro il 2 maggio.
Il decreto prolunga fino a fine anno i permessi di soggiorno per protezione temporanea e stanzia ulteriori 40 milioni per le forme di accoglienza diffusa, che vengono confermate per il 2023. Allo stesso modo, vengono confermate le norme a favore dei minori ucraini non accompagnati e si rafforza l’organico della Commissione nazionale per il diritto d’asilo che si occupa di loro. La spesa totale è di 300 milioni, derivanti da diversi tagli al bilancio di tutti i ministeri.
DL Immigrazione
Il Consiglio dei Ministri, riunitosi a Cutro giovedì dopo il naufragio di domenica 26 febbraio, ha approvato un nuovo decreto-legge che contiene norme per favorire l’immigrazione legale e ostacolare quella illegale. Il testo, in vigore, è stato pubblicato ieri sulla Gazzetta Ufficiale e dovrà essere convertito in legge entro il 10 maggio.
Il decreto-legge prevede una semplificazione delle procedure per l’ingresso legale in Italia e una programmazione triennale di quote di ingresso. Tra le altre cose, si prevede che il Ministero del lavoro stringa accordi con enti di Paesi terzi per organizzare corsi professionali e linguistici per stranieri, che potranno così ottenere un visto di ingresso.
Il governo ha deciso di limitare l’applicazione della protezione speciale, che non terrà più in considerazione i legami familiari e renderà più facile l'espulsione degli stranieri. Viene poi definita una nuova tipologia di reato, che ha però già ricevuto numerose critiche: gli scafisti che causano la morte dei migranti saranno puniti con il carcere da venti a trent’anni, anche se il fatto avviene in acque internazionali su imbarcazioni dirette in Italia. Infine si prevedono alcune norme per accelerare la realizzazione dei centri di permanenza per i rimpatri (CPR).
Il Consiglio dei Ministri, riunitosi a Cutro giovedì dopo il naufragio di domenica 26 febbraio, ha approvato un nuovo decreto-legge che contiene norme per favorire l’immigrazione legale e ostacolare quella illegale. Il testo, in vigore, è stato pubblicato ieri sulla Gazzetta Ufficiale e dovrà essere convertito in legge entro il 10 maggio.
Il decreto-legge prevede una semplificazione delle procedure per l’ingresso legale in Italia e una programmazione triennale di quote di ingresso. Tra le altre cose, si prevede che il Ministero del lavoro stringa accordi con enti di Paesi terzi per organizzare corsi professionali e linguistici per stranieri, che potranno così ottenere un visto di ingresso.
Il governo ha deciso di limitare l’applicazione della protezione speciale, che non terrà più in considerazione i legami familiari e renderà più facile l'espulsione degli stranieri. Viene poi definita una nuova tipologia di reato, che ha però già ricevuto numerose critiche: gli scafisti che causano la morte dei migranti saranno puniti con il carcere da venti a trent’anni, anche se il fatto avviene in acque internazionali su imbarcazioni dirette in Italia. Infine si prevedono alcune norme per accelerare la realizzazione dei centri di permanenza per i rimpatri (CPR).
Il Senato contro la Commissione Europea, qualcosa di insolito
Ieri, martedì 14 marzo, la Commissione Affari Europei del Senato ha espresso il proprio parere contrario alla proposta della Commissione Europea per un regolamento sulla creazione di un certificato europeo per il riconoscimento dei figli.
Il Senato ha espresso il proprio parere evidenziando come la proposta violerebbe il principio di sussidiarietà alla base dell’Unione Europea. Questo prevede che a essere competente su una materia sia il livello di governo più vicino al cittadino che sia in grado di risolvere il problema: in questo caso, si dice che è l’Italia e non l’Unione a doversi occupare della questione.
Il parere dei parlamenti europei, detto early warning, è previsto dai Trattati europei: le proposte della Commissione Europea sono inviate ai parlamenti, che hanno otto settimane per valutare il rispetto del principio di sussidiarietà . Ogni Parlamento nazionale ha due voti, uno per camera nei sistemi bicamerali come il nostro. Se un terzo dei voti è contrario (cosiddetto cartellino giallo), la Commissione è costretta a rivedere la sua proposta, mentre se la metà dei voti è contraria (cartellino arancione), il Consiglio o il Parlamento europei possono a maggioranza bloccarne l’adozione. Si tratta però nei fatti di possibilità alquanto remote.
Il voto del Senato vale però anche come indicazione al governo. Il regolamento, incidendo sul diritto di famiglia, dovrà essere approvato all’unanimità dal Consiglio, dove siedono i rappresentanti dei governi, che potranno quindi bloccarne l’adozione.
Ieri, martedì 14 marzo, la Commissione Affari Europei del Senato ha espresso il proprio parere contrario alla proposta della Commissione Europea per un regolamento sulla creazione di un certificato europeo per il riconoscimento dei figli.
Il Senato ha espresso il proprio parere evidenziando come la proposta violerebbe il principio di sussidiarietà alla base dell’Unione Europea. Questo prevede che a essere competente su una materia sia il livello di governo più vicino al cittadino che sia in grado di risolvere il problema: in questo caso, si dice che è l’Italia e non l’Unione a doversi occupare della questione.
Il parere dei parlamenti europei, detto early warning, è previsto dai Trattati europei: le proposte della Commissione Europea sono inviate ai parlamenti, che hanno otto settimane per valutare il rispetto del principio di sussidiarietà . Ogni Parlamento nazionale ha due voti, uno per camera nei sistemi bicamerali come il nostro. Se un terzo dei voti è contrario (cosiddetto cartellino giallo), la Commissione è costretta a rivedere la sua proposta, mentre se la metà dei voti è contraria (cartellino arancione), il Consiglio o il Parlamento europei possono a maggioranza bloccarne l’adozione. Si tratta però nei fatti di possibilità alquanto remote.
Il voto del Senato vale però anche come indicazione al governo. Il regolamento, incidendo sul diritto di famiglia, dovrà essere approvato all’unanimità dal Consiglio, dove siedono i rappresentanti dei governi, che potranno quindi bloccarne l’adozione.
DL Fintech
Ieri, venerdì 17, è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il testo del decreto-legge per la regolazione delle attività finanziarie digitali, approvato dal governo nella riunione di giovedì 16. Il DL è ora all’esame del Parlamento e dovrà essere convertito entro il 17 maggio.
Il decreto dĂ attuazione a un regolamento europeo e introduce una normativa pilota per gli strumenti finanziari basati sulla tecnologia a registro distribuito. Si prevedono inoltre delle semplificazioni per il regime giĂ esistente delle sperimentazioni nel campo della tecno-finanza.
Ieri, venerdì 17, è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il testo del decreto-legge per la regolazione delle attività finanziarie digitali, approvato dal governo nella riunione di giovedì 16. Il DL è ora all’esame del Parlamento e dovrà essere convertito entro il 17 maggio.
Il decreto dĂ attuazione a un regolamento europeo e introduce una normativa pilota per gli strumenti finanziari basati sulla tecnologia a registro distribuito. Si prevedono inoltre delle semplificazioni per il regime giĂ esistente delle sperimentazioni nel campo della tecno-finanza.
Il PD ci ripensa
Scontro in Commissione Giustizia della Camera, dove mercoledì il Partito Democratico ha ritirato la propria proposta sui bambini in carcere, dopo le modifiche decise con gli emendamenti della maggioranza.
A inizio legislatura, il Partito Democratico aveva ripresentato una proposta di legge già approvata in prima lettura nella scorsa legislatura. La proposta mira a evitare che le donne incinte o con figli piccoli vengano recluse in carcere, nell’interesse dei diritti del minore di crescere libero e mantenere il rapporto con la madre. Si prevedeva quindi l’esclusione della custodia cautelare in carcere per le madri di bambini sotto ai sei anni, la creazione di case famiglia protette e altre modifiche che potete trovare qui.
La discussione della proposta in Commissione Giustizia ha visto però l’approvazione di alcuni emendamenti della maggioranza che secondo i proponenti hanno snaturato il senso della proposta e avrebbero portato ad un inasprimento delle norme attuali. Il Partito Democratico ha quindi deciso di ritirare la propria proposta, che non arriverà in Aula.
Nella scorsa legislatura, la stessa proposta era stata approvata alla Camera pressoché all’unanimità , con il solo voto contrario di sette deputati di Fratelli d’Italia. Il capogruppo della Lega in Commissione Giustizia ha comunque promesso che la proposta emendata sarà ripresentata, sulla scia delle polemiche per le borseggiatrici sulla metro di Milano.
Scontro in Commissione Giustizia della Camera, dove mercoledì il Partito Democratico ha ritirato la propria proposta sui bambini in carcere, dopo le modifiche decise con gli emendamenti della maggioranza.
A inizio legislatura, il Partito Democratico aveva ripresentato una proposta di legge già approvata in prima lettura nella scorsa legislatura. La proposta mira a evitare che le donne incinte o con figli piccoli vengano recluse in carcere, nell’interesse dei diritti del minore di crescere libero e mantenere il rapporto con la madre. Si prevedeva quindi l’esclusione della custodia cautelare in carcere per le madri di bambini sotto ai sei anni, la creazione di case famiglia protette e altre modifiche che potete trovare qui.
La discussione della proposta in Commissione Giustizia ha visto però l’approvazione di alcuni emendamenti della maggioranza che secondo i proponenti hanno snaturato il senso della proposta e avrebbero portato ad un inasprimento delle norme attuali. Il Partito Democratico ha quindi deciso di ritirare la propria proposta, che non arriverà in Aula.
Nella scorsa legislatura, la stessa proposta era stata approvata alla Camera pressoché all’unanimità , con il solo voto contrario di sette deputati di Fratelli d’Italia. Il capogruppo della Lega in Commissione Giustizia ha comunque promesso che la proposta emendata sarà ripresentata, sulla scia delle polemiche per le borseggiatrici sulla metro di Milano.