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È stato a lungo l’unico residente in Val di Tovel, nel Parco Naturale Adamello-Brenta, ora vive a Tuenno, al centro del paese, Ferruccio Valentini, «Fèro» per gli amici, cresciuto in Val di Non, tra stalle, boschi e campi. A Tuenno l’hanno soprannominato «l’òm dal bósch», l’uomo dal bosco. Da qualche settimana è uscito il suo libro Alchimista dei boschi. Una vita secondo natura (Ponte alle Grazie, 256 pagine, euro 16), che Ferruccio Valentini presenta giovedì a Cles a «La libreria dietro l’angolo» (ore 20) e l’8 settembre alla Biblioteca Comunale di Trento (ore 17.30). Classe 1948, «Fèro» nella vita ha fatto mille mestieri: guardiacaccia, malgaro, apicoltore, ristoratore per un breve periodo. Ma soprattutto, raccoglitore di funghi, bacche e erbe spontanee e officinali. Su Valentini, una decina d’anni fa, è stato scritto un libro a cura dello scrittore altoatesino Michael Wachtler e realizzato il film-documentario Lo spirito libero del bosco di Enrico Costanzo, ideato e sceneggiato dal bibliotecario Mauro Valentini. «Io e Fèro non siamo parenti, ma come tanti qui in valle, portiamo lo stesso cognome», racconta Mauro Valentini. E subito entra nella dimensione comunitaria propria dei piccoli centri di montagna, sfatando il mito dell’uomo dei boschi inteso come eremita solitario. «Fèro – fa sapere – frequenta il bar e partecipa alla vita cittadina. Quando viene presa una decisione che non lo convince, soprattutto sulla tutela della natura e del paesaggio, non ha problemi a scrivere una lettera a chi di dovere, che sia il giornale, il Comune o altri».
Le scoperte nella foresta
I suoi appunti più personali, invece, li fissa a matita su grandi quaderni. Come tanti, all’epoca, ha lasciato la scuola ancora bambino, ma ha continuato a imparare e coltivare la curiosità e l’ingegno di chi deve arrabattarsi con poco. La natura gli è stata maestra e così, con pazienza, Fèro Valentini ha imparato da chi è venuto prima di lui a fare il caffè con la radice di tarassaco, placare bronchiti e raffreddori con il timo e raccogliere funghi e mirtilli rossi per preparare piatti gustosi. «Quando penso alle emozioni che mi ha regalato la natura – racconta Ferruccio Valentini «Fèro» – mi viene in mente la parola trovare». Nella quiete delle foreste, Valentini ha fatto scoperte curiose e originali, ma anche di rilevanza scientifica.
fossile di milioni di anni fa
Alcuni fossili trovati, per esempio, sono studiati in centri di ricerca e musei italiani, tedeschi e statunitensi. È il caso dei fossili delle antenate delle conifere, di cui ha scoperto specie sconosciute alla scienza. Proprio a uno di questi episodi è legato uno dei suoi ricordi più preziosi. Il mondo di Valentini, infatti, è tutto a portata della fedele «gippetta» che lo accompagna su per i sentieri e lungo le strade della valle. Eppure, con i suoi ritrovamenti ha viaggiato fino ai Tropici. O meglio, i Tropici si sono aperti sotto la sua piccozza. «Una volta – spiega «Fèro» – spaccando un lastrone di pietra a caccia di fossili, ho trovato quella che poi avrei scoperto essere una cycas, l’equivalente preistorico di una palma, vissuta due-trecento milioni di anni fa, prima che si formassero le Dolomiti, quando in questo territorio c’era un clima caraibico». Un altro ritrovamento curioso riguarda «sfere simili alle pietre degli sciamani, utilizzate nei rituali di alcuni popoli nativi americani come gli Hopi».
«La natura parla sono con chi la rispetta»
Non mancano gli esperimenti da alchimista, come recita il titolo del libro. «Fèro» infatti, come dice l’amico Mauro Valentini, «continua a provare, informarsi, è riuscito a fare fermentare il fungo del larice per provare a ricavarne un medicinale». Fautore degli equilibri della natura, è un ex cacciatore: «Ho appeso il fucile al chiodo dopo aver sparato al camoscio più bello della valle», rivela. L’uomo del bosco riceve spesso messaggi e richieste di persone che vogliono raccogliere la sua eredità morale. E per tutti, soprattutto i più giovani, «Fèro» ha la stessa raccomandazione: «Ricordate che la natura non parla con tutti, ma solo con chi
ne ha rispetto. Perciò, mettete via i cellulari e tornate a viverla fisicamente, riscoprendo il piacere di rotolarvi in un prato o di immergere le mani nell’acqua fresca di un ruscello».
“Poco fa, durante la presentazione del nuovo rapporto col quale Francesca Albanese ha accusato esplicitamente 63 Stati di complicità nel genocidio a Gaza, il rappresentante israeliano Danny Danon si è rivolto alla relatrice Onu con un misto orripilante di sessismo, negazionismo, bigottismo retrogrado e delegittimazione pura.

“Signora Albanese, lei è una strega. Questo rapporto è un’altra pagina del suo libro degli incantesimi. Ogni accusa è un incantesimo che non funziona, perché lei è una strega fallita. Possano le sue maledizioni continuare a ritorcersi contro”.

Poteva finire lì, con l’ennesimo insulto, l’ennesima offesa gratuita e personale subita da questa donna coraggiosa, senza che nessuno dell’Italia prendesse le sue difese, anzi.

Ma Francesca Albanese non è certo una che si lascia intimorire da così poco.

Ha preso la parola e ha risposto direttamente al rappresentante israeliano con parole che andrebbero, al solito, scolpite.

“È grottesco e francamente delirante che uno Stato genocida non risponda alla sostanza del mio rapporto e mi accusi di stregoneria.
E così sia: quelli accusati di genocidio siete voi.
Se la cosa peggiore di cui mi potete accusare è la stregoneria, la accetto. Ma se avessi il potere di fare incantesimi, non lo userei per vendetta.
Lo userei per fermare i vostri crimini una volta per tutte e per assicurarmi che i responsabili finiscano dietro le sbarre.

Vergogna per quei governi che si definiscono democrazie liberali e non riescono a sostenere le centinaia di cittadini provenienti da tutto il mondo che continuano a rischiare la vita sotto forma di una flottiglia o di una marcia globale.

Rompere l’assedio e fermare il genocidio è un obbligo che spetta agli Stati membri. Sono gli Stati a rimanere in silenzio e complici.

Il popolo unito, invece, si sta sollevando. I lavoratori stanno scioperando in tutto il mondo. Il BDS sta guadagnando nuovo slancio con più consumatori che boicottano strategicamente, aziende che disinvestono e istituzioni, dalle banche alle università, che stanno correggendo lentamente ma costantemente le loro pratiche.

La domanda non è più se l’apartheid di Israele e il sistema globale di complicità che lo sostiene finiranno. Importa quando e come”.

Questa donna da oltre un anno sta tenendo testa praticamente da sola a un intero sistema di potere mondiale, maschile e quasi illimitato.

Col solo coraggio del suo lavoro, dei fatti e delle idee."
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Ascoltate bene e prendete le vostre contromisure nel quotidiano!