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La Sala da Ballo o Sala Bianca
La sua forma è ottagonale ed è strutturata su due piani. Dal secondo piano della sala si affacciano quindici stanze che negli anni 70 furono adibite a stanze d’albergo.
La Sala da Ballo è il più importante salone italiano realizzato interamente in stile moresco. Il luogo più vicino per vedere uno spazio simile è l’Alhambra di Granada in Spagna.
La Sala da Ballo è circondata da un porticato di 24 colonne con capitelli a muquarnas , una soluzione decorativa tipica dell’architettura islamica.
La sala è ricca di motivi geometrici e floreali e al centro si trova una grata bianca circolare che è collegata ad un ambiente sottostante in cui si trova una palma di terracotta molto grande, dalla quale zampillava l’acqua. L’acqua è un elemento che non manca mai nell’architettura islamica.
Il soffitto di questa sala è ricoperto da una cupola interamente rivestita e decorata con stucco bianco, sorretta da 47 colonne e circondata dal tamburo, in cui sono ingegnosamente inseriti alcuni oculi che permettono alla luce esterna di penetrare all’interno della sala.
La Sala da Ballo o Sala Bianca
La sua forma è ottagonale ed è strutturata su due piani. Dal secondo piano della sala si affacciano quindici stanze che negli anni 70 furono adibite a stanze d’albergo.
La Sala da Ballo è il più importante salone italiano realizzato interamente in stile moresco. Il luogo più vicino per vedere uno spazio simile è l’Alhambra di Granada in Spagna.
La Sala da Ballo è circondata da un porticato di 24 colonne con capitelli a muquarnas , una soluzione decorativa tipica dell’architettura islamica.
La sala è ricca di motivi geometrici e floreali e al centro si trova una grata bianca circolare che è collegata ad un ambiente sottostante in cui si trova una palma di terracotta molto grande, dalla quale zampillava l’acqua. L’acqua è un elemento che non manca mai nell’architettura islamica.
Il soffitto di questa sala è ricoperto da una cupola interamente rivestita e decorata con stucco bianco, sorretta da 47 colonne e circondata dal tamburo, in cui sono ingegnosamente inseriti alcuni oculi che permettono alla luce esterna di penetrare all’interno della sala.
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Il Castello di Sammezzano
Il castello è circondato da un grandioso parco di 190 ettari, si trova a Reggello a poca distanza da Firenze. Tenuta di caccia in epoca medicea, nel 1605 la proprietà venne acquistata dagli D’Aragona, imparentati con i Medici. La veste attuale si deve però al marchese Ferdinando Panciatichi Ximenes, che nella seconda metà dell’Ottocento diede al castello la veste attuale.
Ferdinando riprogettò personalmente il castello in stile orientalista, rendendolo un edificio unico, senza pari in Italia e con pochi confronti anche a livello internazionale. Nel parco, popolato di numerose specie arboree esotiche il marchese profuse invece i propri interessi botanici. Trasformato con le sue 140 stanze in hotel di lusso, il complesso venne acquistato nel 1999 dalla Sammezzano Castle srl, società che intendeva farne un grandioso resort. Il progetto si è arenato per problemi economici, portando tra 2015 e 2016 a tre aste giudiziarie, le prime due andate deserte, la terza sospesa per il subentrare, pare, di un partner che avrebbe rilevato i debiti della società in liquidazione. Aperto alcune volte l’anno grazie ad un’associazione locale in accordo con i proprietari, che lo hanno concesso anche al regista Matteo Garrone come set del film "Il Racconto dei Racconti".
Sammezzano rimane per lo più chiuso e in stato di abbandono e in questi anni le condizioni del castello, ormai privo di tutti i suoi arredi storici, sono progressivamente peggiorate: mancano i vetri a molte finestre, ci sono problemi al tetto e le statue del parco sono state rubate.
Il comitato savesammezzano (il cui sito stamattina non riesco ad aprire) , che si è mobilitato per raccogliere i voti al censimento, chiede da anni il recupero del castello, auspicando che possa diventare patrimonio di tutti, di proprietà pubblica.
Il Castello di Sammezzano
Il castello è circondato da un grandioso parco di 190 ettari, si trova a Reggello a poca distanza da Firenze. Tenuta di caccia in epoca medicea, nel 1605 la proprietà venne acquistata dagli D’Aragona, imparentati con i Medici. La veste attuale si deve però al marchese Ferdinando Panciatichi Ximenes, che nella seconda metà dell’Ottocento diede al castello la veste attuale.
Ferdinando riprogettò personalmente il castello in stile orientalista, rendendolo un edificio unico, senza pari in Italia e con pochi confronti anche a livello internazionale. Nel parco, popolato di numerose specie arboree esotiche il marchese profuse invece i propri interessi botanici. Trasformato con le sue 140 stanze in hotel di lusso, il complesso venne acquistato nel 1999 dalla Sammezzano Castle srl, società che intendeva farne un grandioso resort. Il progetto si è arenato per problemi economici, portando tra 2015 e 2016 a tre aste giudiziarie, le prime due andate deserte, la terza sospesa per il subentrare, pare, di un partner che avrebbe rilevato i debiti della società in liquidazione. Aperto alcune volte l’anno grazie ad un’associazione locale in accordo con i proprietari, che lo hanno concesso anche al regista Matteo Garrone come set del film "Il Racconto dei Racconti".
Sammezzano rimane per lo più chiuso e in stato di abbandono e in questi anni le condizioni del castello, ormai privo di tutti i suoi arredi storici, sono progressivamente peggiorate: mancano i vetri a molte finestre, ci sono problemi al tetto e le statue del parco sono state rubate.
Il comitato savesammezzano (il cui sito stamattina non riesco ad aprire) , che si è mobilitato per raccogliere i voti al censimento, chiede da anni il recupero del castello, auspicando che possa diventare patrimonio di tutti, di proprietà pubblica.
Arte via @groupagreebot
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