War Room - Russia, Ucraina, NATO
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Un tentativo di riflessione sugli aspetti MILITARI del conflitto, più qualche considerazione sparsa. I tifosi sono pregati di andare a tifare altrove.
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Al di là dell'importanza pratica dell'aver disabilitato metà della DneproHES nel giro di mezz'ora, il significato simbolico dell'operazione non è trascurabile; la diga e la centrale erano uno dei simboli dell'industrializzazione sovietica e averla messa fuori uso riporta al passaggio più minaccioso del discorso di Putin del 21 febbraio 2022, quello sulla "decomunistizzazione" dell'Ucraina. Se la vogliono, aveva detto, a noi sta bene, ma perché fermarsi a metà (ovvero solo alle statue di Lenin)? Vedremo cosa succederà stanotte e se le incursioni continueranno. Si spera di no, visto che il comunicato odierno del Ministero della Difesa russo riferisce che gli attacchi delle ultime due notti sono stati condotti per rappresaglia, cosa che non diceva ieri: quindi forse la considerano terminata, a meno di ulteriori attacchi. E a questo proposito Putin ha trovato un imprevisto alleato negli USA che, stando a quanto scrive il Financial Times ( https://www.ft.com/content/98f15b60-bc4d-4d3c-9e57-cbdde122ac0c) hanno detto più volte all'Ucraina di smetterla di colpire le raffinerie russe, perché la cosa rischia di avere ripercussioni sul prezzo del petrolio e "potrebbe portare a rappresaglie", come appunto è successo.
Allora: della strage a Mosca non si sa nulla, nel senso che non si sa chi sia stato, quanti erano, di dov'erano e che volevano, a parte che erano molto bene addestrati e che non hanno agito da soli, perché non bastano due molotov per dar fuoco al tetto. Per ora il bollettino dell'FSB segnala 40 morti e 130 feriti, ma non si sa se ci sia ancora gente dentro. Il tetto continua a bruciare ed è in parte crollato, ma tutto sommato tiene. Ci sono degli arresti, ma non si sa chi è stato arrestato e perché. Non ci sono dichiarazioni ufficiali del governo russo, a parte alcuni commenti di Medveded e Zaharova, ma ufficialmente non ci sono prese di posizione. Un sacco di gente si è affrettata a dire che loro non c'entrano niente o meglio ancora, che sono stati i russi da soli. Tutto il resto sono notizie non confermate e non verificabili, quindi inutile scriverle.
Distratto (diciamo così) dagli eventi moscoviti, ho dimenticato una precisazione importante. Domani a Napoli c'è l'evento la cui locandina allego in foto: nonostante ci sia il mio nome io non partecipo (non che pensassi che folle oceaniche ci si sarebbero riversate per sentirmi parlare, ma giusto per correttezza). Voi però, se vi trovate, andateci.
Intanto, pare che tra poco parlerà Putin.
EDIT - no, pare invece che non parlerà (del resto ora a Mosca sono le 2, anche se penso che dormiranno in pochi non è orario da messaggi presidenziali).
Come sempre, chi si aspettava i fuochi d'artificio dai discorsi di Putin è rimasto deluso. Ormai abbiamo imparato, credo, a conoscere il suo stile di comunicazione, e sappiamo che è molto raro che si abbandoni alle emozioni. E infatti il discorso è stato duro, teso, a tratti nervoso, ma sempre molto lucido: chi voleva la dichiarazione di guerra all'Ucraina o all'Occidente Globale dovrà aspettare. Anche il luogo non è tra i soliti, non è "presidenziale": a giudicare dalla camera molto stretta su di lui è una stanza piccola, devono essere scattati dei protocolli di sicurezza piuttosto stringenti. Cordoglio, proclamazione del lutto nazionale per domani, minacce e disprezzo per i terroristi, considerazioni sull'unità dei russi (anzi, "la nostra comunità multinazionale") e sul fatto che le sciagure li rendono più forti, eccetera. Per l'Ucraina un solo accenno alla "finestra" che sarebbe stata preparata per i terroristi catturati, che si stavano dirigendo verso il confine, ma nessuna accusa esplicita e anzi l'esortazione a collaborare tutti gli stati che condividono la volontà di combattere il terrorismo (difficile che qualcuno possa non dirsi d'accordo. Comunque già vedo il titolo iacobonico: "Un Putin disperato implora gli USA di salvarlo dal terrorismo mentre il paese gli volta le spalle"). Con qualche accenno, però, al fatto che la Russia individuerà è punirà non solo i terroristi ma anche coloro "che gli stanno dietro", giusto per mantenere la tensione un po' alta.
Per quanto riguarda il coinvolgimento del noto gruppo terrorista di cui non è il caso di fare il nome su Facebook, che già ieri notte i media mondiali davano per certo e verificato, persistono un bel po' di dubbi, che la doppia rivendicazione (molto strana anch'essa) di ieri notte e di poco fa non contribuisce a fugare del tutto, direi anzi per niente. In primo luogo sulle modalità dell'attacco: nessuna cattura di ostaggi, nessun uso di esplosivi, nessuno slogan para-islamista (almeno nei filmati i terroristi non dicono una parola, poi non sappiamo se mormoravano qualcosa), armi e caricatori ancora pieni abbandonati, e fuga pianificata prima che arrivassero le squadre dei reparti speciali - e sappiamo che la fuga, per i terroristi islamici, non è un'opzione considerata. Gli stessi terroristi catturati dicono di avere agito per soldi e sembrano piuttosto terrorizzati (anche perché li hanno arrestati quelli di Kadyrov, che non ci sono andati molto leggeri), mentre i jihadisti presi prigionieri esibiscono sempre sicurezza, rivendicano in continuazione le loro motivazioni e morire, vedi sopra, non li spaventa affatto. Sfugge, infine, il motivo di una rivendicazione fatta sì ma fatta quasi di nascosto, senza un video, un filmato e insomma tutto l'apparato cui l'organizzazione in questione, nelle sue varie incarnazioni, ci ha abituato. Mah. Magari sono in crisi di vocazione pure loro e arruolano i primi che passano.
Allego foto di quello che resta del Crocus. Il tetto alla fine ha ceduto.
Allego anche uno screenshot sul livello della nostra informazione. Mica andavano in Ucraina, andavano in Bielorussia (sulla base di quali prove non si sa), e soprattutto, "non si ritiene più che venissero dall'Inguscezia", perché in effetti non si è mai ritenuto se non su Twitter, ieri notte, e per mezz'ora.
Cose che però non tornano nemmeno nelle confessioni, chiamiamole così, dei terroristi arrestati:

1 - 500.000 rubli sono pochissimi soldi (e infatti ci sono contraddizioni, prima 500.000, poi "qualche milione").
2 - hanno chiaramente ricevuto addestramento militare, si tratterebbe di capire se legalmente o illegalmente (nel senso, come militari o come terroristi). I loro profili non sembrano essere né di veterani né di radicalizzati.
3 - hanno organizzato tutto loro, piano, armi, auto, via di fuga? O gli è stato fornito e loro hanno messo solo la manodopera? Si aspettavano che qualcuno li prelevasse al confine? E chi? Sempre l'organizzazione che ha rivendicato? Oppure hanno preso la macchina e sono partiti per Dio sa dove?
4 - nella foto diffusa oggi tre su quattro (la allego, ho coperto le scritte per ovvi motivi) hanno gli stessi vestiti utilizzati durante l'attacco e la fuga. Quindi è stata scattata poco prima dell'azione, non in una base jihadista (del resto la bandiera è attaccata al muro col nastro isolante). Dove? Nell'ostello a nord di Mosca dove vivevano? Perché è stata diffusa con i volti sfumati?

Insomma, non si sa niente.
Il canale vicino all'innominabile organizzazione terroristica continua a diffondere materiale a rate, ogni volta alzando il tiro. Prima una schermata, poi una foto, poco fa un filmato piuttosto orribile, nel quale compaiono alcune modalità tipiche del terrorismo jihadista. E se questo, da un lato, allontana i sospetti dall'Ucraina, dall'altro va a smentire la versione data dalle stesse autorità ucraine, che non hanno mai parlato di terrorismo jihadista ma di atto terroristico organizzato dalla stessa Russia. E resta sempre il nodo della destinazione dei suddetti terroristi dopo l'attacco, che si è tentato di far passare (come riportava anche Repubblica, ne avevo scritto nel post precedente) per la Bielorussia nonostante la località in cui sono stati intercettati è sulla strada che porta al confine ucraino e non a quello bielorusso - addirittura Meduza si è impegnata a geolocalizzare la località dell'arresto e ha dovuto concludere che in effetti la direzione pareva quella verso l'Ucraina e non la Bielorussia (https://meduza.io/en/news/2024/03/23/meduza-geolocates-arrest-video-of-moscow-terrorism-suspect-to-town-85-miles-from-ukrainian-border).
Intanto, questa sera massiccio attacco di Storm Shadows su Sebastopoli, dove un edificio è stato sicuramente colpito: non sembra militare ma potrebbe trattarsi di un edificio amministrativo. L'attacco è stato assistito come al solito da un drone USA Global Hawk in volo a sud della Crimea, e stavolta è un nuovo amico: FORTE-15, non il solito FORTE-10 che forse ha bisogno di un po' di riposo. Ha volato parecchio, del resto è stata lanciata almeno una decina di Storm Shadow e bisognava dirigerli bene. Domani si valuteranno i danni, e non solo quelli di Sebastopoli, perché mentre scrivo si sono levati in volo i bombardieri russi. Al momento (00:36) sono 12.
Infine, la "distrazione" moscovita ha fatto passare sotto silenzio la definitiva presa di Ivanivske, a sud-est di Bahmut, che sarebbe stata certamente la notizia di cui avremmo discusso ieri e soprattutto oggi, ma abbiamo avuto altro a cui pensare.
PS - non posso fare a meno di riflettere sul fatto che pure dei morti di Mosca, come di quelli ucraini, alla fine non importa niente a nessuno. Importa solo del contorno.
Insomma sono giorni un po' complicati soprattutto per chi i vari video se li è visti tutti e più volte, eccovi un manul quasi sferico per riprenderci un po'.
Giorni piuttosto frenetici, sono in partenza per Sofia e ovviamente in ritardo su tutto quello che devo fare lì. Nei prossimi giorni ci saranno aggiornamenti sporadici, il che mi dispiace perché ne stanno succedendo di cose, dagli attacchi ai "centri direzionali" di Kiev agli sviluppi delle indagini, a Borrell che si dimentica del copione e si lascia scappare che non siamo in Ucraina per aiutare loro ma per i nostri interessi (incredibile!).
Ci aggiorniamo. Statemi bene.

PS visto che le genti si preoccupano, NON sono in vacanza, proprio per niente.
L'Institute for the Study of War, quel meraviglioso pozzo senza fondo di soldi gestito dalla famiglia Kagan (e quindi da Victoria Nuland) è, comprensibilmente, sull'orlo della disperazione, perché dopo aver provato a venderci (ed esserci anche riuscito, visto il suo successo presso gli "analisti" che parlano di fagiani e orsi Vladimiri) una guerra rapida, veloce, a costo zero e ovviamente trionfale con annesso schianto definitivo della Russia, di Putin e di tutti i nemici dell'Occidente, si sta accorgendo che è arrivato il momento di cambiare musica, visto che gli eventi del mondo reale non sembrano coincidere con le sue previsioni. E così, in un lungo thread (lo trovate qui: https://twitter.com/TheStudyofWar/status/1772941705903313328) nel quale, dopo aver definito quello che sta succedendo nel suddetto mondo reale "la strategia del Cremlino di portarci a vedere il mondo come loro vogliono che lo vediamo e prendere decisioni in quella realtà alternativa generata dal Cremlino" (evidentemente le munizioni mancano perché il Cremlino ci dice che mancano e noi fessi ci crediamo, e la controffensiva della scorsa estate ha bruciato un anno di assistenza militare in mezzo mese perché il Cremlino ci dice che lo ha fatto e noi fessi ci abbiamo creduto) si traccia la nuova strada che conduce alla vittoria: mettere TUTTE le risorse dell'Occidente al servizio della guerra, che verrà così immancabilmente vinta perché l'Occidente è più ricco della Russia. Quindi il fatto che la Russia stia vincendo è una manipolazione russa, mentre la realtà è invece che sta vincendo l'Occidente, perché se usasse tutte le sue risorse vincerebbe e quindi sta vincendo - e soprattutto, se non vincerà sarà perché non ha mobilitato tutte le sue risorse, quindi non è colpa nostra ma dell'Occidente (e dell'Ucraina, ma questo già si sa). Non fa una grinza se, appunto, sei disperato e qualcuno prima o poi verrà a chiederti conto dei soldi che ti ha così generosamente elargito per spiegarci come vanno le cose e in che modo, sempre immancabilmente, vinceremo.
PS - il punto 5, che allego, lascia però stupiti. Che significa che ci sono anche degli "argomenti legittimi" nella disinformazione cremliniana? Da quando in qua la Russia ha argomenti legittimi? Non era il delirio di quel matto di Putin che una mattina si è svegliato nel suo bunker sotto gli Urali e ha deciso di rimettere in piedi l'URSS o l'impero russo che poi è la stessa cosa? Fratelli e affini Kagan, cosa vi sta succedendo? "Argomenti legittimi"???
Giusto per levare la frasca da mezzo, come si usa dire, parlando ai piloti militari nella regione di Tver' Putin ha ribadito che la Russia non ha intenzione di attaccare la NATO, ma che se gli F-16 partissero "da paesi terzi" contro le forze armate russe, gli aeroporti dai quali sono decollati sarebbero considerati bersagli legittimi.
Oggi e domani qui...
Qualche considerazione forse oziosa, durante le pause della conferenza.
L' improvvisa aggressività, soltanto verbale naturalmente, della Francia (che fino a qualche tempo fa continuava a proporsi come una potenziale sponda negoziale e ha inviato in Ucraina materiale militare anche di ottima qualità, come i CAESAR e i missili SCALP-EG, ma non ha partecipato, e non ci sono indizi che lo faccia in futuro, alla raccolta di carri armati lasciando in patria i suoi Leclerc) non può ovviamente essere ascritta a un'improvvisa follia che ha colto Macron, causata magari dalla rabbia per aver perso l'Africa Centrale (un processo partito anni fa, sicuramente grave per la Francia ma che comunque non giustifica il rischio di una guerra nucleare).
I motivi, trattandosi di attori razionali, devono essere diversi, e in effetti lo sono e hanno a che vedere con un problema di politica interno all'UE nel momento in cui l'Unione sembrerebbe intenzionata a costituire un sistema di difesa comune, o quantomeno a stanziare un bel po' di soldi per il riarmo dei paesi membri. Se questo esercito europeo dovesse essere costituito, o quantomeno si andasse in direzione di una maggiore integrazione degli eserciti europei (soprattutto se i timori di un ritiro o di un ridimensionamento dell'impegno statunitense nella NATO fossero giustificati) si potrebbe un problema non semplice: chi lo comanderebbe? È ovvio che nel quadro politico attuale, con una opposizione nei confronti della Russia che non sembra di immediata risoluzione, l'esercito in questione dovrebbe essere rivolto alla difesa del "fianco est" dell'Unione: ma è possibile ipotizzare che venga diretto dai paesi he finora si sono dimostrati, a parole ma anche con i fatti, i più battaglieri, come la Polonia e i baltici? Ovviamente no. La Polonia ha un cospicuo esercito di terra, e progetta di ampliarlo ulteriormente, anche se i progetti grandiosi di un anno fa sembrerebbero essere stati ridimensionati, e parrebbe essere un candidato serio (la Polonia ovviamente, non certo i baltici). Però non ha una flotta, e quindi non ha capacità di proiezione; e non è una grande potenza, tutt'al più è una potenza regionale, e deve ancora dimostrare capacità di leadership. La Germania non sa cosa fare di sé stessa, non solo dal punto di vista militare, e non ha nessun interesse a peggiorare ulteriormente i suoi rapporti con la Russia. Spagna e Italia, lasciamo stare - non per incapacità, ma per tradizione politica: né noi né gli spagnoli ci siamo mai messi a capo di coalizioni, il nostro ruolo è sempre stato un altro, anche se ultimamente pare che ce ne siamo dimenticati (ma Tajani e Crosetto pare invece di no). Gli altri non sono in grado e non sono interessati, la Turchia lasciamo stare per ovvi motivi.
Resta la Francia che tra l'altro, e non è un dettaglio trascurabile, con l'uscita della Gran Bretagna dall'UE è rimasta l'unica potenza nucleare dell'Unione, e la cosa ha un peso non indifferente nei rapporti di forza: e questo oltre alla sua capacità di proiezione e alle basi militari al di fuori del continente europeo (ha basi o presenza militare, lo ricordo, in tutti i continenti, anche se ne ha persa qualche recentemente. Piccole ma le ha, anche se nessuna utile contro la Russia). E questo la obbliga ad assumersi determinate responsabilità.
Macron non ha nessuna intenzione di mandare soldati a farsi bombardare a Odessa, sta facendo un "power grab" cercando di superare sul terreno dei proclami l'unico altro candidato possibile, cioè la Polonia (possibile ma poco praticabile, come abbiamo detto) per la guida dell'esercito e per la gestione dei finanziamenti. Dal suo punto di vista (e dal punto di vista di un potenziale esercito europeo) fa benissimo.
PS: le foto coi guantoni restano l'apoteosi del cringe. Per non dimenticare ne allego una.